“Compubblica”: comunicazione pubblica tra presente, passato e futuro
La comunicazione istituzionale si sta modificando: con l’avvento del digitale, le distanze tra cittadino e PA si sono ridotte. Cosa aspettarci dal futuro?
4 Giugno 2019
Associazione Italiana della Comunicazione Pubblica e Istituzionale
L’Associazione affronta questioni legate alla cultura della comunicazione pubblica, alla formazione e alla professione.
Negli Stati Membri dell’Unione europea, la comunicazione pubblica e istituzionale è considerata una politica a pieno titolo e ha come obiettivi principali lo sviluppo del dibattito e del dialogo con i cittadini e il potenziamento del diritto all’informazione e della libertà di espressione.
In questa logica rientrano il nuovo articolo 197 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, che introduce una base giuridica per autorizzare l’Unione a sostenere gli Stati Membri nella loro cooperazione amministrativa, e l’articolo 15 sul principio dell’apertura e della trasparenza.
Le azioni che ne conseguono hanno come finalità il miglioramento dell’educazione civica attraverso strategie di democrazia partecipata e il collegamento dei cittadini tra loro e dei cittadini con le istituzioni pubbliche nella dimensione di una cittadinanza attiva.
Quando parliamo di comunicazione pubblica e istituzionale, intendiamo una comunicazione finalizzata a:
- garantire un’informazione trasparente, esauriente e affidabile sull’operato delle pubbliche amministrazioni;
- rendere coscienti i cittadini sui meccanismi decisionali e sui loro diritti;
- pubblicizzare le informazioni sui servizi e consentirne l’accesso promuovendo nuove e dialogiche relazioni con i cittadini;
- ottimizzare l’efficienza e l’efficacia dei prodotti-servizi e dei processi attraverso un adeguato sistema di comunicazione interna;
- progettare e realizzare attività di informazione e comunicazione destinate ai cittadini, alle associazioni e alle imprese attraverso una rinnovata ingegneria dei processi.
Cosa comunica la PA
La PA comunica servizi, fornisce informazioni, aiuta le imprese, le associazioni e i cittadini a orientarsi nel “labirinto” dei vari uffici pubblici, semplifica il linguaggio burocratico e riduce i tempi di attesa, facilita l’accesso alle informazioni e favorisce la partecipazione attiva attraverso tutti i media e i canali di relazione.
Il futuro della comunicazione pubblica e istituzionale si basa sulla capacità di ascolto, indispensabile per comprendere e intercettare i bisogni del cittadino e anticipare il cambiamento.
Una comunicazione distorta
La comunicazione, presupposto indispensabile di qualsiasi sistema politico, pubblico e sociale, svolge troppo spesso nel nostro Paese una funzione distorta. Da strumento di formazione e di empowerment, che consente a ogni individuo di ricercare e trovare il proprio senso e quello della società/comunità in cui agisce, a mezzo per orientare scelte di consumatori commerciali ed elettorali sempre più volubili.
La premessa di un’autentica e forte democrazia consiste nella reale capacità dei cittadini di comprendere e avere accesso alle informazioni, in modo da verificare l’operato di chi esercita il potere.
Queste finalità presuppongono un ruolo strategico della comunicazione pubblica e istituzionale, capace di disegnare i processi di comunicazione nel momento in cui le politiche e le pratiche pubbliche sono ideate, non solo a valle del processo di definizione. Si tratta di una funzione abilitante a una cittadinanza competente, digitale e non, aumentando di conseguenza il capitale sociale del territorio di riferimento.
Di quali tecnologie e competenze ha bisogno la PA?
La contaminazione/integrazione di ambiti e ambienti diversi è una soluzione auspicabile, dato che, mai come ora, le humanities sono ritenute essenziali per un’evoluzione digitale non tecnocratica, che metta la persona e i suoi diritti fondamentali e civici al centro dei processi.
L’ambito in cui opera il comunicatore pubblico e istituzionale è un contesto dove il piano politico continua a intersecarsi con quello amministrativo e dove, come in tutte le organizzazioni, le diverse parti spesso sono in conflitto o in una posizione dialettica. Si tratta, quindi, di una continua mediazione tra interessi diversi, dove il comunicatore deve mantenere la barra della tutela dell’interesse da servire, che è quello del cittadino. Ecco perché prima di tutto è fondamentale l’etica nella professione che è esplicitata nel Codice deontologico della nostra Associazione.
I compiti del comunicatore pubblico
Come abbiamo indicato più sopra, tra i compiti del comunicatore pubblico e istituzionale rientrano: la semplificazione delle procedure, la riduzione dei tempi di attesa, il monitoraggio e la rimodulazione dei servizi affinché siano sempre più a misura di persona, la maggiore trasparenza dell’azione amministrativa, la tutela dei dati personali, la personalizzazione delle informazioni, l’utilizzazione delle piattaforme civiche e social in un’ottica ecosistemica della comunicazione.
Creare valore pubblico per un comunicatore significa coltivare la relazione di fiducia con il cittadino e metterlo al centro della relazione. In ultima analisi, ribadiamo che la funzione del comunicatore pubblico e istituzionale è quella di mettere in campo gli strumenti per accrescere il capitale sociale del territorio di riferimento.
Creare valore pubblico per la nostra Associazione significa formare e aggiornare comunicatori capaci di parlare con il cittadino, di spiegare le politiche pubbliche, di collaborare con l’organizzazione per facilitare il processo divulgativo della conoscenza anche tecnica, di aiutare il cittadino nelle scelte, di sviluppare l’ascolto per un costante miglioramento della qualità e dell’innovazione.
L’Associazione
L’Associazione collabora con le istituzioni centrali, le pubbliche amministrazioni a tutti i livelli, le aziende di servizio pubblico e le organizzazioni sindacali per diffondere la cultura della comunicazione di servizio al cittadino e per renderla parte nei processi di legittimazione contrattuale, dalla legge 150/2000 fino al recente rinnovo del contratto collettivo di lavoro dei dipendenti pubblici. Il valore aggiunto del lavoro dell’Associazione è riconosciuto dal MISE, che ha confermato “Comunicazione Pubblica” come unica associazione che certifica la professione di comunicatore pubblico.