Dati aperti sulla tempestività dei pagamenti della PA

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Non sono pochi i casi in cui le pubbliche amministrazioni mancano di pubblicare i dati sulla tempestività dei pagamenti, nonostante il Decreto Trasparenza del 2013 lo sancisca come obbligo. Ecco un’indagine sui dati del Piemonte

8 Settembre 2016

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Marco Gritti, Università di Torino, e Federico Morando, Società del Politecnico di Torino

Si chiama indicatore di tempestività dei pagamenti (ITP), esprime il ritardo delle amministrazioni nei pagamenti oltre ai trenta giorni previsti per legge per saldare le fatture (cfr. DLgs 192/2012 e DPCM 22/09/2014), e le PA sono obbligate a pubblicarlo. Ma spesso non lo fanno.

Abbiamo raccolto e analizzato questo dato riferito ai 608 comuni piemontesi con più di mille abitanti. L’analisi, nata con l’intento di esplorare il dato e di ricavare indicazioni sulle tendenze nei pagamenti, si è rivelata emblematica della difficoltà di riutilizzare sistematicamente gli open data pubblici. Il compito di pubblicare è lasciato alle singole amministrazioni, senza che sia predisposta una piattaforma su base territoriale utile a raccogliere più dati; i dati vengono pubblicati in formati che difficilmente possono consentire una raccolta automatizzata; la maggior parte in .pdf, altri in formato tabellare ma capita sovente che il dato sia semplicemente inserito nella pagina web; molte sono le amministrazioni a non pubblicare. La conseguenza, naturalmente, è una scarsa potenzialità civica ed economica del dato, la cui pubblicazione richiede in ogni caso l’investimento di tempo e di risorse umane.


Il primo problema. Quando pagano le pubbliche amministrazioni?

I comuni piemontesi pagano con alcuni giorni di ritardo. I dati riferiti ai pagamenti del primo trimestre 2016 dicono che sono poco più di 6, in media, i giorni di ritardo con cui i comuni saldano i propri debiti.

Queste le medie annuali dell’ITP dei 608 comuni analizzati:

Anno 2014

Anno 2015

1° trimestre 2016

4.1

8.22

6.54

Il seguente grafico illustra, per i tre periodi, il range di valori assunti dall’ITP dei comuni.



Emerge immediatamente che il numero di comuni ad aver pubblicato i dati stia diminuendo in maniera sensibile. Se nel 2014, primo anno di applicazione del Decreto Trasparenza (Dlgs 33/2013), erano stati 411 comuni piemontesi su 608 a pubblicare il dato, nel 2015 lo avevano fatto solo 258, e nel primo trimestre del 2016 solo 221.

Più significative sono le analisi condotte segmentando i comuni secondo il numero di abitanti. Abbiamo proceduto utilizzando cinque fasce.

abitanti

n. comuni

media itp 2014

media itp 2015

media itp 1°trim 2016

1.000 – 4.999

475

-0.27

6.53

4.38

5.000 – 14.999

87

14.95

11.57

3.22

15.000 – 49.999

40

20.3

12.08

20.8

50.000 – 200.000

5

33.02

18.16

24.58

> 200.000 (torino)

1

72

29

33



Il grafico mostra come la media dei tempi di pagamento aumenti all’aumentare del numero di abitanti. In altre parole, i comuni grandi pagano molto più lentamente dei paesi piccoli.


Pagare in ritardo è un’abitudine. Le sanzioni

Sono previste sanzioni ai comuni che pagano in ritardo?

Sì, in particolare è previsto il blocco delle assunzioni per le amministrazioni che sforano, nei tempi di pagamento, i limiti di 60 giorni, come previsto dall’art. 41 co. 2 del dl 66/2014. I creditori, invece, possono appellarsi alla direttiva europea 2011/7/UE che riconosce il diritto agli interessi legali di mora.

Ciò che forse è più assurdo, però, è la mancata predisposizione di sanzioni a carico dei comuni che non pubblicano il dato relativo all’ITP. Il Decreto Trasparenza 33/2013, infatti prevede ripercussioni a carico dei dirigente responsabili, ma non dell’ente.


Il secondo problema. Spesso non si pubblicano i dati: analisi sui dati 2014, 2015 e 1°trimestre 2016

Più rilevante ancora del ritardo nei pagamenti è il silenzioso fenomeno che vede le amministrazioni non pubblicare l’ITP, infrangendo di fatto quanto stabilito dal Decreto Trasparenza.

Il numero di comuni piemontesi ad aver pubblicato il dato ITP si è quasi dimezzato, passando da 411 a 221 (-46,23%). Nello stesso lasso di tempo quasi un comune su sei (98/608) non ha mai pubblicato l’ITP. Ad aver sempre pubblicato il valore annuale e quello del 1°trimestre 2016, invece, sono stati 115 comuni. Il grafico che segue mostra il numero di comuni ad aver pubblicato l’ITP, secondo diversi criteri esposti in legenda.

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I dati trimestrali sulla pubblicazione

Proviamo ora a seguire l’andamento della pubblicazione dell’ITP su base trimestrale, in modo da avere periodi temporali confrontabili con maggior rigore. In questo caso i dati a disposizione riguardano i quattro trimestri del 2015 ed il primo del 2016.

2015 t1

2015 t2

2015 t3

2015 t4

2016 t1

numero di comuni che pubblicano dati

340

336

319

304

221

percentuale

55,92%

55,26%

52,47%

50%

36,35%


La percentuale di pubblicazione del dato ITP trimestrale decresce costantemente, seppur in misura meno accentuata. Dal dato del 1° trimestre 2016 pare si possa evincere che i comuni piemontesi siano lenti non soltanto nel pagare le proprie fatture, ma anche nel pubblicare i dati.

Proviamo ora a segmentare la percentuale di pubblicazione dei dati trimestrali secondo le fasce abitative, unendo in un’unica fascia i comuni con più di 15.000 abitanti. Il grafico che risulta è il seguente.


Anche in questo caso viene confermato il trend che vede un progressivo peggioramento: la percentuale dei paesi piemontesi che pubblicano sta diminuendo rispetto ad un anno fa, con l’unica eccezione dei comuni con più di 15.000 abitanti che nel primo trimestre 2016 ha visto un aumento (+8.7%, ma solo 4 comuni in più in valore assoluto).

Su base trimestrale emerge che 20 comuni hanno pubblicato solo il dato relativo ai primi tre mesi del 2016, mentre 102 amministrazioni che avevano pubblicato nel corso dei trimestri 2015 hanno smesso a inizio di quest’anno. 169 hanno pubblicato sempre, 212 mai.


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Secondo quanto disposto dal DPCM 22/09/2014 le pubbliche amministrazioni hanno l’obbligo di pubblicare i dati trimestrali entro il trentesimo giorno dalla conclusione del trimestre cui si riferisce. Il dato relativo al 1° trimestre 2016, pertanto, sarebbe dovuto essere pubblicato entro il 30 aprile 2016. La raccolta dei dati, avvenuta manualmente, è incominciata in data 3 giugno 2016 e si è conclusa in data 17 giugno 2016, procedendo in ordine decrescente secondo il numero di abitanti. È possibile consultare i dati in formato ODS e XLSX .


Problema di standard. I dati sporchi

La raccolta dei dati si scontra con varie difficoltà, anche nel caso in cui i dati siano pubblicati, ma privi delle necessarie informazioni. Ad esempio:


1 : dati pubblicati senza la specifica della modalità di calcolo utilizzata


2 : dati di cui si fatica a cogliere il segno + o –

3 : trimestri calcolati sui mesi sbagliati

4 : dati espressi come tempi medi di pagamento anziché come giorni di ritardo



5 : dati non ponderati sull’importo




Questi sono alcuni dei casi in cui la raccolta dei dati ha incontrato notevoli difficoltà, costringendoci a utilizzare l’arma dell’immaginazione più che del rigore per poter avere una base sufficiente di dati da analizzare.



L’analisi condotta ci ha portato a mettere in evidenza alcuni aspetti relativi ai dati sulla tempestività dei pagamenti in Piemonte. Ci concentriamo qui su quegli aspetti relativi ai dati stessi, e non alle tempistiche di pagamento in quanto tali.

L’analisi mostra la diffusa inosservanza delle leggi.

La pubblicazione dei dati IPT è una circostanza rara (36.35% dei comuni nel 1° trimestre 2016). La sezione Amministrazione Trasparente dei siti internet delle pubbliche amministrazioni, sebbene siano passati tre anni dal Decreto 33/2013 che ne ha sancito l’organizzazione, non rappresenta uno standard sufficiente a garantire una reale trasparenza. Le modalità di pubblicazione non sono rispettate in diversi casi, con vizi di natura diversa.

Che sia una banca dati unica, a livello regionale se non nazionale, la soluzione in grado di offrire un valore aggiunto a questi dati, consentendone un accesso più immediato?

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