Hollywood in fiamme. “Questo è un caso da social media”, parola di Sceriffo

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Nei giorni passati Los Angeles è stata teatro di oltre 50 incendi dolosi. Il New York Times racconta che per quattro notti polizia e vigili del fuoco hanno corso per la città dando la caccia ai responsabili, mentre gli abitanti della città hanno passato momenti di grande apprensione alla finestra o in strada, costretti ad evacuare. “Questo è un caso da social media”, ha detto il Capitano Mike Parker, Dipartimeno dello Sceriffo. (Alla fine, per la cronaca, il piromane è stato preso).

5 Gennaio 2012

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Chiara Buongiovanni

Articolo FPA

Nei giorni passati Los Angeles è stata teatro di oltre 50 incendi dolosi. Il New York Times racconta che per quattro notti polizia e vigili del fuoco hanno corso per la città dando la caccia ai responsabili, mentre gli abitanti della città hanno passato momenti di grande apprensione alla finestra o in strada, costretti ad evacuare. “Questo è un caso da social media”, ha detto il Capitano Mike Parker, Dipartimeno dello Sceriffo. (Alla fine, per la cronaca, il piromane è stato preso).

Le cronache raccontano che quando nel week-end dell’ultimo dell’anno un piromane ha iniziato ad appiccare il fuoco su Hollywood, i social media, Twitter in testa, hanno subito assunto un ruolo fondamentale, diventando una vera e propria clearing house dell’informazione in emergenza, come racconta il Los Angeles Times in un interessante articolo di cui riprendiamo (traducendoli) i passaggi fondamentali.

Le Forze dell’Ordine della Contea di Los Angeles – riportano Matt Stevens and Richard Winton su LA Times –  trovandosi davanti ad un caso inusuale e caratterizzato da elementi di forte e rapida discontinuità, si sono trovati ad  utilizzare Twitter e altri social media come mai prima d’ora,

Cosa significa? Significa – spiegano – che le Forze dell’Ordine e i Vigili del Fuoco nelle ore dell’emergenza hanno a tutti gli effetti partecipato alla conversazione attivata dai cittadini sui social media, non solo immettendo aggiornamenti e informazioni di servizio ma acquisendo suggerimenti e segnalazioni sui nuovi incendi.

Tanto che lo stesso Capitano del Dipartimento dello Sceriffo, Mike Parker afferma: “ Questo è un caso da social media. Ben presto, infatti, gli addetti dell’Ufficio per l’Informazione Pubblica si sono resi conto che gran parte dell’informazione migliore stava arrivando e si stava distribuendo attraverso i social media.” Spiega Parker che le Forze dell’Ordine e di Sicurezza coinvolte (Angeles County fire, Los Angeles city fire, Los Angeles police and Los Angeles sheriff’s departments) già ai primi segnali di fuoco stavano usando Twitter e Facebook in aggiunta a un sistema interno di condivisione, ma ciascuno di questi soggetti li stava usando individualmente, per postare ciascuno le proprie informazioni sui roghi appiccati. Ma dal momento che il numero dei post si moltiplicava, si è deciso di mettere insieme le forze con una gestione comune suTwitter @ArsonwatchLA e una pagina su Facebook  Arson Watch L.A. F.
"Abbiamo ricevuto dei suggerimenti molto importanti dai social media – continua. Io stesso ho girato agli investigatori almeno tre informazioni provenienti da Twitter che poi si sono rivelate utili ai fini delle operazioni".

Darin Weeks, volontario nel 2009 al Dipartimento dello Sceriffo di West Hollywood e creatore di WeHo Daily, il seguitissimo feed twitter su “cosa succede a West Hollywood”, ha tweetato alacremente durante le notti di fuoco e ha infine commentato: “Questo evento ha fatto sì che le Forze dell’Ordine abbracciassero davvero i social media, entrandone pienamente nelle logiche. E questa è la prima volta che succede”.
Sul perché sia successo proprio in questa circostanza Weeks si pronuncia così: “ E’ successo quando si sono resi conto di quanto sia essenziale l’informazione per l’intera comunità”.

La Polizia e i Vigili del Fuoco della Contea di Los Angeles, dunque, non erano nuovi all’utilizzo dei social media, ma in questa occasione si è acquisita una consapevolezza maggiore della potenzialità di questi strumenti quando integrati in una strategia di emergenza.
Tra le Forze dell’Ordine, del resto, è ben chiaro che se da un lato i social media permettono una diffusione rapidissima dell’informazione, d’altro canto bisogna tenere nel dovuto conto che non tutte le indicazioni che vengono dalla rete sono accurate e che a volte può addirittura succedere che siano proprio i criminali a usare i social media per sviare le Forze dell’Ordine. E quest’ultimo è un punto su cui assolutamente, oltreoceano come da noi, ci sarà da lavorare quando si pensa a strategie di resilienza e gestione dell’emergenza che integrino i social media e il web 2.0. 
Un esempio interessante è la piattaforma Nixle che riunisce che riunisce le polizie locali e le oltre 4600 agenzie statunitensi di sicurezza pubblica e che permette ai cittadini di ricevere in tempo reale i messaggi (via sms e/o email) dalle Agenzie pubbliche di cui più si fidano. I messaggi vengono inviati a target geografici, individuati sulla base del codice di avviamento postale e classificati secondo livelli di emergenza variabili.

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