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Gerald Pfeifer (SUSE): la cultura open source tra condivisione, crescita e possibilità

Intervista a Gerald Pfeifer (SUSE): open source tra condivisione, crescita e possibilità
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Se aumentassimo del 10% gli investimenti in software open source potremmo contribuire alla nascita di oltre seicento nuove start up nell’Unione Europea, generando un PIL di quasi cento miliardi di euro (dati di uno studio della DG Connect). Nonostante ciò, la strada da fare è ancora molta. Insieme a Gerald Pfeifer, Chief Technology Officer di SUSE, abbiamo visto in che modo l’open source è diventato il motore dell’innovazione e come può aiutare le PA a servire meglio e più velocemente i cittadini

10 Gennaio 2023

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Redazione FPA

Intervista a Gerald Pfeifer (SUSE): open source tra condivisione, crescita e possibilità

Innovazione, competitività, indipendenza tecnologica e creazione di posti di lavoro: è su queste dimensioni che impattano le politiche nazionali volte a diffondere l’open source.  

Uno studio della DG CONNECT della Commissione Europea evidenzia, infatti, che un aumento del 10% sugli investimenti in software open source potrebbe contribuire alla nascita di oltre 600 nuove start up nell’Unione Europea, generando un aumento di PIL di 100 miliardi di euro. Eppure, c’è ancora molta strada da fare, per sfruttare pienamente il potenziale dell’open source. Insieme a Gerald Pfeifer, Chief Technology Officer di SUSE, abbiamo parlato di politiche pubbliche e di come l’utilizzo di software open source possa diventare la chiave per un’Europa più indipendente e autonoma.

Open source non vuol dire condivisione solamente di codici, ma anche di idee, feedback, scenari di utilizzo e documentazione. Si basa sull’interconnessione e sulla collaborazione, andando oltre la tecnologia: “E’ improntato all’interazione, a prescindere da età, sesso, passaporto o colore della pelle”, sottolinea Pfeifer. Tra strategia e filosofia, l’open source è stato descritto dalla rivista Forbes come quanto di più vicino alla meritocrazia. Per questo motivo Gerald Pfeifer ne evidenza la somiglianza con il mondo accademico e scientifico, con il quale condivide l’essere in competizione a livello ideologico, e non economico.

Considerato da Pfeifer come il motore dell’innovazione, l’open source deve essere scelto anche dalla pubblica amministrazione. Le pubbliche amministrazioni italiane ad esempio riusano software, ma è ancora lontano il target fissato per le amministrazioni che rilasciano software open source. Come possiamo promuovere la creazione e la diffusione di una cultura open source nel settore pubblico? Secondo Gerald Pfeifer, il primo passo è “non cercare di fare da soli”. Bisogna confrontarsi, condividere le proprie competenze, parlare con gli sviluppatori e interagire con aziende che hanno esperienza nel settore: “Meglio iniziare in piccolo, ma almeno provarci. Non serve che tutto sia perfetto all’inizio, ma bisogna iniziare piantando una piccola piantina, e in questo caso avere un team per svolgere un piccolo progetto e imparare da quel progetto, condividendo quello che è si è imparato. Poi magari arriveranno altri progetti che potranno crescere, beneficiando di quell’esperienza e usarla per migliorarsi, condividere e imparare”.

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