Per ripartire il nostro Paese deve lavorare su tre aspetti principali: rivedere una serie di impianti normativi che rischiano di rallentare la ripartenza (come la giustizia civile e la normativa sugli appalti pubblici); investire sulla crescita delle competenze; lavorare sull’infrastrutturazione materiale e immateriale. Questi i tre focus che emergono dalla densa intervista a Giuliano Noci, professore ordinario di Strategia e Marketing e prorettore del polo territoriale cinese del Politecnico di Milano
13 Maggio 2021
Redazione FPA
In questa intervista a Giuliano Noci parliamo di PA, ma anche di imprese, di quali strategie dovrebbe attuare il nostro Paese per rinnovare la prima e sostenere le seconde, il tutto nell’ottica della ripartenza e delle opportunità aperte dal Next Generation UE. Noci è professore ordinario di Strategia e Marketing e prorettore del polo territoriale cinese del Politecnico di Milano, con uno sguardo quindi molto ampio anche fuori dai confini italiani. Vediamo in sintesi cosa è emerso da questa densa intervista che vi invitiamo a riascoltare integralmente.
L’importanza della data driven decision
Mai come in questo periodo ci siamo resi conto che qualsiasi logica, anche politica, deve fondarsi su una programmazione basata su dati e indicatori chiari. Un elemento che deve entrare nella consapevolezza del sistema delle istituzioni italiane, perché il Next Generation UE richiederà una capacità di project management dei dati e dei processi decisamente superiore rispetto al passato.
Ma come si crea una società data driven? Non basta avere una straordinaria cassaforte di dati, dobbiamo avere chiaro cosa vogliamo farci, l’obiettivo, quali sono i dati rilevanti e processarli conseguentemente. Servono poi competenze orientate alla capacità di lettura dei dati, sia in ambito pubblico che privato. La data driven economy non è un sogno, è una realtà che farà la differenza da un punto di vista competitivo.
C’è poi la necessità di far convergere dati che vengono da funzioni organizzative o uffici diversi, quindi una condivisione di data lake, di serbatoi di dati che deve partire dal superamento della logica per silos che pervade sia le imprese private che la pubblica amministrazione.
La consapevolezza dell’urgenza della trasformazione digitale
Finalmente le imprese italiane, o almeno quelle che vogliono cavalcare positivamente il cambiamento, hanno capito che i piani di trasformazione digitale non sono piani a 5-10 anni, ma sono priorità assoluta. Si percepisce finalmente l’urgenza del cambiamento.
La consapevolezza dell’urgenza della trasformazione della PA
Ci siamo anche resi conto di quanto sia importante avere una PA efficiente, di quanto questi impatti sulla vita dei cittadini e sulla competitività del sistema socio-economico. Non possiamo più permetterci sistemi decisionali lenti, un impianto burocratico ipertrofico e scarse competenze. Nella PA serve un “restart” che non è solo digitale, ma anche e soprattutto culturale, di riformulazione dell’apparato normativo, pensiamo agli appalti pubblici e alla giustizia civile per esempio.
Le competenze tema cruciale nel pubblico e nel privato
A livello di imprese private c’è una grande “fame di competenze” che si traduce nella valorizzazione del ruolo del responsabile risorse umane, che diventa costruttore di competenze al servizio all’amministratore delegato. Per quanto riguarda la PA, il tema è drammatico perché con il blocco del turnover non c’è stato ricambio, siamo pieni di giuristi mentre mancano esperti di processi organizzativi e di tecnologie digitali. Servono nuove leve e serve potenziare le competenze di coloro che rimangono nella macchina pubblica
Tre raccomandazioni per il Restart del Paese
Per ripartire il nostro Paese deve lavorare su tre aspetti principali: rivedere l’architettura di una serie di impianti normativi che rischiano di rallentare la ripartenza (come la giustizia civile e la normativa sugli appalti pubblici); investire massicciamente sulla crescita delle competenze; lavorare sull’infrastrutturazione materiale e immateriale indispensabile per una società in cui la velocità è una caratteristica sempre più importante.