Consolandi: “Il rinvio del PAT non basterà, iniziamo dall’organizzazione”
4 Luglio 2016
Enrico Consolandi, magistrato, tribunale di Milano
Il rinvio a gennaio 2017 per l’effettivo avvio del processo amministrativo telematico è una storia che si ripete. Facile fare le leggi, ma meno realizzare la trasformazione, non credo infatti che questa proroga apporterà grandi cambiamenti: anche il fatto che sia arrivata all’ultimo minuto è significativo di assenza di programmazione ed ancora prima di una effettiva governance dell’innovazione. Non si può pensare che fatta la legge, basta adeguarsi; va cambiato il modello organizzativo. Viviamo di mancanze: manca l’organizzazione,al personale: bisogna prima lavorare su questi elementi e poi ripensare le norme alla luce dell’innovazione in atto. La norma non andrebbe mai anteposta all’organizzazione.
Non mi risulta che sia stato – ad esempio – pensato un percorso formativo strutturato. Non credo nemmeno che, se si fosse sviluppato un applicativo che ricalcasse l’esperienza del PCT, il passaggio sarebbe stato più semplice. Non sono infatti convinto che il PCT possa essere un modello ideale da replicare per tutti i tipi di processo, anzi credo sia più opportuno che gli applicativi si adeguino alla specifica natura del processo a cui sono destinati.
Semplicemente non siamo arrivati preparati al PAT perché non si è realizzata quella trasformazione culturale di cui il sistema ha bisogno. Ripensiamo l’organizzazione dei processi prima, poi adeguiamo la tecnologia al cambiamento.