Ecco perché dicembre è un mese decisivo per il futuro della cittadinanza digitale
9 Dicembre 2015
Nello iacono, Stati Generali dell'Innovazione
Dicembre è un mese decisivo per l’evoluzione in Italia del tema della cittadinanza digitale.
È decisivo, prima di tutto, per trasformare in norme concrete i principi inseriti in tema di cittadinanza digitale nella legge delega di riforma della Pubblica Amministrazione.
In particolare, qui sono due i punti di maggiore attenzione (relativi al diritto di accesso e al Codice dell’amministrazione digitale), per i quali un processo partecipato per la scrittura dei decreti sarebbe stato più che auspicabile:
- comprendere quanto stringente e quindi efficace sarà la declinazione dei principi dell’accesso alle informazioni ispirati da quello che è internazionalmente riconosciuto come Foia ( Freedom of Information Act), e se il decreto legislativo conterrà quei “punti irrinunciabili” che le trenta associazioni di Foia4Italy hanno posto come discriminante per un “vero” Foia;
- valutare quanto profonde saranno le modifiche al Cad e quanto saranno in linea con l’affermazione di un’amministrazione “aperta e digitale”, come espresso nella legge delega.
La profondità richiesta nelle modifiche è quella che porta il Cad ad essere il “codice dei principi” dell’amministrazione aperta e digitale, e quindi semplice e senza norme e procedure di dettaglio, mentre l’apertura dell’amministrazione richiama i principi dell’Open Government: trasparenza, partecipazione e collaborazione, accountability . Con sempre maggiore spinta all’apertura dei dati, al coinvolgimento attivo dei cittadini e delle imprese, a una scelta decisa verso un sistema pubblico che rende conto dei risultati delle proprie decisioni e delle proprie attività. E con uno spazio sempre meno agibile per la “ cultura dell’inadempienza ” che ha accompagnato le tante scadenze inattuate del Cad da parte di molte, troppe amministrazioni. Avendo ben chiara la portata anche rivoluzionaria dei cambiamenti conseguenti, in rottura netta verso il sistema burocratico e corruttivo, e quindi con un processo di implementazione non facile né scontato.
Dicembre è anche il mese in cui ci si attende la partenza operativa dei primi provider di identità digitali nell’ambito dello Spid ( Sistema Pubblico di Identità Digitale ), e delle sperimentazioni sull’Anagrafe Unica della Popolazione Residente . Due pilastri per costruire il quadro tecnico che rende possibile la cittadinanza digitale, insieme all’attuazione diffusa nei siti web delle amministrazioni dei principi di design e di co-progettazione del programma Italia Login.
Norme, infrastrutture, tutte necessarie, ma perché cittadinanza digitale sia, manca ancora il tema fondamentale delle competenze digitali, dove l’Italia ha gravi carenze. Un tema complesso, articolato, che oggi vede due iniziative istituzionali principali:
- da un lato l’ambizioso Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD) appena avviato dal Miur, che in questi giorni viene promosso con la “settimana del PNSD”;
- dall’altro l’altrettanto ambiziosa Coalizione per le Competenze Digitali promossa da AgID (con oltre 120 organizzazioni private, pubbliche, dell’associazionismo) che a dicembre avrà la sua prima convention di lavoro .
Un tema che in tutti i dibattiti viene definito centrale, ma che stenta ad essere posto al centro dell’attenzione politica dal punto di vista di una strategia complessiva e di un organico programma di attuazione, articolato sulla rete capillare degli attori istituzionali, e non.
E sarebbe proprio bene che non si perdesse la grande occasione delle risorse europee per costruire una regia di rete sulle diverse iniziative, in grado di far compiere all’Italia il passo decisivo e necessario verso la consapevolezza digitale. Un bel modo di chiudere il 2015 e iniziare il nuovo anno.
Sapendo che parliamo di innovazione, e l’innovazione è cambiamento non superficiale