E-leadership, come sviluppare la cultura del dato per il governo delle PA

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Il concetto di e-leadership aiuta a definire il profilo di chi ha il
compito di progettare e decidere sui processi di innovazione: un
combinatore di risorse che coglie le opportunità che l’innovazione
tecnologica offre e le sa calare con successo nel contesto organizzativo
e amministrativo del settore pubblico

24 Marzo 2016

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Salvatore Marras, responsabile ufficio per l'Innovazione digitale, FormezPA

Ormai è evidente che tutti i dipendenti pubblici devono avere una chiara idea di quale deve essere il bagaglio professionale che un’amministrazione moderna richiede. Non si tratta solo di accendere un personal computer, ma di vedere come l’innovazione tecnologica e organizzativa può cambiare il modo di lavorare e di produrre servizi per il cittadino, come la gestione dei dati cambia i processi interni.

Questo è il senso della parola emergente, nel quadro delle competenze digitali della PA: e-leadership. Lo sviluppo della e-leadership coinvolge capacità personali, organizzative, di contesto e digitali, in cui la cultura del dato è fondamentale.

Ogni dirigente e funzionario pubblico deve combinare attitudini personali, capacità manageriali e competenze digitali per portare l’innovazione nella Pubblica Amministrazione. La e-leadership, essendo la combinazione di conoscenze, capacità e comportamenti, non solo digitali, costituisce un modello di identità del funzionario pubblico.

Figura 1 – Le cinque aree della e-leadership


Dai dati aperti ai sistemi decisionali, dai servizi on line alla partecipazione, dalle infrastrutture abilitanti all’accountability si apre un panorama di nuovi concetti che tutti devono capire e collocare in un processo di cambiamento che non è più riservato ai soli specialisti.

Il concetto di e-leadership aiuta a definire il profilo di chi ha il compito di progettare e decidere sui processi di innovazione: un combinatore di risorse che coglie le opportunità che l’innovazione tecnologica offre e le sa calare con successo nel contesto organizzativo e amministrativo del settore pubblico.

L’e-leader combina abilità digitali di base con capacità personali e organizzative, con la conoscenza del contesto e delle opportunità dell’egovernment e dell’open government.

All’e-leader si richiede la capacità di indirizzare il miglioramento dei processi, un miglioramento che punti innanzitutto a fare in modo che i dati siano correttamente strutturati, continuamente aggiornati ed effettivamente utilizzati nei processi decisionali, nel governo dei processi, nella valutazione delle performance organizzative. Solo così la PA diventa in grado di “dar conto di quello che fa”, secondo il principio dell’accountability.

Accountability che dipende dalla disponibilità di dati, aperti e di qualità, da analizzare, monitorare, valutare, in modo da agire con l’adeguatezza informazione. Per queste ragioni la cultura del dato è fondamentale per l’e-leader.

Quando l’azione formativa si centra sulle competenze digitali, il modello di apprendimento deve fare il miglior uso possibile delle opportunità offerte dalle tecnologie. In altre parole, non si può fare formazione sulle competenze digitali in modo tradizionale.

La e-leadership si costruisce con un percorso lungo tutta la vita professionale, fatto di apprendimento formale, informale e non formale. Per preparare a questo percorso non basta la formazione tradizionale, ma non è nemmeno sufficiente la formazione on line massiva (MOOC).

Il sistema formativo pubblico deve sviluppare la capacità di combinare in modo flessibile e integrato le modalità di intervento (informazione, formazione, assistenza), con le forme di erogazione (corsi, seminari, conferenze, laboratori, coaching), con gli strumenti e le tecnologie (aule tradizionali, aule virtuali, piattaforme di elearning). Conseguentemente l’ambiente di apprendimento deve adattarsi agli obiettivi didattici e organizzativi, al livello e alle specificità dei contenuti, al numero e alle caratteristiche dei destinatari, al rapporto tra costi e benefici.

Figura 2 – Il modello formativo


Si deve costruire un sistema per l’apprendimento permanente che metta in rete i formatori pubblici e li orienti verso un obiettivo e un modello formativo comune, con metodologie condivise, con la co-produzione aperta dei format e dei contenuti.

Un modello di intervento formativo basato su percorsi che combinano apprendimento autonomo e massivo per tutti, con apprendimento assistito mirato alle specificità delle diverse amministrazioni, con apprendimento sul lavoro per unità organizzative o per gruppi di progetto, con affiancamento personalizzato per i decisori.

Un sistema che adatta le proprie modalità di intervento alle esigenze e alle condizioni della PA centrale, regionale e locale, ma mantiene un filo comune in un quadro condiviso delle competenze digitali, nella e-leadership, che può diventare l’elemento unificante di tutta la PA.

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