Fare sistema? Una linea di condotta

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Ne parliamo con: Andrea Bairati – Assessore all’Università, Ricerca, Innovazione e Internazionalizzazione della Regione Piemonte

In Piemonte la parola "sistema" è stata scelta per caratterizzare il portale dei servizi al cittadino e alle imprese, ed ovviamente non è un caso. Cosa c’è dietro questa parola?

24 Ottobre 2007

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Tommaso Del Lungo

Articolo FPA

Ne parliamo con: Andrea Bairati – Assessore all’Università, Ricerca, Innovazione e Internazionalizzazione della Regione Piemonte

In Piemonte la parola "sistema" è stata scelta per caratterizzare il portale dei servizi al cittadino e alle imprese, ed ovviamente non è un caso. Cosa c’è dietro questa parola?

"Fare sistema" è una vera e propria "linea di condotta" che la Pubblica Amministrazione piemontese segue da tempo. Un obiettivo che ha posto le basi per la creazione del sistema informativo regionale, che mette a disposizione degli enti piemontesi i mezzi per il trattamento automatico dei dati oggi indispensabili per conseguire i rispettivi fini istituzionali.
Integrazione, connessione degli enti, scambio delle informazioni e delle conoscenze, utilizzo in comune delle risorse, standardizzazione delle procedure, sono alcune delle parole chiave che hanno favorito la nascita di una community tra tutti gli attori del Sistema Piemonte – PA, aziende, atenei, centri ricerca – che partecipano a un disegno complessivo e vi contribuiscono attivamente.

Il Piemonte è riuscito davvero a fare Sistema e costruire una governance del territorio e dell’innovazione condivisa e costruttiva?

La Regione Piemonte nel corso degli anni ha sostenuto in misura sempre più significativa iniziative "di sistema" sul territorio: azioni che vedono l’amministrazione pubblica piemontese innovarsi attraverso progetti di investimento realizzati con la partecipazione di tutti gli enti e dei principali attori che operano sul territorio.
L’obiettivo regionale di realizzare un percorso di programmazione sempre più attento allo sviluppo socio economico del Piemonte richiede una più stretta collaborazione sociale e istituzionale che sappia far dialogare i diversi mondi pubblici e privati. Un esempio concreto viene dal programma WI-PIE per la diffusione della banda larga su tutto il territorio piemontese. WI-PIE è il programma pluriennale, promosso e sostenuto dalla Regione Piemonte, per dotare il Piemonte entro il 2008 di un sistema di connettività a banda larga ampiamente diffuso e combinato a strumenti tecnologici di avanguardia che coinvolga imprese, in particolare medie e piccole, e cittadini. Il programma WI-PIE – al quale partecipano attivamente tutti i livelli delle PA locali, gli atenei piemontesi e le imprese – nasce proprio dall’analisi dei bisogni territoriali, valorizza le potenzialità del Piemonte e favorisce un’efficace cooperazione tra i diversi attori finalizzata alla moltiplicazione delle risorse esistenti.

Concentrandosi maggiormente sull’aspetto dell’innovazione, un ruolo fondamentale lo gioca – ormai da trenta anni a questa parte – il CSI Piemonte. Quali sono le dinamiche governano il rapporto tra regione e CSI e tra questi due soggetti e gli Enti Locali?

Il CSI Piemonte è il consorzio di enti pubblici cui è stata affidata la progettazione di un sistema integrato e condiviso e nasce, sulla base di una legge regionale, come consorzio interuniversitario tra gli Atenei torinesi e la Regione Piemonte. A distanza di trent’anni esatti, il CSI, che oggi conta 54 Amministrazioni, è tra le prime aziende di informatica e telecomunicazioni sul piano nazionale. Una conferma del valore dell’idea che ha prodotto questo caso di ingegneria politica: mettere le competenze universitarie a disposizione della programmazione pubblica.
Nel corso del tempo il CSI ha sviluppato il suo potenziale innovativo favorendo la diffusione di una logica di condivisione e cooperazione all’interno del territorio piemontese e lavorando alla costruzione di un sistema regionale. Ciò ha significato in primo luogo realizzare e gestire un sistema informativo unitario e coerente per le Amministrazioni piemontesi, in modo da migliorare il loro rapporto quotidiano con cittadini e imprese.

Il Piemonte è stata anche una tra le prime regioni ad attivare una proprie rete di Centri Servizi Territoriali – quelli che oggi si chiamano Alleanze per il riuso – a che punto è la rete?

La nascita dei Centri Servizi Territoriali ha rappresentato un deciso passo in avanti per l’e-Government piemontese e una concreta opportunità di sviluppo per tutti i Comuni della regione, soprattutto per quelli più piccoli. I Centri Servizi Territoriali (oggi Alleanze per il Riuso – ALI) avviati sono 8 e coinvolgono gli Enti locali piemontesi nell’attuazione delle strategie di e- Government.
Sono stati costituiti mediante la sottoscrizione di appositi Accordi di Programma da parte della Regione Piemonte, delle singole Province, della maggior parte delle amministrazioni municipali e delle loro forme associative.

Su cosa sono impegnati attualmente?

L’obiettivo che ha portato alla costituzione della rete degli 8 Centri Servizi Territoriali piemontesi, alla cui realizzazione il CSI ha partecipato direttamente, è proprio rendere omogenea la disponibilità di servizi sul territorio regionale. Un’iniziativa che va soprattutto a favore degli Enti minori, in una regione in cui ben 1.077 Comuni su 1.206 hanno meno di 5.000 abitanti.
I Centri promuovono l’utilizzo delle tecnologie ICT, favorendo l’accesso ai servizi telematici già esistenti ed erogabili anche attraverso le infrastrutture a larga banda previste nel Programma WI-PIE. I CST sostengono inoltre precise azioni di contrasto a ogni forma di "digital divide" e facilitano l’individuazione di nuovi servizi che rispondono alle necessità dei piccoli Comuni.

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