Dalla Psd2 al Blockchain come cambierà la cultura “cash” italiana
L’evento Digital Payment Revolution di CorCom e PagamentiDigitali.it ha fotografato una situazione dei digital payment in crescita, ma ancora lontana dalla media europea. Industria, FinTech, politica e pubbliche amministrazioni saranno sempre più alla ricerca di un equilibrio tra la ricerca della semplicità e la capacità di garantire livelli di sicurezza adeguati
5 Ottobre 2016
Mauro Bellini, direttore responsabile Internet4Things, Pagamenti Digitali e Mobile4Innovation
Cambiare il modo con cui i cittadini pagano per i propri acquisti e per i servizi significa incidere sulla cultura di un paese, sulle sue abitudini più radicate Quella dei pagamenti è infatti una cultura che si intreccia in modo indissolubile con la cultura delle relazioni, dei rapporti personali e che non si può cambia solo con la tecnologia.
Per incidere in modo significativo sulle abitudini degli italiani occorre dunque attivare una serie di fattori concomitanti che riguardano le tecnologie, l’usabilità, la sicurezza, l’inclusione, le normative oltre alla determinazione della politica e delle pubbliche amministrazioni.
E i fattori che potranno realmente contribuire a questo cambiamento sono ormai ben chiari e riguardano il P2P e il P2B, il Mobile payment e l’Instant Payment, la normativa PSD2 e la Strong Authentication e in prospettiva l’Open banking, così come la Blockchain, la sicurezza e l’identità digitale.
La fotografia della situazione attuale e la visione del futuro ci arriva dal Digital Payment Revolution di CorCom e PagamentiDigitali.it. L’evento ci consegna il profilo di un mercato che guarda con crescente interesse ai digital payment, ma che si scontra con una serie di freni e di difficoltà che la normativa e la politica e le azioni della pubblica amministrazione stanno, con non poca fatica, cercando di superare.
Lo scenario che Valeria Portale, Direttore Osservatorio Mobile Payment & Commerce ha portato a Digital Payment Revolution, vede una crescita chiara dei pagamenti digitali: «In Italia si sente il fenomeno new digital payment – ha osservato Valeria Portale – e rappresenta il 12% degli e-payments effettuati via pc, tablet e mobile che fanno riferimento al mondo Mobile e contactless su Mobile POS, ed esprimono una crescita del 22% sull’anno precedente». Stiamo parlando di un fenomeno in continua crescita che nel 2016 dovrebbe raggiungere un giro d’affari da 190 miliardi dai 175 miliardi del 2015.
«L’Italia è partita in ritardo ma adesso corre e sta recuperando il ritardo» è l’opinione di Gildo Campesato, direttore responsabile di CorCom che ha aperto Digital Payment Revolution e che va subito al tema dell’educazione al pagamento digitale. «Si riduce purtroppo ancora lentamente l’uso del cash ed è importante accelerare perché la trasformazione nei pagamenti è una componente fondamentale per la trasformazione culturale del paese».
Tornando ai dati dell’Osservatorio Mobile Payment si nota l’effetto dell’e-commerce su mobile. Un fenomeno che oggi pesa per il 15% del transato e che con il mobile ticketing e i micropagamenti per servizi pubblici sta vivendo una fase di crescita importante ed è una realtà che incide direttamente sulle abitudini dei cittadini. Basti pensare che solo nel 2015 ben 3 milioni di ore di sosta sono state pagate con smartphone. Un altro fenomeno altrettanto importante è quello del contactless NFC da smartphone e con mobile POS. A fine 2016 i POS contactless erano 750mila e rappresentavano una quota del 40% dei POS in circolazione. Le carte contactless sono arrivate a 30 milioni e già oggi 1 transazione su 30 è in contacless. Percentuale che è destinata a crescere pensando che il 40% di chi possiede un cellulare dispone della tecnologia NFC e dunque è nella condizione di utilizzare strumenti contactless.
Quando il tema è quello dell’educazione dei cittadini e della creazione di una nuova attitudine ai digital payment un ruolo fondamentale è evidentemente svolto dalla Pubblica Amministrazione.
E in particolare una bella spinta arriva da PagoPa. Lo ha ricordato anche Fabio Sorrentino, Responsabile Standard e Architettura del Consorzio CBI ricordando le attività legate al servizio CBILL per tutti i pagamenti alle pubbliche amministrazioni e per le soluzioni legate ai pagamenti multibanca pensati per semplificare al massimo le procedure per i cittadini. Il manager ha poi ricordato l’impegno di Consorzio CBI con Agid sui temi della standardizzazione, intesa come passaggio fondamentale per procedere nella direzione dell’interoperabilità e dell’usabilità.
Ma nei pagamenti le abitudini da cambiare non sono solo quelle dei cittadini, è evidente che in questa partita un ruolo sempre più importante è svolto dai merchant.
Stefano Pirito, Product manager per le soluzioni mPOS di Ingenico Italia ha sottolineato l’importanza della user experience non solo per i consumatori, ma anche per gli operatori del mondo retail. L’usabilità è anche più importante della stessa tecnologia ed è sempre più evidente che il successo di molte soluzioni non è legato tanto alle performance tecnologiche quanto alla facilità d’uso o alla capacità di entrare in sintonia con le abitudini e le attitudini degli esercenti.
Non si può negare che la diffusione dei pagamenti digitali, come in tutto i fenomeni, segue anche le tendenze generali del mercato e in questo senso un ruolo importantissimo è svolto dai wallet. Un fenomeno che se da una parte trova consensi perché determina un nuovo approccio in termini di usabilità dall’altro subisce il grande limite di essere parte di un circuito ristretto e sono confinati in “steccati” che si scontrano con la domanda di interoperabilità che arriva dai clienti.
Un discorso diverso riguarda invece il P2P che sta guadagnando consensi proprio per la user experience che ricorda i social network e con la prospettiva del P2B, del pagamento ai retailer e del P2G, ovvero dei pagamenti dal privato alla Pubblica Amministrazione può aprire veramente nuove prospettive. Per Pirito si tratta di una prospettiva che può essere disruptive per i retailer.
Anche la normativa contribusice alla creazione di un contesto più favorevole. Come ha ricordato Roberto Garavaglia, Strategic Advisor per i Digital Payment e coordinatore editoriale di PagamentiDigitali.it, la PSD2 dovrà essere recepita entro gennaio 2018 da tutti paesi Ue e segna un passaggio epocale che porta a compimento il concetto Open Banking. La PSD2 propone nuovi servizi basati sull’accesso ai conti e il potenziale del sistema bancario “aperto” si può trasformare in realtà grazie all’adozione di API che permettono di accedere in sicurezza alle informazioni.
La Strong Authentication e la sicurezza dei canali di comunicazione sono comunque i temi di maggiore rilievo della PSD2 che conferma la centralità dell’Autorità Bancaria Europea (EBA) chiamata ad emanare orientamenti, raccomandazioni ed elaborare norme tecniche di attuazione mediante atti di esecuzione.
Se la semplicità e facilità d’uso è uno dei principali driver dello sviluppo dei digital payment è altrettanto vero che questo stesso driver deve misurarsi con il tema della sicurezza e in particolare con il tema della sicurezza dell’identità digitale.
In questo ambito come sottolinea Massimiliano Nicotra, della Facoltà di Economia, dell’Università di Roma Tor Vergata, l’Italia può contare sulla chiarezza e sull’efficacia di SPID, ma il problema è oggi è nella velocità di adozione e nell’adeguamento di molte PA. Anche per Andrea Rigoni, Advisor Presidenza del Consiglio dei Ministri sui temi della Digital Security SPID ha bisogno di qualche intervento a livello di attuazione e sottolinea che è importante favorire una convergenza a livello di sistemi di identificazione perché devono essere le esigenze dei consumatori a guidare. Ma occorre fare attenzione perchè la user experience non deve mettere in discussione la sicurezza.
L’altra grande keyword del 2017 (e non solo) è Blockchain. Rigoni è convinto che il tema dei pagamenti digitali occupa solo una piccola parte delle potenzialità della Blockchain e ha una portata di impiego immensa, che inizia a trovare applicazioni nel sistema finanziario e nelle banche, ma è una risposta anche per l’IoT e per tutti i settori in cui è necessario “certificare” lo scambio di informazioni. In particolare le banche e il sistema finanziario guardano con estrema attenzione alla Blockchain perché da una parte ne intuiscono l’opportunità e dall’altra hanno ben presente l’enorme rischio che correrebbero a rimanere escluse da questo scenario. E’ arrivato il momento per le banche di capire gli scenari che possono determinare le svolte future e le banche hanno certamente capito che sui pagamenti digitali si sono aperte sfide enormi come ad esempio a livello di tempi di elaborazione di una transazione, oggi non compatibili con le esigenze del mercato.
Sempre sul tema Blockchain Tiziana De Luca, Dirigente del Ministero dell’economia e delle finanze, Dipartimento del Tesoro ha confermato che il ministero sta studiando le criptovalute e i sistemi digitali e aggiunge che se le transazioni sono oggi rigorosamente tracciabili, non sono però purtroppo riferibili a una identità certa. I temi della sicurezza e della privacy si scontrano con la logica dell’anonimato delle transazioni, ma questo “limite” non deve mettere in ombra i tantissimi vantaggi che possono arrivare. Lo ricorda anche Roberto Garavaglia sottolineando che sulla Blockchain “non si può perdere tempo”, ma nemmeno si deve cedere alla fretta, perché sicurezza e controllo vanno sempre garantiti e sono alla base di qualsiasi innovazione che arriva sul mercato.
Anche i notai, che nell’immaginario collettivo dovrebbero vedere la Blockchain come una minaccia, sono invece sulla stessa lunghezza d’onda, almeno quelli più attenti all’innovazione. Michele Manente, componente della Commissione informatica del Consiglio Nazionale del Notariato osserva che la categoria utilizza da tempo modalità simili alla Blockchain, per i registri immobiliari ad esempio per tutte le transazioni notarili. Ma la Blockchain può aiutare a fornire nuovi servizi, per esempio nella gestione dei pagamenti connessi con le transazioni immobiliari che oggi dipendono dagli assegni.
Domenico Gammaldi, Codirettore Servizio Supervisione Mercati e Servizi di Pagamento di Banca d’Italia invita a guardare al futuro dei pagamenti digitali pensando alla facilità d’uso che deve essere «veramente per tutti», alla sicurezza «in tutte le circostanze e in tutte le condizioni» alla interoperabilità, anche questa «reale, basata su infrastrutture solide, aperte e sicure»
Per Gammaldi integrazione e governance saranno due dei temi centrali che caratterizzeranno il 2017 dei pagamenti digitali.