Friuli Venezia Giulia, il prossimo passo è un processo integrato di pagamento
E’ necessario essere consapevoli dei punti di forza e debolezza del proprio sistema, comunicare efficacemente e, soprattutto, dare priorità all’osservazione del comportamento dell’utente finale. Inoltre, sarebbe auspicabile riuscire ad allargare il campo di analisi per considerare il processo nel suo complesso più che focalizzarsi sul singolo servizio che potrebbe rappresentare solo una parte del bisogno utente
4 Ottobre 2016
Andrea Buttol
L’Agenda digitale europea concentra i suoi
sforzi nello sviluppo di un mercato unico digitale, in quanto strumento
fondamentale per condurre l’Europa verso una crescita intelligente, sostenibile
e inclusiva. Si stima infatti che la realizzazione del mercato unico digitale possa
contribuire con 415 miliardi di euro all’economia dell’Europa, attraverso la
creazione di nuovi posti di lavoro e di nuove start-up e allargando i confini
del mercato esistente. Contrariamente a quanto avviene per il mercato fisico, il
mercato digitale europeo è limitato da frammentazioni e barriere. Queste
riguardano sia aspetti di tipo tecnologico-organizzativo, come la scarsa
fruibilità dei servizi e la mancanza di standard comuni per l’interoperabilità,
sia aspetti di tipo giuridico-normativo: a titolo esemplificativo cito il caso
della direttiva PSD2 che si trova ancora in fase di recepimento. Per completare
il quadro si consideri, infine, la scarsa diffusione delle competenze digitali
in tutti i settori. In questo scenario i pagamenti elettronici rappresentano
uno dei principali pilastri per il mercato unico digitale e non sono ovviamente
immuni alla frammentazione e alle barriere descritte poc’anzi. Ecco allora che
le priorità delle agende digitali (europea, nazionali e regionali) sono di
migliorare l’accesso a prodotti e servizi online, creare le condizioni affinché
le reti e i servizi digitali possano svilupparsi e promuovere l’economia
digitale.
Anche le pubbliche amministrazioni sono chiamate dalla Strategia europea a fare
la loro parte per aumentare la competitività del paese. Il contributo avviene
attraverso l’efficienza dell’azione amministrativa che diventa una chiave
primaria di successo della strategia.
L’efficienza dell’azione amministrativa passa attraverso il miglioramento dei
servizi offerti e la facilità di accesso agli stessi che, nel contesto dei
pagamenti online, si traduce nella messa a disposizione del cittadino di un
ampio
ventaglio di strumenti digitali
facilmente accessibili per il pagamento di servizi e tributi.
La Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia,
anticipando la Strategia Europa2020, già nel 2008 ha messo a disposizione dei
comuni e degli enti pubblici del territorio una piattaforma per i pagamenti
elettronici con l’obiettivo di facilitare il pagamento di tributi e servizi
attraverso una pluralità di sistemi e di canali che si affiancano a quelli
tradizionali e di consentire al cittadino di scegliere la forma e lo strumento
a lui più favorevoli.
La soluzione nasce come modulo completamente
interoperabile, sia con i diversi
circuiti di pagamento presenti sul mercato sia con i sistemi applicativi
gestionali degli enti coinvolti.
La piattaforma è stata fin da subito integrata, in cooperazione applicativa,
con i sistemi CUP delle aziende sanitarie per consentire il
pagamento del ticket, con la gestione tributi dei comuni, con
l’applicativo per la gestione delle licenze di pesca e con il sistema per la
gestione delle
mense scolastiche.
Inoltre, ha reso disponibile un’opzione per il pagamento “libero” di prestazioni
non supportate a monte da un applicativo gestionale come, ad esempio, servizi
di scuolabus, sanzioni amministrative, diritti per celebrazione matrimoni,
corsi sportivi, utilizzo del centro civico, ecc.
Alla sua nascita il progetto fu frenato dalla difficoltà di attivare in maniera
massiva i servizi implementati: la mancanza di un centro unico di incasso o,
comunque, di un aggregatore tecnologico comportava che ogni ente, per entrare a
far parte della piattaforma regionale, dovesse convenzionarsi direttamente con
un prestatore di servizi di pagamento (PSP) da lui scelto, mettendo a
disposizione della piattaforma i relativi canali di pagamento. La piattaforma
regionale garantiva la capacità tecnica di integrarsi con qualsiasi canale di
qualsiasi PSP.
Di fatto, tale modello ha rilevato un’oggettiva difficoltà degli enti ad
attivare le convenzioni, oltre che una disomogeneità dei canali di pagamento e
delle commissioni applicate.
Alla fine del 2013 erano comunque attivi una quindicina di comuni, compresi due
capoluoghi di provincia, e le strutture sanitarie, per un numero di transazioni
medio annuo di 21.700 (quadriennio 2010-2013).
L’attivazione del nodo nazionale dei pagamenti – PagoPA – da parte di AgID ha
risolto il problema del convenzionamento puntuale con i PSP, gettando le basi
per lo sviluppo e la diffusione su larga scala dei servizi di pagamento.
La Regione ha sottoscritto il protocollo di adesione a PagoPA nell’ottobre 2014
proponendosi come intermediario tecnologico per gli enti del suo territorio. Da
subito è stato attivato il progetto evolutivo della piattaforma regionale per potersi
attestare sul nodo e attivare i servizi.
Nel 2015 è partita in accordo con AgID una campagna
di informazione
rivolta agli enti del territorio riguardante l’obbligo di
attestazione a PagoPA, secondo quanto previsto dal documento “
Linee Guida per l’effettuazione dei
pagamenti elettronici a favore delle pubbliche amministrazioni e dei gestori
dei pubblici servizi
” GU N. 31 del 7 febbraio 2014. A gennaio 2016 quasi 100 enti risultavano accreditati a PagoPA per
il tramite dell’hub regionale, per arrivare
ad oggi a 123.
Il piano di progetto prevede il passaggio dei servizi esistenti sul nuovo hub e
l’attivazione di nuovi servizi. Oggi sono convertiti i servizi sanitari per il
ticket ed è stato attivato il servizio regionale di pagamento online dei
diritti del catasto tavolare.
Al momento stiamo completando delle analisi
per individuare i servizi prioritari da attivare, le killer application, che devono essere interessanti per un numero
elevato di cittadini e sostenibili per la pubblica amministrazione. La scelta
non è semplice come a prima vista potrebbe sembrare: a titolo di esempio
ricordo che il pagamento dei tributi con F24 ad oggi non è gestito da PagoPA,
come pure il pagamento della marca da bollo con il sistema
@e.bollo dell’Agenzia delle Entrate.
Come è risaputo le sfide per lo sviluppo dei servizi digitali sono molteplici;
in questa sede mi preme focalizzare l’attenzione sul tema della qualità dei
servizi in quanto ritengo sia il primo punto da sviluppare in generale e a
maggior ragione quando ci si pone nell’ottica cosiddetta “
user centered”.
Migliorare la qualità di un servizio significa rendere il sistema software di facile utilizzo per l’utente finale
affinché la sua esperienza d’uso e la percezione che ne deriva si rivelino
sempre positive. Per far questo è necessario essere consapevoli dei punti di
forza e debolezza del proprio sistema, comunicare efficacemente e, soprattutto,
dare priorità
all’osservazione del
comportamento
dell’utente finale. Inoltre, sarebbe auspicabile riuscire ad allargare
il campo di analisi per
considerare il processo nel suo complesso più che focalizzarsi
sul singolo servizio
che potrebbe rappresentare solo una parte del bisogno
utente.
A titolo di esempio, in merito ai pagamenti online, immagino che il cittadino sarebbe
più soddisfatto se, all’interno della compilazione online di un’istanza, potesse
pagare direttamente la marca da bollo o gli oneri di segreteria, senza doverlo
fare in maniera disgiunta su un altro sistema.
Questa ritengo sia la direzione verso la quale lavorare per il futuro.