Firma digitale, ecco come farla bene con eIDAS
L’allineamento agli standard individuati a livello europeo è l’unica strada sensata per evitare che i prestatori di servizio nazionali si trovino da un lato limitati a vendere i propri servizi solo al solo territorio nazionale, dall’altro ad avere una contrazione del mercato domestico come conseguenza della competizione con i prestatori esteri che potranno operare in Italia grazie ai principi di libera circolazione di prodotti e servizi
24 Maggio 2016
Eleonora Bove, FPA
Si aperto con un intervento “fuori scaletta” il convegno “Documenti digitali e firma elettronica alla luce del regolamento eIDAS ”, che si è tenuto nel pomeriggio della prima giornata di FORUM PA 2016. Il presidente dell’INPS Tito Boeri ha infatti illustrato la strategia dell’Ente nel trasformare la digitalizzazione dei servizi rivolti agli utenti in uno strumento culturale. In collaborazione con AgID, l’INPS ha avviato due progetti in particolare che vogliono vincere le resistenze di molti italiani verso le nuove tecnologie e invogliarli all’utilizzo del PC, parliamo di “La mia pensione” e l’adesione al nodo dei pagamenti istituito da AgID.
Il primo è il nuovo servizio di Inps che permette di simulare quella che sarà presumibilmente la pensione che si riceverà al termine dell’attività lavorativa. Il calcolo della pensione tiene conto della normativa attualmente in vigore e si basa su tre fondamentali elementi: l’età, la storia lavorativa e la retribuzione/reddito. “E’ un modo per responsabilizzare i cittadini e informarli alla luce della nuova riforma del sistema pensionistico- dichiara Boeri – perché ritengo che sia mancata un’adeguata comunicazione istituzionale al riguardo”. Da marzo è possibile accedere al servizio anche con le proprie credenziali SPID: “17 milioni le credenziali fino ad oggi rilasciate” ci fa sapere Boeri.
Il secondo invece richiama alla piattaforma sviluppata da AgID, di cui abbiamo ampiamente parlato sulle pagine dedicate ai pagamenti digitali de i Cantieri della PA digitale, con contributi a firma di Maria Pia Giovannini (AgID). I pagamenti elettronici in questi ultimi anni si sono dimostrati uno strumento di forte agevolazione per i cittadini.
Ed proprio la Giovannini a moderare l’incontro che prende ufficialmente il via con una riflessione circa le potenzialità democratiche del digitale, aprendo la PA a nuove modalità di interazione tra PA e cittadini. Il primo obiettivo del Regolamento Europeo EU/910/2014 eIDAS, nato con l’intento di completare il quadro normativo definito dalla Direttiva Europea 1999/93/EC sulle firme elettroniche, è proprio quello di “portare fiducia” costruendo una struttura normativa e tecnologica comune ai Paesi membri, che possa garantire un’interoperabilità che permetta ad ogni cittadino EU un’interazione simile tra le varie amministrazioni europee.
“Un progetto ambizioso” secondo Stefano Arbia di AgiD, che vede l’intento principale della commissione europea nel dare per la prima volta una vera “identità digitale europea” a tutti i cittadini. Le istituzioni europee, in una fase successiva più matura, verranno viste come un insieme unico e uniforme, con cui ogni cittadino potrà interagire.
Quindi garantire un’interoperabilità sicura di dati e documenti, come ci ricorda Daniele Tumietto, sarà fondamentale e, soprattutto, possibile grazie all’introduzione di nuovi servizi fiduciari digitali . Proprio per questo il Regolamento EU/910/2014 “eIDAS” cambia il contesto normativo europeo con l’introduzione di un insieme di servizi di terze parti o fiduciari (Trust Service provider) e di servizi di identificazione ed autenticazione, al fine di creare i presupposti fondamentali per un Mercato Digitale Europeo basato su fiducia e certezza delle transazioni commerciali on-line e dei soggetti coinvolti.
Al riguardo Andrea Caccia (Uninfo) precisa : “L’allineamento agli standard individuati a livello europeo è l’unica strada sensata per evitare che i prestatori di servizio nazionali si trovino da un lato limitati a vendere i propri servizi solo al solo territorio nazionale, dall’altro ad avere una contrazione del mercato domestico come conseguenza della competizione con i prestatori esteri che potranno operare in Italia grazie ai principi di libera circolazione di prodotti e servizi”. Un concetto da lui ben espresso in questo articolo che ha firmato per noi qualche tempo fa. Concorda Monica Palmirani, dell’Università di Bologna: “E’ questa l’occasione per riprenderci l’innovazione che abbiamo lasciato indietro negli anni passati e che ogni nuova edizione di DESI ci ricorda” per chiudere con un monito alla normativa in materia di e-commerce, essendo quelli previsti da eIDAS servizi pubblici a mercato, auspicandosi la formazione di un advisory board.
Ricordiamo che il Regolamento è entrato in vigore il 17 settembre 2014, ma si applica nelle sue parti operative dal 1 luglio 2016 .
Per approfondire eIDAS vi consigliamo la lettura di due articoli
- “eIDAS, ecco i nuovi servizi fiduciari a cui dobbiamo adeguarci”
- “Firma digitale, come cambierà in Italia dopo eIDAS”