Decentralizzazione ed efficienza: la blockchain cambia le prospettive della PA 4.0

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Ci sono enti e organizzazioni della Pubblica Amministrazione che stanno sperimentando l’uso della blockchain su alcuni ambiti, ma appare sempre più necessario passare a una fase più operativa, da una parte con la condivisione e discussione delle best practices e nello stesso tempo con la creazione di una piattaforma abilitante multiservizi unica della PA che permetta di mettere a fattor comune le esperienze positive. Durante ICity Lab 2018 non mancherà un workshop dedicato ai temi della blockchain per la PA 4.0, con la partecipazione e la moderazione di Blockchain4Innovation

3 Settembre 2018

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Mauro Bellini, Direttore Responsabile Blockchain4Innovation - PagamentiDigitali e Internet4Things

Dai numeri del mercato arrivano segnali positivi, per chi guarda con interesse allo sviluppo della blockchain. Imprese e organizzazioni hanno fame di sperimentazione per capire – se e come – la tecnologia dei registri distribuiti può incidere sui processi e sul business. E non mancano i Proof of Concept (PoC) dai quali si inizia a comprendere che la blockchain può realmente creare una nuova prospettiva di sviluppo digitale. E uno dei terreni sui quali crescono le maggiori aspettative è proprio quello della Pubbliche Amministrazioni. È ormai convinzione diffusa che la blockchain possa cambiare in modo radicale il sistema di relazioni tra i cittadini e le varie declinazioni della PA in ragione di una logica decentralizzata e distribuita che consente un avvicinamento e una maggiore partecipazione alla “cosa pubblica”.

Se si guarda ai processi che più sono coinvolti nei progetti di innovazione basati sulla blockchain e sui quali si concentra l’attenzione delle imprese che fanno sperimentazione, si trovano voci che possono portare un concreto miglioramento nei servizi delle Pubbliche Amministrazioni. Il payment, il data & document management, la gestione delle identità, il management delle property transaction e il voting sono tutti ambiti che possono avere un impatto importantissimo e diretto e possono contribuire a cambiare le logiche di sviluppo della PA 4.0.

Stiamo parlando di miglioramenti che nascono da una prospettiva diversa, che porta a una maggiore trasparenza, a una maggiore sicurezza e a migliori opportunità di accesso. (Vai ai dati dell’Osservatorio Blockchain 2018 e alla sezione relativa alle ricerche sull’evoluzione della blockchain)

Ma è significativo leggere i dati di una recentissima indagine di PWC che ha visto il coinvolgimento di 600 executive di 15 Paesi diversi (con la partecipazione di 46 executive italiani). Dalla survey è emerso che l’84% dei rispondenti ha dichiarato di essere coinvolto a vari livelli in attività legate alla blockchain.
In particolare, il 20% ci sta lavorando a livello di ricerca, il 32% è attivo in fase di sviluppo, il 10% è impegnato in progetti pilota, il 15% è già in produzione mentre il 7% dichiara di avere progetti avviati, che per qualche ragione si sono poi bloccati.
Solo il 14% del campione non ha alcun coinvolgimento, attivo o previsto sulla blockchain.

Lo scenario è dunque molto favorevole, ma non mancano i freni che iniziano però ad essere chiaramente identificati in alcuni temi sui quali si deve lavorare per concentrare il dibattito e l’impegno, sia a livello politico e istituzionale che a livello di imprese. Freni che hanno un effetto in particolare sulle possibilità di sviluppo nelle PA.

Le principali difficoltà a questo sviluppo possono essere identificate in tre grandi criticità:
  • Framework normativi – La necessità di fornire a tutti gli attori (imprese e organizzazioni della PA) un quadro di riferimento normativo chiaro, coerente con i framework che stanno emergendo a livello europeo e internazionale.
  • Governance e standard – La difficoltà di avviare un dibattito in grado di fornire indirizzi più chiari a livello di governance nelle modalità di gestione dei processi e nelle logiche di relazione tra i vari stakeholder nelle filiere progettuale blockchain nella forma di rapporti tra provider, imprese, utenti, terze parti coinvolte.
  • Best practices e formazione – La necessità di un impegno, diffuso e capillare, per sviluppare, incoraggiare, sostenere e diffondere la conoscenza di casi concreti, di best practices e la crescita e la diffusione di nuovi skill dedicati.

È altrettanto significativo, richiamando sempre questa recente ricerca, vedere come i partecipanti alla survey PWC evidenziano a loro volta tra i freni allo sviluppo di progetti blockchain la mancanza di un quadro normativo chiaro, l’assenza di un forte rapporto di fiducia tra gli utenti, la necessità di lavorare insieme o di far coesistere diverse blockchain, le perplessità sui temi della tutela della proprietà intellettuale e di compliance.

Il dibattito è già oggi molto vivo e lo dimostra anche il lavoro svolto, proprio sui temi della blockchain e della PA, lo scorso maggio in occasione di Forum PA 2018 con idee e proposte per sfruttare le potenzialità della blockchain in favore di un rapporto nuovo tra PA e cittadini (leggi il servizio Forum PA 2018, il Paese si prepara alla rivoluzione blockchain).

Da questo dibattito stanno emergendo indirizzi progettuali e scenari che riguardano tanti e diversi ambiti. Si pensi al sistema giuridico italiano, dove si ragiona a un utilizzo della blockchain in ambiti quali la tenuta dei registri pubblici (catastali ed immobiliari) o a livello di registro delle imprese. L’utilizzo della blockchain per la gestione dei procedimenti amministrativi delle singole amministrazioni potrebbe apportare significativi vantaggi in termini di trasparenza, tempi e gestione e visione delle responsabilità dell’azione amministrativa.

La semplificazione amministrativa potrebbe essere veramente una delle sfide della blockchain che abilita, anzi impone, grazie a una riprogettazione dei processi. Ad esempio, l’uso di smart contract può consentire di introdurre livelli di automazione che rendono più efficiente la macchina amministrativa, che accelerano le fasi di controllo e verifica e, grazie alla crittografia e alla distribuzione delle informazioni sui nodi della rete, si possono offrire livelli di garanzia e sicurezza delle informazioni diversamente ottenibili con maggiori complessità e maggiori costi.

Ci sono poi già esempi concreti. Il pubblico registro automobilistico è già oggetto di progetti e sperimentazioni basate sulla tecnologia blockchain. Aci Informatica, con la nascita del fascicolo dell’automobile in blockchain e con il progetto Aci blockchain sta muovendosi in chiave innovativa in un settore di rilevanza strategia come quello dell’automotive. Il tutto con un trust pubblico-privato che ruota attorno all’Aci e che mette a disposizione informazioni certificate e infrastrutture per la gestione delle informazioni, dalla tassa automobilistica alla revisione dei veicoli, fino alle informazioni trasmesse dalle officine per le attività di revisione e di controllo.

La blockchain può essere utilissima per alleggerire tradizionali colli di bottiglia burocratici. I servizi potrebbero essere rivisti in modo da essere così efficienti da non creare nessun ostacolo a cittadini e aziende. Il grande tema per le istituzioni è quello di definire delle chiare operazioni e azioni di controllo e di governo, ma senza creare difficoltà nella funzione privata e nella vita del cittadino. La questione è primariamente sulla governance, non necessariamente sulla tecnologia che ha invece bisogno di certezze a livello di standard. E proprio per questo i temi della governance appaiono fondamentali per creare una rete di interoperabilità in grado di funzionare in modo da attuare una vera cittadinanza digitale.

Ma gli ambiti applicativi sono tanti e impattano direttamente sulla nostra vita quotidiana di cittadini e imprese. Ad esempio, la conservazione documentale e la sanità digitale, per citare due ambiti dove le criticità della spesa pubblica chiedono alla tecnologie idee e soluzioni per portare maggiore efficienza, possono trarre grandi vantaggi dall’introduzione di progetti blockchain. E in particolare si possono individuare quattro grandi fattori abilitanti a favore di soluzioni blockchain:

  • L’affidabilità dei registri distribuiti e la loro immutabilità – La Blockchain è una catena cronologica di transazioni e ogni transazione è registrata in modo immutabile e permanente sulla Blockchain. Tutte le nuove transazioni vengono aggiunte alla Blockchain in modo lineare e cronologico, creando una catena di blocchi precisa e inalterabile. Per le Pubbliche Amministrazioni è un passaggio importantissimo rispetto alla tradizionale logica centralizzata.
  • Trasparenza – Fermo restando le regole di Governance che devono essere definite caso per caso, la blockchain è concettualmente aperta e trasparente, ovvero consente a tutti di “vedere” e garantisce a tutti che “nessuno può modificare un dato archiviato e certificato dalla comunità”. Le certezze nell’accesso e nell’inalterabilità, non associata a una autorità o a un ufficio centrale, rappresenta un fattore di “vicinanza” ai cittadini.
  • Un nuovo concetto di valore – Le transazioni rappresentano un trasferimento di valore: e ogni transazione tra persone, organizzazioni o istituzioni è un asset di valore per il tipo di informazione e di dato che viene condiviso. Questa transazione viene autorizzata e archiviata sulla blockchain, che opera a tutti gli effetti come una terza parte affidabile in capo agli stessi partecipanti.
  • Scalabilità – La blockchain impone e consente una nuova organizzazione delle informazioni e un nuovo modo per procedere alla loro verifica e attendibilità. La blockchain può permettere di attuare forme di controllo meno onerose, più veloci e più flessibili rispetto a quello organizzate attraverso tradizionali uffici centralizzati e può aumentare la fiducia dei cittadini verso le azioni, anche quelle più comuni e quotidiane, della Pubblica Amministrazione.

Ci sono enti e organizzazioni della Pubblica Amministrazione che stanno sperimentando l’uso della blockchain su alcuni ambiti, ma appare sempre più necessario passare a una fase più operativa, da una parte con la condivisione e discussione delle best practices e nello stesso tempo con la creazione di una piattaforma abilitante multiservizi unica della PA che permetta di mettere a fattor comune le esperienze positive, con le quali disegnare dei percorsi e definire degli skill per consentire un vero sviluppo, coordinato e sostenibile, di sviluppo a livello di progetti.

Proprio per dare nuove risposte e supporto a chi sta lavorando su questi temi, durante ICity Lab 2018 un workshop dal titolo Blockchain: esperienze evolutive per i servizi e lo sviluppo locale (18 ottobre 2018), con la partecipazione e la moderazione di Blockchain4Innovation.

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