Epayment, se i servizi non sono a misura di smartphone
Va favorita un’azione sinergica di sistema che, così come è riuscita a
definire i contenuti funzionali dei servizi (PagoPa e SPID), arrivi sistemicamente a definire e sviluppare anche i nuovi
paradigmi operativi di innesco sicuro del telefonino
12 Aprile 2016
Giorgio Porazzi
Non molto tempo fa, ancora emergeva come il personal computer fosse il terminale per eccellenza per effettuare transazioni dispositive, in primis le operazioni di home banking, e per effettuare gli acquisti in internet. Il telefonino era sostanzialmente un ausilio che permetteva un accesso di tipo informativo per confrontare e trovare l’oggetto da acquistare poi a casa, con comodità e sicurezza.
Ma i tempi passano sempre più velocemente, e l’avvento dei nuovi paradigmi operativi definiti dalle società OTT e Fintech nonché l’avvento dei Millennials nel panorama della clientela stanno decretando la fine di tale modus operandi, rendendo il telefonino lo strumento principale anche per gli accessi alla propria banca e per l’effettuazione di operazioni finanziarie, pagamenti inclusi.
Se le applicazioni in generale si sono adeguate a tale nuovo modello operativo, non lo stesso si può affermare sulle modalità di identificazione e di autenticazione innescabili dal telefonino. Lo smartphone non può essere visto come una versione ridotta del personal computer, ma un nuovo dispositivo assolutamente caratterizzato da propri modelli operativi e da una user experience, di interazione con la clientela, assolutamente dedicata.
Troppo rischioso sottovalutarlo.
Il telefonino, quale disruptive innovation per eccellenza, ha decretato nei pochi anni dalla sua comparsa, la fine di molteplici apparecchiature che ritenevamo conquiste irrinunciabili: dai navigatori satellitare ai riproduttori musicali, dalle macchine fotografiche ai tablet. Non c’è spazio per i sentimentalismi e per tecnologie “mono-uso”.
E’ stato inoltre capace di modificare la concezione di molti servizi rendendoli indissolubilmente legati al prodotto, rendendo cioè necessario sviluppare specifiche versioni dei servizi così da renderli sfruttabili su quel particolare modello di telefonino ma, ahimè, non sull’altro. Per rendere il paragone, è come se trenta anni fa avessimo reso necessario modificare la cassetta VHS in funzione di ogni produttore di videoregistratore, fermo restando la presenza del nastro in tale standard all’interno!
E in tema di pagamenti digitali, nessun altro prodotto ha avuto la forza di farsi disegnare il proprio sistema di pagamento e non di adattarsi ad esso. E tra poco toccherà anche alle SIM vedersi dematerializzare per essere ospitate in chissà quale espressione digitale al suo interno.
Ma il punto non è questo, bensì la lentezza con cui stiamo reagendo a questo nuovo modo di connettersi e a come trasformare le modalità sviluppate per il personal computer e non per il telefonino.
Non possiamo pensare, quando vogliamo effettuare transazioni di pagamento, di utilizzare ancora le modalità di identificazione e di autenticazione che utilizziamo nel mondo fisico o in quello digitale quando siamo comodamente seduti.
Addio quindi alla digitazione degli elementi che oggi caratterizzano le nostre fasi di pagamento, quali identificativi di conto, numeri di carta o indirizzi e-mail. Addio anche a pin/password – fisse o variabili che siano – anche dipendenti dall’uso di un secondo fattore (cartine, portachiavi …).
Troppo da scrivania!
Il telefonino richiede uno sviluppo specifico, anche anticonformista e con modalità differenti dalle attuali, si anche le ultime, per permettere di esprimere le sue potenzialità e non richiedere al consumatore di utilizzarlo in modo degradato, come fosse un personal computer.
Come farlo non è facile, anche se una iniziale consapevolezza può orientare le forze e la determinazione a capire il nuovo scenario per determinarne le soluzioni.
Per avere successo non ritengo convenga cavalcare un approccio di tipo puramente competitivo, ma favorire un’azione sinergica di sistema che così come è riuscita a definire i contenuti funzionali dei servizi (PagoPa e SPID per intenderci) arrivi sistemicamente a definire e sviluppare anche i nuovi paradigmi operativi di innesco sicuro del telefonino.
Lo scopo è di rendere successivamente disponibili tali sviluppi ai vari attori accreditati perché li integrino nella loro offerta, a questo punto competitiva, dei contenuti di servizio.
Diversamente, e le dimensioni delle clientele servite possono essere un esempio delle differenti potenzialità in gioco e dei pericoli incombenti, non si riuscirà a resistere alla pressione degli OTT, alle loro soluzioni e alla loro pervasività, seconda solo a quella del telefonino.
Un esempio, semplice. Madrid, coda alla biglietteria del Prado di circa 200 metri. Perché non comprare il biglietto con il telefonino? Si, ma ho dovuto sedermi su una panchina, all’ombra, per compilare il tutto. Dieci minuti circa, resistendo alle varie digitazioni che l’applicazione richiedeva ed alle richieste di rinuncia da parte di mia moglie e mia figlia. Dopo dieci minuti siamo comunque entrati.