Come sarà la community cloud della Regione Piemonte

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Opportunità per le pubbliche amministrazioni, le imprese e i cittadini. Un modello di riferimento per la cooperazione e l’interoperabilità a servizi tra i soggetti del territorio, le infrastrutture e le piattaforme nazionali

20 Ottobre 2016

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Gabriella Serratrice, responsabile Sistemi informativi Regione Piemonte e Vito Baglio, responsabile area soluzioni Data center, CSI Piemonte

Da tempo – e specialmente nel 2016 – ci si è interrogati a lungo sul ruolo delle Regioni nell’attuazione del piano di Crescita Digitale del Paese: Soggetto aggregatore? Soggetto facilitatore? Soggetto acceleratore?

Alla luce del nuovo “Codice di Amministrazione Digitale” e a partire dal documento delle Regioni ”Agire le Agende digitali” il Piemonte, sul tema delle infrastrutture si è mosso.

Dal 2014 si è provato a dare una prima risposta concreta per facilitare il percorso di innovazione coinvolgendo i diversi attori che operano sul territorio garantendone l’inclusione, l’integrazione, l’interoperabilità dei sistemi, il potenziamento delle tecnologie abilitanti quali il cloudcomputing e l’utilizzo a servizi delle componenti di piattaforma e infrastrutturali gestiti secondo gli elevati standard di sicurezza necessari per la PA.

Partendo da questi presupposti è nata la prima Piattaforma Operativa di Servizi Cloud piemontese che ha permesso agli Enti della PA di avviare i piani di convergenza infrastrutturale utilizzando strumenti sviluppati appositamente dal consorzio di Enti pubblici CSI Piemonte per integrare le tecnologie cloud e garantire la necessaria governance consentendo agli operatori economici di continuare a supportare gli Enti nell’erogazione dei propri servizi core. A settembre 2016 sono 59 gli Enti piemontesi che a vario titolo fruiscono della piattaforma ed hanno avviato un graduale passaggio al cloud.

L’esperienza maturata in questi due anni ha permesso di capire che questa deve essere una prima tappa di avvicinamento alla realizzazione di una vera rivoluzione tecnologica, culturale ed organizzativa che partendo dagli obiettivi strategici dell’Agenda Digitale nazionale e piemontese giunga alla creazione di un ecosistema infrastrutturale abilitante per la cooperazione, l’integrazione e la crescita delle competenze di tutti i soggetti coinvolti, con il preciso obiettivo di realizzare servizi più economici, più velocemente fruibili e infine più vicini alle esigenze dei cittadini.

Nasce quindi l’idea della creazione della Piattaforma di Community Cloud regionale completamente opensource, annunciata alla presenza dell’on. Stefano Quintarelli presidente del Comitato di indirizzo dell’AGID, nel corso di un evento nel novembre del 2015 dal titolo “Una community Cloud tra PA e Imprese”.

Il modello di riferimento è quello già condiviso in sede di coordinamento interregionale CISIS in cui il ruolo del Community Cloud interregionale garantisce da una parte la cooperazione a servizi verso le altre regioni ed il livello nazionale, dall’altra realizza uno strato di aggregazione e federazione di servizi infrastrutturali provenienti sia dal private cloud regionale sia da cloud pubblici.


La piattaforma di Community Cloud regionale è in grado di essere fruita a servizi ed è completamente automatizzata, in grado cioè di permettere una piena e autonoma fruibilità da parte delle appllicazioni durante il loro intero ciclo di vita. Ciascun livello della piattaforma realizza un layer di API infrastrutturali operanti secondo il modello del Software Defined Data Center (SDDC) rappresentano infatti il fattore abilitante per tutti gli Enti pubblici piemontesi, per garantire adeguate e pari condizioni di accesso a un’infrastruttura che consenta lo scambio informativo tra le pubbliche amministrazioni e l’accesso alle banche dati d’interesse comune. In tal senso la predisposizione della piattaforma community cloud regionale consente di rispondere in modo efficace ed efficiente ai nuovi bisogni. Tutto il codice sviluppato sarà rilasciato a breve con licenza EUPL e potranno essere avviate iniziative di collaborazione e di co-sviluppo sia con le altre Regione e con gli Enti di Ricerca e Università che mirino alla condivisione delle esperienze, all’arricchimento delle funzionalità e alla adozione di standard di interoperabilità che permettano una reale crescita delle competenze digitali del Paese.

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