Gli Accordi di Programma Quadro consultabili online

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Il Ministero delle infrastrutture ha realizzato con l’Università della Tuscia uno strumento per la consultazione dei dati degli Accordi di Programma Quadro (APQ) sottoscritti dallo stesso Ministero nei settori mobilità (strade, ferrovie, aeroporti, porti, interporti) e città (riqualificazione urbana). Si tratta di un progetto, ancora in fase sperimentale, realizzato per garantire trasparente rendicontazione degli investimenti previsti e semplificare il processo di programmazione degli interventi.

3 Marzo 2008

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Letizia Pica

Articolo FPA

Il Ministero delle infrastrutture ha realizzato con l’Università della Tuscia uno strumento per la consultazione dei dati degli Accordi di Programma Quadro (APQ) sottoscritti dallo stesso Ministero nei settori mobilità (strade, ferrovie, aeroporti, porti, interporti) e città (riqualificazione urbana). Si tratta di un progetto, ancora in fase sperimentale, realizzato per garantire trasparente rendicontazione degli investimenti previsti e semplificare il processo di programmazione degli interventi.

Il sistema SidAPQ
<![endif]–>Gli Accordi di Programma Quadro (APQ) sono lo strumento di programmazione con cui lo Stato destina alle regioni determinate risorse sulla base di obiettivi concordati. I soggetti sottoscrittori dell’APQ sono i Ministeri, le Regioni e Province autonome nonché le società e gli Enti che realizzano infrastrutture nel territorio nazionale (es. ANAS, RFI, ENAC, ENAV, Autorità portuali). Soggetti attuatori, oltre ai sottoscrittori, sono gli Enti Locali, altri soggetti pubblici e, in alcuni casi, anche soggetti privati. Questi documenti permettono di conoscere in quali settori e in che aree geografiche si sono concentrate le politiche di investimento promosse dallo Stato.
Per rendere pubblici e consultabili questi documenti, e garantire trasparenza dell’azione politica a monte, il Ministero delle infrastrutture ha realizzato con l’università della Tuscia uno strumento per la consultazione dinamica dei dati degli APQ sottoscritti dallo stesso Ministero nei settori mobilità (strade, ferrovie, aeroporti, porti, interporti) e città (riqualificazione urbana).
La parte del Sistema visibile agli utenti è stata realizzata sotto forma di sito web – ci spiega Tommaso Federici, professore di Organizzazione dei Sistemi Informativi Aziendali dell’Universtià della Tuscia – grazie la quale gli utenti hanno accesso alla riproduzione (scansione in formato .pdf) del testo originale sottoscritto di ciascun APQ, all’elenco degli interventi in esso contenuti e alla loro visualizzazione su cartografia navigabile. Un motore di ricerca permette poi di personalizzare la ricerca e la consultazione delle informazioni raccolte all’interno del sito, eventualmente memorizzate in una o più banche dati relazionate tra loro.
Attualmente sono disponibili 165 APQ per un torale di 2430 interventi.
L’intero Sistema è stato realizzato in ambiente di sviluppo open source, per aderire a quanto disposto nella Direttiva "Codice aperto" (o "Stanca"), per ciò che riguarda lo sviluppo e utilizzazione dei programmi informatici da parte delle PA.

Le politiche di riqualificazione territoriale e la tecnologia
Danilo Scerbo, dirigente del Ministero delle Infrastrutture, ci spiega che la prospettiva molto più ampia che pure è alla base di questo progetto è "la realizzazione di un sistema integrato di attività finalizzate alla riqualificazione di zone urbane centrali e periferiche interessate da fenomeni di degrado e che, contestualmente, si occupi delle criticità dei sistemi metropolitani, caratterizzati dal deficit infrastrutturale relativo alla gestione dei grandi bacini di mobilità, dell’ampliamento o realizzazione di insediamenti industriali, commerciali e artigianali, nonché di quelli destinati alla promozione turistico-ricettiva".
Quale è, dunque, da questo punto di vista il contributo che le tecnologie possono offrire e come vanno ad incidere nei processi alla base delle azioni amministrative? "L’utilizzo di nuove tecnologie e di nuovi e sofisticati applicativi software – risponde Scerbo – non può non condizionare i processi decisionali che riguardano la materia delle infrastrutture, la valutazione circa la realizzabilità di una specifica tipologia infrastrutturale piuttosto che un’altra, il suo impatto con il territorio, la sua utilità in termini di valore aggiunto apportato al territorio medesimo. Tutto ciò non può prescindere da un utilizzo razionale e consapevole delle tecnologie che il mercato mette a disposizione. La possibilità di consultare in tempo reale sistemi di visualizzazione cartografica, la restituzione informatica di informazioni di dettaglio, sotto il profilo tecnico ed economico-finanziario degli interventi già programmati o in fase di esecuzione è di grande ausilio alla successiva attività di programmazione delle nuove infrastrutture da realizzare in una determinata area".

Uno strumento di ausilio sia ai decisori che ai tecnici
"L’obiettivo alla base del progetto – aggiunge Scerbo – è quello di ottimizzare al massimo le scelte decisionali, cercando di evitare, per quanto possibile, duplicazioni di interventi o comunque l’eccessivo proliferare degli stessi in alcune zone, con contestuale impoverimento, per quanto riguarda la dotazione di infrastrutture, in altre parti del territorio.
L’utilizzo di nuove tecnologie che consentano di disporre di una panoramica completa ed integrata dei sistemi infrastrutturali esistenti o in via di realizzazione rappresenta, inoltre, un valido strumento di supporto e semplificazione anche per coloro che si occupano della programmazione delle infrastrutture ad un livello più operativo rispetto a quello politico-decisionale. Riuscire a verificare attraverso pochi adempimenti tecnici quella che è la situazione delle infrastrutture in una specifica area urbana o del territorio di una regione facilita, ad esempio, gli operatori chiamati a delineare in concreto la programmazione nei vari settori e per modalità infrastrutturali, permettendo di poter disporre agevolmente di dati, informazioni e quant’altro necessario per dare attuazione all’indirizzo politico.
Notevoli sono i vantaggi che attraverso l’utilizzo di tecnologie specifiche è possibile ottenere per ciò che concerne le attività di monitoraggio degli interventi infrastrutturali, sia sotto l’aspetto dell’avanzamento fisico che per i dati economico-finanziari, consentendo tempestive azioni correttive di fronte al verificarsi di criticità sotto il profilo tecnico o dovute a carenza di finanziamenti".

Gli obiettivi del progetto e la partnership con l’Università
Per quanto riguarda la partenrship tra pubblica amministrazione e Università "Si è voluto approfondire questo legame nella consapevolezza che lo scambio di esperienze e di conoscenze fosse positivo per entrambi i soggetti. L’Amministrazione, in primo luogo, ha potuto contare su sistemi, metodologie e procedure innovative non sempre facilmente rinvenibili sul mercato. L’Università, per contro, ha potuto sperimentare in concreto i risultati delle proprie ricerche, ricavandone l’esperienza necessaria su cui orientare le proprie attività didattico – scientifiche, in una logica di sempre maggiore integrazione con il mondo del lavoro.
In fondo l’esperienza descritta è anche il frutto di un processo di autonomia didattica e finanziaria che coinvolge le Università e che obbliga gli atenei ad un rapporto molto stretto con il mondo imprenditoriale e della Pubblica Amministrazione, finalizzando l’ attività di ricerca che viene a perdere il contenuto meramente accademico che in passato la caratterizzava.
Oggi la nuova sfida è quella di utilizzare i risultati della ricerca per favorire lo scambio di conoscenze, metodologie ed esperienze per incentivare uno sviluppo economico e sociale basato sul sapere, sulle tecnologie e sui servizi avanzati".

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