Epayment, tanti strumenti ma vince la multicanalità

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Wallet e P2P sono oggi i protagonisti del mercato degli strumenti di pagamento, grazie anche al loro stretto connubio con la tecnologia dei telefonini. Sarà la tecnologia a guidare il loro successo oppure si affermeranno sul mercato grazie a contenuti di servizio differenzianti? Ecco un’analisi

23 Settembre 2016

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Giorgio Porazzi*

Wallet e P2P (anche in ottica P2B per indicare la possibilità di effettuare transazioni per acquisti) sono tra le ultime sigle apparse nel panorama dei pagamenti digitali e vanno a completare la gamma di servizi “storici” degli strumenti di pagamento. Per wallet si intendono in generale i servizi che permettono la semplificazione delle modalità di inserimento delle proprie credenziali ovvero degli strumenti di pagamento memorizzati appunto nei wallet, evitando in tal modo di digitare ad esempio il numero della propria carta di credito. Per P2P si intendono invece i servizi di trasferimento fondi tra due soggetti e possono appoggiare la loro operatività sulle carte di pagamento oppure su conti di pagamento dotati di coordinate IBAN.

Questi servizi riprendono delle funzionalità sperimentate già agli inizi degli anni 2000 e oggi vengono ripresentati facendo leva sulla pervasiva diffusione degli smartphone, sulla loro maturità tecnologica e sullo sviluppo di interfacce operative di provata efficacia, per una riproposizione, si spera, più incisiva. Pur essendo sostanzialmente servizi, sono spesso offerti sul mercato come prodotti autonomi ed a volte richiedono la preallocazione di fondi per poter operare, rinforzando in tal modo il concetto ispiratore di prodotto.

Siamo di fronte sicuramente ad un arricchimento operativo, atto soprattutto a semplificare la fruizione dei servizi di pagamento e ad avvicinarne l’operatività a quella delle altre applicazioni di successo, tipicamente social. Anche dal punto di vista della sicurezza, si stanno integrando nei servizi di pagamento nuove modalità di innesco e di identificazione del servizio, facendo leva alle capacità di riconoscimento biometrico dei telefonini ed all’apprezzamento che tali modalità hanno ottenuto dalla clientela.

Il risultato è sicuramente d’effetto.

Se pensiamo alle modalità con cui possiamo oggi effettuare una transazione di pagamento con il nostro telefonino rispetto a quelle che si potevano effettuare solo una quindicina d’anni fa, possiamo facilmente evocare i cambiamenti che sono intercorsi nei videogiochi dai tempi del PingPong di Atari. Potenza del telefonino che prima di tutto è un calcolatore ben più potente della tecnologia che equipaggiava quei videogiochi!

Sarà la tecnologia quindi a guidare il successo di wallet e P2P oppure si affermeranno sul mercato grazie a contenuti di servizio differenzianti? Non c’e’ inoltre il rischio che siano considerati delle inutili riproposizioni di servizi gia’ disponibili e quindi destinati ad un rapido abbandono?

Senza entrare in merito alle specifiche offerte, le cui proposte riempiono quotidianamente gli organi di stampa, la cartellonistica di strada nonché le comunicazioni che riceviamo nelle nostre caselle di posta, propedeuticamente alla loro scelta [1], verifichiamone le caratteristiche ed il grado di copertura delle esigenze di un consumatore.

Ovviamente tante sono le occasioni di utilizzo e occorre considerare tutte le modalità multicanale eventualmente disponibili a corredo del prodotto individuato. In altre parole è necessario considerare tutte le funzionalità, native o con APP aggiuntive, associate al nostro prodotto, nativamente o per il tramite di servizi di terze parti.

Una carta di credito, ad esempio, potrà essere utilizzata con molteplici applicazioni internet o con APP telefoniche per innescare servizi di trasferimento fondi Person-to-Person (P2P) mentre un servizio esclusivamente di trasferimento fondi difficilmente potrà essere utilizzato laddove venga richiesta l’uso fisico di una Carta. Di seguito riporto i contenuti di servizio che, a prescindere dalla tecnologia di fruizione, dovrebbero caratterizzare l’operatività di ogni strumento di pagamento e che possono quindi aiutarci nella scelta:

  • Pagamenti presso strutture commerciali fisiche e in internet
  • Prenotazioni alberghiere e compagnie di noleggio
  • Utilizzi in Italia ed all’estero
  • Utilizzo negli esercenti convenzionati all’accettazione dei marchi nazionali e internazionali e non solo con specifico e distinto convenzionamento
  • Possibilità di effettuare pagamenti anche in assenza di fondi precaricati e non solo vincolati al valore di ricarica preventivamente effettuato
  • Possibilità di utilizzo indipendentemente dal telefonino e dalla connessione internet e non solo in presenza unicamente di tali modalità
  • Presenza di garanzie e tutele nei confronti di vendite difformi con possibilità di rivalsa e rimborso garantite dall’emittente del prodotto
  • Trasferimenti di denaro a terze parti
  • Possibilita’ di utilizzare lo strumento di pagamento solo con Userid e Password

Fermiamoci qui.

Se il nostro prodotto ci permette di rispondere positivamente a tutte le domande, con un indice di efficacia pari quindi al 100%, non ci sono dubbi, acquisiamolo. Siamo sicuramente di fronte ad un prodotto con un positivo “network effect”. Diversamente, ci conviene considerare altre proposte.

Potrebbe anche capitare di voler scegliere due prodotti. Ma conviene?

Quando si acquisiscono più strumenti di pagamento si corre innegabilmente il rischio che col tempo quello ad efficacia limitata verrebbe sempre meno utilizzato ed alla fine sarebbe dormiente. Il principio vale sia nel caso di una carta di pagamento, dimenticata in una tasca interna del nostro portafoglio, o di una APP telefonica, come molte altre che abbiamo scaricato sull’onda soprattutto della curiosità ma che poi dimentichiamo di averla.

Anche nel mondo degli strumenti di pagamento, vale infatti il principio che se un prodotto non lo si utilizza dappertutto, alla fine si utilizzerà solo il prodotto (scusate la ripetizione) che si usa dappertutto. Non è un problema legato quindi alla sola tecnologia, ma principalmente alla completezza ed alla diffusione del servizio. E il “contante” è la prova quotidiana ad esempio della validità di tale principio.


*Esperto di sistemi di pagamento. Ha raggiunto posizioni apicali in società interbancarie



[1] Non si intendono qui considerare le user experience e le modalità di innesco e di sicurezza coinvolte, in quanto troppo legate alle proprie esperienze di “possesso” (perché si prende quel modello di telefono) e di “utilizzo” (quanto si sfruttano le molteplici funzionalità del telefonino) bensì le sole caratteristiche legate ai servizi di pagamento: facilità ed efficacia di utilizzo.

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