Fare rete come strategia trasversale: ecco i focus di Istat su inclusione, comunicazione e analisi della mobilità
Cosa hanno in comune temi diversi tra loro come l’inclusione sui luoghi di lavoro, la comunicazione dei dati statistici, l’analisi dei fenomeni legati alla mobilità di merci e persone? Tutti si collegano al concetto di rete, sono tre esempi di sistemi di connessione secondo la visione di Istat, che li ha sviluppati all’interno della Rubrica realizzata a FORUM PA 2021
15 Luglio 2021
Michela Stentella
Fare rete tra le diverse figure istituzionali che si occupano di tutelare e valorizzare le diversità e, quindi, favorire l’inclusione sui luoghi di lavoro; usare il digitale per impostare campagne di comunicazione in grado di coinvolgere l’utenza e i rispondenti alle rilevazioni condotte da Istat, attraverso un’interazione più diretta, veloce, intuitiva e accessibile a tutti; lavorare per realizzare una base informativa adeguata a rappresentare le dinamiche relative alla mobilità delle persone (necessità diventata più urgente con l’emergenza COVID-19 e la correlata necessità di programmare e gestire i flussi di persone sul territorio). Sono questi i focus al centro dei tre appuntamenti della Rubrica che Istat, l’Istituto nazionale di statistica, ha realizzato all’interno di FORUM PA 2021. Potete rivedere le registrazioni integrali degli appuntamenti. Ecco alcuni spunti emersi.
Lavorare in rete per l’inclusione: l’Istat si racconta
Benessere, inclusione, sostenibilità, non discriminazione, pari opportunità, accessibilità, ma soprattutto “rete”: queste le parole chiave che fanno da filo conduttore agli interventi delle tre relatrici del primo appuntamento della Rubrica di Istat a FORUM PA 2021. Hanno portato la loro esperienza: Rita De Carli, Responsabile dei processi di inserimento delle persone con disabilità; Nunzia Balì, in rappresentanza del Comitato Unico di Garanzia; Patrizia Grossi, Responsabile della mobilità sostenibile. Cosa ha in comune il loro lavoro? Come sottolineato dalla moderatrice Roberta Roncati (Direzione centrale per la Comunicazione, informazione e servizi ai cittadini e agli utenti di Istat), hanno in comune l’attenzione ai processi che interessano contesti lavorativi, intervenendo ove possibile per provare a renderli maggiormente inclusivi, prevenire violenze e discriminazioni, contrastare eventuali situazioni di disagio e difficoltà, creare le condizioni per una piena e attiva partecipazione di tutti i dipendenti alla vita lavorativa. Ma per creare inclusione occorre fare rete tra le diverse figure istituzionali che si occupano di tutelare e valorizzare le diversità. Nell’Istituto nazionale di statistica si sta lavorando proprio per connettere tra loro le prospettive diversificate sul fenomeno dell’inclusione lavorativa: inserimento delle persone con diverse abilità; contrasto alla marginalizzazione e promozione di politiche di pari opportunità; promozione di politiche di supporto ad una mobilità sostenibile. Ed è quello che si è voluto fare anche nel corso di questo evento, attraverso il confronto tra le figure istituzionali interessate a questa tipologia di processi.
La cura dei rapporti con i servizi territoriali per l’inserimento delle persone con disabilità, la promozione degli accorgimenti organizzativi e le soluzioni tecnologiche utili per facilitare l’inclusione, il monitoraggio delle criticità e la verifica dell’efficacia delle azioni intraprese. Queste le azioni in carico al Responsabile dei processi di inserimento delle persone con disabilità secondo il Decreto legislativo n. 165 del 2001. Ma come metterle in pratica? E come cogliere le opportunità di questo percorso? Rita De Carli, nominata a fine febbraio 2020, racconta come si è lavorato all’interno di Istat, partendo da un confronto interno, dalle criticità rilevate e agli spunti su cosa fare per rendere l’ambiente di lavoro più inclusivo: “Quando si parla di inclusione si corre il rischio di sembrare talvolta stucchevoli se non addirittura un pò ipocriti, a meno che la discussione non si accompagni a una messa alla prova concreta, come la che tipicamente si attua entro un gruppo, per provare a far emergere dal confronto costante con elementi diversi nuove e inaspettate potenzialità in un contesto che evolve. Parliamo di elementi concreti del contesto lavorativo, come le soluzioni messe in campo dalla logistica, le modalità di presentazione dei documenti di lavoro, la formalizzazione e la valutazione delle dinamiche lavorative… l’elemento che sta alla base di un processo che punta all’inclusione è l’assunzione di una prospettiva comune, trasversale e integrata ai fini dell’inserimento delle persone con disabilità”. Rita De Carli racconta quindi alcune azioni concrete portate avanti in questa direzione negli ultimi tempi da Istat, come la convenzione stipulata con il Sistema di inserimento lavoratori disabili del comune di Roma che tiene conto dei fabbisogni professionali dell’Istituto, oppure il coinvolgimento trasversale dei colleghi dei diversi servizi nella messa a punto di soluzioni non solo tecniche, come quelle per consentire anche ai lavoratori con disabilità di lavorare in smart working durante il periodo di lockdown, ma anche organizzative, come l’introduzione del servizio di interpretariato nella Lingua Italiana dei Segni LIS, o quelle divulgative messe in atto per promuovere la cultura per l’inclusione: si tratta di un ciclo di seminari interni, la pubblicazione di un opuscolo sull’inclusione della disabilità, l’apertura di uno sportello per l’inclusione, per citarne alcune. Infine, la responsabile dei processi di inserimento ha avanzato l’intenzione di promuovere la costituzione di una Rete dei Responsabili per l’inclusione nella Pubblica Amministrazione.
Nunzia Balì, in rappresentanza del Comitato Unico di Garanzia (CUG) di Istat, ha raccontato l’indagine sul benessere organizzativo e sul fenomeno del mobbing realizzata dal CUG, che è stata un’ulteriore occasione per fare rete e connettere le diverse anime dell’Istat. La rilevazione è stata progettata nel 2020 per raccogliere l’opinione dei dipendenti e avere un quadro su tutte le dimensioni che determinano la qualità della vita sul luogo di lavoro, e si è svolta poi tra febbraio e marzo del 2021. Articolata in otto sezioni, ha indagato diversi aspetti: spostamenti casa-lavoro, conciliazione lavoro/vita privata, lavoro agile (indagando la situazione prima e durante l’emergenza sanitaria, oltre che le prospettive a fine emergenza), organizzazione dell’Istituto, organizzazione del lavoro, benessere organizzativo. Ha raccolto inoltre suggerimenti dai rispondenti (di cui è stato garantito anonimato e privacy). L’intervento si è soffermato in particolare sulla sezione dedicata allo smart working, che può rappresentare un’occasione di inclusione, aumentare il benessere organizzativo ma anche portare effetti negativi, come ha rivelato l’adozione emergenziale di questa modalità di lavoro.
Infine Patrizia Grossi, la Mobility Manager di Istat, ha sottolineato come accessibilità e mobilità siano due temi strettamente connesse le città sono spesso luoghi e spazi non accessibili, le infrastrutture spesso non sono adeguate soprattutto per le fasce di utenza più fragili, come anziani, disabili e bambini. Quando parliamo di mobilità sostenibile, dobbiamo individuare, quindi, soluzioni che siano allo stesso tempo vantaggiose per l’ambiente e accessibili per le persone, siano esse con o senza disabilità, perché un welfare moderno deve rispondere ai bisogni di tutti. Torna il tema della rete: “Per creare un’organizzazione a misura di persona è necessario fare rete, creare un patto di collaborazione attiva e partecipata a tutti i livelli., perché la disabilità non debba mai trasformarsi in una barriera”. Dopo un excursus sulla normativa in materia di accessibilità e mobilità, Patrizia Grossi arriva al 12 maggio 2021 quando i Ministri Roberto Cingolani ed Enrico Giovannini hanno firmato il decreto che delinea le funzioni del Mobility Manager, misura orientata a limitare l’impatto ambientale ma anche a rendere le città inclusive e vivibili per tutti. “L’attività del Mobility Manager riveste una funzione molto importante nel programma di Responsabilità Sociale dell’Ente ed è finalizzata a proporre soluzioni ai temi del benessere delle persone e dell’accessibilità delle città”. Infine, la Mobility Manager Istat descrive le soluzioni individuate per i propri colleghi, l’organizzazione e l’ambiente, mettendo in primo piano le azioni ricercate per incrementare il bike to work, il carpooling e lo sharing mobility, oltre ad azioni ricercate per diminuire le emissioni di CO2 quali il potenziamento del Lavoro Agile e l’incremento dell’utilizzo del trasporto collettivo in sicurezza, anche in previsione della partenza sperimentale del Piano Operativo Lavoro Agile prevista per il prossimo mese di settembre.
Comunicazione statistica ed esperienze digitali di data telling
Il secondo appuntamento della Rubrica di Istat si è concentrato sul tema della comunicazione, in particolare la comunicazione attraverso strumenti e canali digitali. L’evento, moderato da Francesco Di Costanzo, Presidente dell’Associazione PA Social, ha approfondito questi temi e il relativo scenario attraverso il racconto delle esperienze concrete realizzate da Istat per la comunicazione dei Censimenti in particolare e dei dati statistici più in generale. Prodotti digitali, contest on line ed eventi virtuali affiancano oggi i tradizionali strumenti di comunicazione, permettendo un’interazione più diretta, veloce, intuitiva e accessibile a tutti.
Si è partiti dal racconto della campagna di comunicazione del 7° Censimento generale dell’Agricoltura, con l’intervento di Xenia Caruso e Federica Navarra. Coniugare tradizione e innovazione: questa la scelta comunicativa, che rispecchia lo spirito stesso del Censimento agricoltura. Un Censimento che riguarda infatti un settore tradizionale, quello agricolo e zootecnico, ma oggi investito da grandi cambiamenti e innovazioni. “Per unire tradizione rurale e nuove frontiere dello sviluppo agricolo e zootecnico, abbiamo fatto della digitalizzazione una delle leve strategiche della nostra campagna di comunicazione – spiega Xenia Caruso –. Da un lato abbiamo utilizzato i mezzi di comunicazione più tradizionali, quindi tv, radio stampa, affissioni, dall’altro abbiamo enfatizzato gli aspetti digitali e quindi innovativi del Censimento, che per la prima volta parte dalla compilazione di un questionario esclusivamente in formato elettronico, senza escludere però il supporto della rete di rilevazione”. È stato messo in campo un processo di comunicazione più veloce e diretto, che consente anche di verificarne costantemente l’efficacia. Tra le iniziative avviate, è stato sposato uno dei progetti di forestazione di Treedom: ogni 10.000 questionari compilati “nascerà” un nuovo albero dando vita alla prima Foresta social dell’Istat nell’ambito del progetto agro-forestale della Basilicata, avviato nel 2019 nel territorio del Parco delle Chiese Rupestri del Materano. O ancora i contest e le challenge: il “Premio donne e sostenibilità”, iniziativa volta ad evidenziare i tanti talenti femminili che operano in un’ottica green e innovativa nel settore agrario e zootecnico; il contest “Coltiva la tua idea”, il concorso dedicato a tutti gli studenti degli Istituti Agrari statali e nazionali; la campagna “Italia che cresce”, un racconto collettivo per immagini che ha raccolto 150 foto da 52 community Instagram. Federica Navarra ha raccontato invece l’evento istituzionale online realizzato il 19 maggio 2021 e la particolare soluzione scelta: una virtual venue Istat, ricostruzione fedele della storica sede dell’ente, grazie alla quale il partecipante ha potuto vivere un’esperienza immersiva nelle sale del palazzo, conoscere la storia dell’istituzione, scaricare materiali utili per l’evento e visualizzare contributi multimediali. L’evento ha costituito l’occasione per costruire un percorso di story telling digitale sulla campagna censuaria e sull’Istituto.
A seguire, il racconto della campagna di comunicazione sui censimenti permanenti “L’Italia ha bisogno di campioni” avviata nel 2018 e ancora in corso. Come ha ricordato Micaela Paciello: “Ad integrazione dei canali tradizionali di diffusione e promozione dei risultati censuari, è stata costruita una vera e propria strategia di narrazione del dato, in grado di valorizzare il grande potenziale informativo del censimento, ma soprattutto di raccontare e fornire altre molteplici chiavi di lettura della realtà, allo scopo di incuriosire e intercettare pubblici trasversali e non specialistici. Tutta la campagna si è basata su due pilastri: da un lato una logica crossmediale che ha messo a sistema tutti i canali coinvolti nella promozione, dall’altro ha costruito una vera e propria strategia di data telling per mantenere altra l’attenzione sulla produzione censuaria”. Sono stati potenziati nuovi linguaggi e nuove modalità di diffusione dei dati, attraverso lo sviluppo di prodotti di data visualisation, infografiche, video-tutorial, video animazioni, piattaforme web dedicate. Carlo Boselli, responsabile dei contenuti del data warehouse I.Stat, ha raccontato sia l’architettura delle piattaforme realizzate per diffondere i dati del Censimento e la logica di navigazione di questo patrimonio informativo, che il video tutorial realizzato per illustrare gli strumenti pensati per trovare e utilizzare i dati dei Censimenti.
Per chiudere Patrizia Collesi e Cristiana Conti si sono concentrate sul tema dell’alfabetizzazione statistica: come coinvolgere pubblici poco avvezzi all’utilizzo del dato, come avvicinare i giovani ai dati e ai prodotti realizzati da Istat, come
Come costruire oggi l’audience di domani? A questa domanda ha provato a rispondere Patrizia Collesi, raccontando le attività di Istat per avvicinare i giovani alla cultura statistica. Da giochi e competizioni rivolti a tutti i livelli scolastici, in coordinamento con altre istituzioni europee e sovranazionali, alle azioni rivolte agli insegnanti, “Istat prova a spiegare che usare i numeri non è così difficile”, racconta Collesi e che i dati possono essere un supporto importante per diverse materie e per incentivare a utilizzare i dati della statistica ufficiale in generale. Tra le principali iniziative, le Olimpiadi italiane di statistica collegate alle Olimpiadi europee, che per il secondo anno consecutivo ha visto l’Italia come il Paese con il maggior numero di partecipanti. Infine, passando dal target giovani a uno strumento pensato per tutti i pubblici, Cristiana Conti ha presentato “Dati alla mano”, la sezione del sito web dell’Istat fatta di “racconti digitali”, dove la statistica è alla portata dei non esperti, attraverso giochi, infografiche, video, news e grafici dinamici. “Una sezione del sito piuttosto recente nata proprio per ampliare il pubblico della statistica ufficiale e per avvicinare soprattutto il pubblico dei meno esperti – ha sottolineato Cristiana Conti – informare è condizione necessaria, ma non sufficiente, con ‘Dati alla mano’ vogliamo raccontare l’informazione statistica per coinvolgere chi è più lontano dal nostro linguaggio”.
Misurare la mobilità: fonti, scenari e sfide per la statistica ufficiale
Il terzo e ultimo appuntamento della Rubrica di Istat ha approfondito il contributo che i dati statistici possono fornire alla rappresentazione del fenomeno della mobilità delle persone. La mobilità è uno degli elementi indispensabili per “promuovere le energie vitali del Paese e promuovere l’inclusione” e “la mobilità è centrale per uno sviluppo equo e sostenibile di tutta la collettività”, come ricorda in apertura il moderatore Fabrizio Maria Arosio, Direzione centrale per le statistiche ambientali e territoriali di Istat, citando sia il Rapporto BES che l’Agenda 2030, che il PNRR. Qual è il fabbisogno informativo su un tema così complesso e trasversale come quello della mobilità, che chiama in causa aspetti diversi come sostenibilità, accessibilità, inclusione e marginalità, infrastrutturazione dei territori, consumo del suolo, emissioni inquinanti, innovazione dei comportamenti e dei servizi? E quanto siamo attrezzati a rispondere, a fornire una misurazione e rappresentazione adeguata?
Numerose sono le fonti disponibili: dalle indagini tematiche ai censimenti, dai dati amministrativi ai big data; tuttavia è necessario un significativo passo in avanti sul piano tecnico e di data governance, per realizzarne l’integrazione e garantire la produzione di statistiche ufficiali esaustive, coerenti e tempestive. In quest’ottica, l’incontro ha fornito una panoramica di queste fonti, approfondendone l’analisi delle criticità e delle potenzialità.
Giovanna Astori, Direzione centrale per le statistiche ambientali e territoriali, ha illustrato diversi obiettivi e priorità sul tema della mobilità – a livello locale, nazionale e internazionale – con i relativi documenti di riferimento individuando le linee comuni, tra cui decarbonizzazione, mobilità sostenibile, incentivazione del Trasporto Pubblico Locale, accessibilità e sicurezza, nuove tecnologie. Quali sono gli indicatori necessari? Bisogna ancora lavorare all’armonizzazione tra i diversi Paesi, prendendo a riferimento le Linee Guida Eurostat sulle statistiche della mobilità delle persone (2018). Dopo un’analisi dettagliata di indicatori e fonti disponibili, Astori ne ha evidenziato punti di forza e criticità confermando la necessità di ottimizzare i flussi informativi, di razionalizzare la produzione ufficiale e di rafforzare la collaborazione tra soggetti pubblici e privati.
Simona Mastroluca, Direzione centrale delle statistiche demografiche e del censimento della popolazione, ci ha raccontato come vengono rappresentati con il nuovo Censimento permanente gli spostamenti della popolazione (in particolare gli spostamenti giornalieri). Il 13 maggio 2021 sono stati diffusi i primi dati sulla mobilità giornaliera per motivi di studio o di lavoro e Mastroluca ha illustrato questi dati e la nuova metodologia utilizzata per costruire gli aggregati sulla mobilità giornaliera, ricordando che si tratta solo di una parte dell’offerta informativa censuaria sul tema della mobilità e che . “Naturalmente la serie storica sulla mobilità dovrà tenere conto della pandemia e dei suoi effetti, che renderanno complessa la lettura del fenomeno in un’ottica comparativa con il passato”.
Ultimo intervento, quello di Monica Scannapieco, Direzione centrale per la metodologia e il disegno dei processi statistici, che ha preso in esame il tema del contributo delle nuove fonti, in particolare dei big data, alla statistica ufficiale sulla mobilità. Qual è il quadro europeo su big data e statistica ufficiale? Quali sono le fonti big data attualmente disponibili sul tema della mobilità? Quali sono i principali temi da approfondire relativamente alla qualità di questi dati, in particolare i Mobile network operator (MNO) data, quindi i dati che arrivano dagli operatori di rete mobile? Quali le problematiche relative all’accesso ai “privately-held” data e quindi alla privacy? Un tema ancora aperto e sempre più attuale. L’intervento si è concentrato sugli MNO data e ne ha illustrato le potenzialità e le problematiche, concludendo che gli MNO Data sono una fonte Big Data con elevate potenzialità per supportare Statistiche Ufficiali sulla mobilità, su cui Istat ha già investito e prevede di continuare a farlo. Le principali sfide riguardano la qualità, l’accesso sostenibile a tali dati e la tutela della privacy. Insieme agli MNO Data anche le altri fonti citate (AIS, Smart survey, Immagini satellitari) hanno un elevato potenziale di applicazione e Istat ha in corso sperimentazioni per consolidarne l’utilizzo.