Dalla nuova Skills Agenda for Europe una spinta per le competenze, anche in Sanità
La nuova “ Skills Agenda for Europe ” riconosce le competenze digitali come un elemento indispensabile e trasversale che abilita e allo stesso tempo attraversa tutte le competenze. Nel contesto specifico della sanità questa iniziativa della Commissione Europea sollecita alcune considerazioni
26 Giugno 2016
Nello iacono, Stati Generali dell'Innovazione
Il tema della carenza di competenze digitali, grave e
diffusa, dai cittadini ai lavoratori, dai manager agli amministratori, nelle
scorse settimane è stato sottolineato in particolare dal lancio, da parte della
Commissione Europea, della nuova “
Skills
Agenda for Europe
”. Qui, correttamente, viene trattato il tema delle
competenze nella sua ampiezza, riconoscendo le competenze digitali come un
elemento indispensabile e trasversale che abilita e allo stesso tempo
attraversa tutte le competenze in un contesto ormai pervasivamente abilitato, supportato e in diversi ambiti trasformato
dalle tecnologie.
Un aspetto che risalta è in particolar modo quello del carattere di “mobilitazione globale” che la Commissione ha inteso dare su questo tema, appunto ritenendolo cruciale, e questo si riflette soprattutto (ma non solo) su tre delle dieci azioni che compongono l’agenda:
- l’evoluzione della “Grand Coalition for Digital Jobs” in “Digital Skills and Jobs Coalition”, con l’accento delle competenze digitali come presupposto per tutti i lavori e chiedendo ai Paesi di avviare iniziative strategiche nazionali con “concrete misure” per lo sviluppo delle competenze digitali e l’abilitazione dei sistemi educativi verso il coinvolgimento di tutte le organizzazioni;
- il lancio di una “Skills Guarantee” che affronti il tema dell’inclusione digitale in modo determinato e con la stessa enfasi oggi posta sulla Garanzia Giovani per il problema della disoccupazione giovanile;
- il lancio del piano per la cooperazione di settore sulle competenze, con l’obiettivo di mobilitare e coordinare gli attori chiave su questo tema, incoraggiare gli investimenti privati e promuovere un maggiore uso strategico dei fondi europei, in una logica di sviluppo dei settori visti come ecosistemi (imprese-sistema educativo-ricerca), sulla base dell’identificazione dei bisogni di competenze, lo sviluppo di concrete soluzioni, il riconoscimento di qualifiche e certificazioni. Il settore/ecosistema della sanità si prevede sia affrontato a partire dal 2017.
Nel contesto specifico della sanità, ed in particolare con il punto di vista dello sviluppo della sanità digitale, questa iniziativa della Commissione Europea sollecita tre tipi di considerazioni:
- l’osservazione delle competenze necessarie per lo sviluppo di uno specifico ecosistema della sanità digitale è indispensabile per poter orientare le politiche di intervento;
- la velocità con cui si può colmare il gap digitale su un ecosistema è strettamente correlata alla disponibilità di uno schema condiviso delle competenze per l’e-leadership, e quindi per lo sviluppo di capacità di guida e indirizzo per la considerazione del digitale come logica strategica di svilupp
- la presenza nella popolazione e nelle imprese delle competenze necessarie per accedere e fruire efficacemente dei servizi di un ecosistema deve essere un obiettivo specifico di ciascun ecosistema, naturalmente in un quadro organico di intervento nazionale.
In questa ottica, diventano fondamentali da seguire e accompagnare nella messa a fattor comune dei risultati, le iniziative che si realizzano in un contesto ampio di condivisione degli obiettivi e delle metodologie con Associazioni mediche di settore, professionisti della Sanità, ordini professionali e istituzioni interessate al tema, e quelle che in generale tendono a costituire comunità multistakeholder di consultazione e proposta. Tra gli esempi più rilevanti, quella AICA dell’ Osservatorio permanente sulle competenze digitali in Sanità , il Cantiere per la Sanità Digitale promosso da FPA e, naturalmente in altri termini, l’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità del Politecnico di Milano. Iniziative, in sostanza, che definiscono l’ecosistema della sanità digitale come ambito di analisi e intervento e dalle quali ci si aspetta che derivino anche spunti e indicazioni per un framework specifico per l’e-leadership.
In questo senso è anche l’iniziativa lanciata dall’Associazione Stati Generali dell’Innovazione e FormezPA per lo sviluppo di una community che si confronti sulle esperienze in corso in tema di e-leadership, e che vuole essere di supporto alle iniziative coordinate da AgID con le Regioni nell’ambito del programma di fondi strutturali 2014-2020. Da qui sarebbe utilissima una declinazione sui principali ecosistemi, come quello della Sanità.
Sul fronte delle competenze per la fruizione dei servizi, sono invece illuminanti esempi come quello della regione Veneto , dove si è verificata l’efficacia di una presa in carico diffusa, da parte degli operatori sanitari, del problema dell’accesso consapevole ai servizi da parte della popolazione, e quindi, ad esempio, dei medici come “facilitatori digitali” verso i propri pazienti.
La carenza così diffusa di competenze digitali, infatti, non può essere affrontata con programmi di formazione top-down e massivi, oppure lasciata alla comunicazione broadcasting, ma ha bisogno di interventi capillari sul territorio, mirati a far sì che ciascuna persona “da alfabetizzare” ne colga un beneficio concreto e immediato. E, soprattutto, rendendo gli operatori parte attiva e integrante della trasformazione digitale.