Giustizia accessibile e trasparente, la Banca dati di merito è già un’avanguardia europea: cos’è e come funziona
La Banca dati di merito del Ministero della Giustizia italiano sta semplificando le attività di documentazione dei magistrati e fornendo un servizio utile ai cittadini raccogliendo l’intera gamma di provvedimenti civili emessi dal 2016 ad oggi. Il progetto rientra nella Missione Digitalizzazione del Sistema Giudiziario prevista dal PNRR, ma va anche oltre, grazie all’impiego delle tecnologie di ricerca e analisi dei dati con l’intelligenza artificiale di Elastic. Intervista a Ettore Sala, Capo Dipartimento per la transizione digitale della giustizia
2 Maggio 2024
Patrizia Licata
Giornalista
A pochi mesi dal lancio, la Banca dati di merito (BDM) del Ministero della Giustizia italiano è già un modello di come la digitalizzazione della pubblica amministrazione abbia un impatto diretto sulla semplificazione e il miglioramento della qualità dell’esperienza finale. La BDM, infatti, raccoglie le decisioni rese nei diversi casi giudiziari e permette ai cittadini di valutare l’opportunità di intraprendere una causa, mentre i magistrati possono accedere a un patrimonio di conoscenza utile per documentarsi. Uno strumento disegnato per essere facile da utilizzare, e anche personalizzabile, con funzionalità di ricerca che andranno via via arricchendosi, ma che poggia su soluzioni tecnologiche complesse, inclusa l’integrazione dei dati dei diversi Tribunali italiani, l’applicazione della ricerca distribuita e le analisi basate sull’intelligenza artificiale.
“La Banca dati di merito rappresenta un importante nuovo strumento fornito dal Ministero della Giustizia, che non ha precedenti nell’ambito dell’informatica giuridica italiana”, evidenzia Ettore Sala, Capo Dipartimento per la transizione digitale della giustizia, l’analisi statistica e le politiche di coesione del Ministero della Giustizia. “Sviluppata dalla Direzione generale per i sistemi informativi automatizzati del Ministero della Giustizia, la BDM dà ai cittadini accesso diretto all’intera gamma di provvedimenti civili emessi sin dal 2016 ad oggi e costituisce una risorsa fondamentale per migliorare la qualità dei servizi nel settore della giustizia attraverso la digitalizzazione”.
La Banca dati di merito, quadro normativo
Il progetto della BDM è parte integrante della Riforma 1.8 – Missione Digitalizzazione del Sistema Giudiziario del PNRR, che prevedeva, entro l’anno 2023, la “Creazione di una banca dati gratuita, pienamente accessibile e consultabile delle decisioni civili conformemente alla legislazione”.
Più in generale, l’uso delle tecnologie ICT per rafforzare i sistemi giudiziari e renderli più accessibili, efficienti e resilienti è stato evidenziato anche nell’ultimo Quadro di valutazione UE della giustizia 2023 (The 2023 EU Justice Scoreboard). La pandemia da COVID-19 ha mostrato tutti i limiti dei sistemi giudiziari europei non ancora pienamente digitalizzati e, ancora oggi, il margine di miglioramento è ampio. L’accesso online alle decisioni giudiziarie, nonché gli accordi negli Stati nazionali per aiutare a produrre decisioni giudiziarie che siano “machine-readable” (quindi come dati e metadati leggibili da un computer), sono alcuni dei pilastri della digitalizzazione del sistema giudiziario finalizzata al miglioramento e alla trasparenza del servizio. Da questo punto di vista, il progetto del Ministero della Giustizia italiano ha adottato la tecnologia di Elastic, Elasticsearch, per l’indicizzazione dei testi e dei metadati e per effettuare diverse tipologie di ricerca, anche con tecniche di intelligenza artificiale.
“Ulteriori obiettivi del progetto, rispetto all’obiettivo primario dell’azione PNRR”, evidenzia Sala, “sono stati lo sviluppo di un sistema autonomo in grado di pseudonimizzare i dati sensibili dei provvedimenti, garantendo la sicurezza dei dati trattati, e lo sviluppo di sistemi di ricerca avanzata basati sull’uso di tecniche di IA, usati per il supporto alla funzioni di ricerca e sintesi, il cui impiego – tra l’altro – è oggetto di analisi per essere utilizzato in altri progetti del Ministero”.
Come funziona la Banca dati di merito: privacy e sicurezza
La BDM consente la consultazione telematica di tutti i provvedimenti civili (sentenze, ordinanze e decreti), pubblicati a partire dal 1° gennaio 2016 e fino all’attualità nei Tribunali e nelle Corti d’appello: un patrimonio informativo di circa 3,5 milioni di sentenze. L’integrazione dei dati provenienti dai diversi uffici giudiziari italiani è gestita attraverso flussi di estrazione e caricamento dei dati, che hanno consentito di raccogliere in modo efficiente e accurato le informazioni necessarie per popolare la banca dati e che ne continuano a governare l’aggiornamento costante nelle sue due parti: la Banca Dati Pubblica (BDP) e la Banca Dati Riservata (BDR).
La prima, obiettivo dell’azione PNRR, si rivolge direttamente ai cittadini, consentendo loro l’accesso ai dati dei provvedimenti civili con la garanzia del rispetto della privacy e dell’accesso sicuro (il testo dei provvedimenti è pseudonimizzato nei dati personali e l’autenticazione avviene tramite i sistemi SPID, CIE e CNS sul portale dei servizi telematici del Ministero).
La BDR, invece, è attualmente utilizzata dai magistrati ordinari e destinata potenzialmente agli operatori di giustizia, e comprende non solo tutti i provvedimenti civili di merito, ma anche parte di quelli penali, integrando al suo interno la possibilità di utilizzare strumenti avanzati, basati sull’uso dell’intelligenza artificiale, per la ricerca e la produzione della sintesi dei provvedimenti con le informazioni essenziali, sempre garantendo la privacy e la sicurezza dei dati trattati.
La navigazione è suddivisa in sei sezioni che permettono agli utenti di consultare massime, provvedimenti, decreti, ordinanze e sentenze emesse dai Giudici. Inoltre, l’utente ha la possibilità di creare una sezione personalizzata, inserendo fascicoli personali, raggruppando le massime di interesse, apponendo note e commenti e salvando le ricerche effettuate.
Le tecnologie: i dati anonimizzati, la ricerca e l’IA
L’intelligenza artificiale è una delle tecnologie chiave su cui poggia il progetto, che impiega più soluzioni di partner diversi. Tra queste, la tecnologia Microsoft Azure OpenAI per la realizzazione dei servizi di IA LLM e la gestione dei dati relativi alla componente di IA del progetto. C’è anche una tecnologia proprietaria, Iride AI, che è stata utilizzata per l’anonimizzazione/pseudonimizzazione dei provvedimenti di Area Civile. Fondamentale anche l’implementazione della piattaforma Elasticsearch di Elastic, che permette l’indicizzazione dei testi e dei metadati e le diverse tipologie di ricerca, tra cui la ricerca per metadati associati ai provvedimenti, inclusi gli abstract, e la ricerca full-text dei contenuti dei documenti.
“L’utilizzo della tecnologia di Elastic ha eliminato la necessità di base di dati relazionali, grazie all’adozione del modello dati che consente di definire oggetti di tipo ‘Document’ e associarvi sia il contenuto sia i relativi metadati all’interno dell’indice”, spiega Sala. “Questo permette di effettuare direttamente le ricerche e anche combinazioni delle stesse. Attualmente, stiamo sperimentando l’introduzione della ricerca vettoriale su Elastic, mediante rappresentazione dei documenti in uno spazio vettoriale N-dimensionale con possibilità di effettuare ricerche pseudo-semantiche confrontando i vettori. La rappresentazione vettoriale di documenti e query di ricerca viene calcolata utilizzando nodi Elastic dedicati al machine learning”.
Il progetto sfrutta anche le funzionalità di “Alias” offerte da Elastic per creare specifiche viste del contenuto dell’indice al fine di filtrare i risultati della ricerca per categorie di soggetti richiedenti..
Giustizia digitale e trasparente: le evoluzioni future
L’uso di algoritmi di intelligenza artificiale per le azioni di mascheramento delle informazioni sensibili, come anche per la catalogazione dei documenti e dei contenuti, hanno consentito la realizzazione di un prodotto tecnologicamente molto evoluto e di enormi potenzialità, che continuerà ad arricchirsi e ad evolvere. In particolare, si aggiungeranno funzioni basate sugli algoritmi di intelligenza artificiale, tra cui la possibilità per l’utente di utilizzare Chatbot per interrogazioni e risposte in linguaggio naturale o l’impiego dell’IA per la ricerca avanzata dei documenti e dei loro contenuti. Tutte queste funzioni sono già realizzate in piena coerenza con il più recente dettato normativo in materia di IA e saranno “a breve termine aperte all’utenza qualificata”, annuncia Sala.
È, inoltre, già disponibile una funzione dedicata gli uffici giudiziari a supporto del personale formalmente incaricato dal presidente del tribunale alla generazione degli abstract dei provvedimenti emessi da quell’ufficio, e la successiva pubblicazione in BDM, previa verifica ed approvazione da parte del magistrato. È prevista, poi, l’inclusione di ulteriori tipologie di provvedimenti provenienti dall’area penale in funzione della progressione della digitalizzazione dei flussi delle procedure di area penale.
Infine, sono in programma ulteriori miglioramenti delle funzionalità offerte agli utenti, al fine di rendere l’esperienza di consultazione ancora più intuitiva, efficace e personalizzabile. Ciò potrebbe includere l’introduzione di strumenti di analisi e visualizzazione dei dati avanzati, la creazione di sezioni tematiche specializzate o l’implementazione di sistemi di notifica e aggiornamento automatico per gli utenti registrati.
L’obiettivo di questi sviluppi futuri è quello di garantire che la Banca dati di merito continui a rimanere all’avanguardia nella fornitura di informazioni giuridiche accessibili e di alta qualità, contribuendo a promuovere la trasparenza e l’efficienza del sistema giudiziario.