EDITORIALE
E ora? 100 progetti per non ricominciare da zero
Momento delicato questo: molte cose cambieranno, come per altro è fisiologico in una democrazia. In questo contesto il rischio della “sindrome da lavagna bianca” è fortemente presente. Una sindrome, che cancella dalla visione tutto quello che è stato fatto prima, accomunato ad un “passato” da cui prendere le distanze. A questo pericolo di “anno zero” che è grave ovunque, ma che sarebbe deleterio in un campo come l’innovazione che ci vede già tanto indietro in Europa, rispondiamo, com’è nostro costume, rilanciando e apriamo così una grande call
7 Marzo 2018
Carlo Mochi Sismondi
Momento delicato questo: molte cose cambieranno, come per altro è fisiologico in una democrazia. Non sappiamo ancora quali scenari ci si aprono, ma certo fortissima è la spinta (bene o male indirizzata non sta a noi dirlo qui) ad una palingenesi che modifichi radicalmente il quadro esistente.
In questo contesto il rischio della “sindrome da lavagna bianca” è fortemente presente. Una sindrome, che cancella dalla visione tutto quello che è stato fatto prima, accomunato ad un “passato” da cui prendere le distanze. Una sindrome a cui non è stato immune quasi nessuno dei 18 Governi con cui mi è capitato di lavorare negli ultimi trent’anni.
Una sindrome che rischia di buttare il bimbo con l’acqua sporca e di farci ritrovare ogni volta a dover ricominciare da capo.
Una sindrome, comunissima nella politica, che nasce non solo dalla presunzione, ma anche da una reale ignoranza di chi non ha né la pazienza né il tempo di informarsi su quanto di meglio, in ogni campo, si è fatto, specie nei territori e nelle complesse realtà delle comunità locali. Così si fanno leggi nuovamente su cose su cui le leggi già c’erano e non c’era stata invece la cura e la tenacia dell’attuazione; così non si considerano né le buone o ottime pratiche né gli errori fatti e non si impara né dalle une né dagli altri.
A questo pericolo di “anno zero” che è grave ovunque, ma che sarebbe deleterio in un campo come l’innovazione che ci vede già tanto indietro in Europa, rispondiamo, com’è nostro costume, rilanciando e apriamo così una grande call. Un premio per raccogliere i migliori progetti realizzati dalle amministrazioni che possano aiutare l’Italia, ed in particolare i singoli territori, ad affrontare le tante debolezze dell’attuale modello di sviluppo, scegliendo un sentiero di crescita sostenibile da percorrere fino e oltre il 2030. La convinzione che sta alla base dell’iniziativa vede la costante ricerca di innovazione da parte delle amministrazioni centrali e locali, ma anche da parte di associazioni e start up, come la strada irrinunciabile per assicurare benessere e sviluppo alle comunità.
È ora quindi di far vedere, con orgoglio, quello che di meglio si è progettato e realizzato perché è da lì e dalle persone che “nonostante tutto” hanno avuto forza, entusiasmo e coraggio per essere innovatori, che possiamo sperare di ripartire. Nostro compito sarà di esaminare tutti i progetti arrivati, selezionare non quelli che sono in assoluto “i migliori”, cosa spesso difficile da definire vista la diversità delle candidature che arriveranno, ma quelli che ci paiono più utili appunto per non ricominciare da zero.
I temi, che potete leggere in dettaglio qui insieme al regolamento, sono sette e tutti sfidanti e si riferiscono ad uno o più degli SDGs (Sustainable Development Goals – Obiettivi di sviluppo Sostenibile):
- Ambiente, energia, capitale naturale
- Diseguaglianze, pari opportunità, resilienza
- Economia circolare, innovazione e occupazione
- Capitale umano ed educazione
- Città, infrastrutture e capitale sociale
- Giustizia, trasparenza, partecipazione
- Salute e welfare
Sulla piattaforma forumpachallenge.it trovate tutte le informazioni sul Premio, il Bando e il form per candidare la vostra soluzione.
Avete tempo fino al 6 aprile.
Attendiamo da voi le vostre eccellenze che prenderemo come un segno concreto di speranza e come suggerimenti preziosi da cui ripartire.