Human capital management: come l’Intelligenza Artificiale trasforma la gestione del personale pubblico
L’Intelligenza Artificiale (IA) si sta rivelando un alleato prezioso per la gestione del personale nella PA, aprendo scenari di trasformazione che vanno oltre la semplice automazione. In particolare, l’adozione di Agenti IA e motori di IA avanzati consente di analizzare dati e supportare decisioni strategiche, liberando risorse preziose per lo sviluppo di servizi ai cittadini. Un webinar organizzato da FPA in collaborazione con Oracle ha esplorato le potenzialità dell’IA nel supportare le direzioni delle risorse umane, dalla selezione del talento alla formazione personalizzata, fino alla gestione delle performance
14 Febbraio 2025
Paola Orecchia
Giornalista

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La gestione innovativa del capitale umano può essere il vero punto di svolta nel percorso di modernizzazione della PA. L’intelligenza artificiale risulta essere uno strumento prezioso per affrontare le sfide che oggi impegnano i dirigenti pubblici del personale nel human capital management. Tuttavia, rispetto all’adozione di applicazioni basate su IA che supportano la funzione HR, occorre avere uno sguardo sgombro da timori e pregiudizi per coglierne la centralità. In questo senso, l’azione dei player tecnologici del settore si rivela di grande aiuto.
Per rispondere alle aspettative e ai dubbi che provengono dalle amministrazioni, FPA, in collaborazione con Oracle, ha organizzato un webinar specifico, dal titolo “Il futuro dello Human Capital Management. Applicazioni concrete per la ridefinizione del ruolo delle Risorse Umane” disponibile on demand sul sito forumpa.it.
Lo status quo delle risorse umane e le sfide future per la PA
Tra le evidenze a cui gli uffici HR delle amministrazioni pubbliche sono chiamate a far fronte, ci sono il necessario recruiting di nuovo personale, l’età media elevata degli impiegati pubblici e, non ultimo, il bisogno generalizzato di formazione.
Secondo l’FPA Annual Report 2024, infatti, l’organico medio degli uffici pubblici consta di 5,7 impiegati ogni 100 cittadini, numero inferiore al corrispondente dato delle PA di altri paesi dell’UE (sono 6,1 in Germania; 7,3 in Spagna; 8,1 in UK; 8,3 in Francia). Inoltre, da almeno 24 mesi, il dato relativo all’età media dei dipendenti si è assestato sui 50,4 anni (si noti come nel 2001 fosse pari a 44,9 anni, ndr); ma, tra tutte le fragilità emerse, la formazione risulta essere il vero tallone d’Achille della PA: lo scorso anno, allo sviluppo delle nuove competenze è stato dedicato un solo giorno per dipendente.
È palese la necessità di intervenire prontamente su questi aspetti per poter affrontare le sfide del 2025: dall’avanzamento nei processi di digitalizzazione alla decuplicazione della capacità di spesa, aspetto determinante per la gestione di investimenti di oltre 30 miliardi di euro. A tanto ammontano i fondi comunitari, tra risorse del PNRR e Fondi SIE, che dovranno essere spesi da quest’anno al 2029.
Così, benché la PA stia ancora guadando il fiume della digitalizzazione e molto lavoro sia ancora da fare, le applicazioni IA per le risorse umane nel settore pubblico offrono un potenziale di miglioramento in diverse aree chiave, come la selezione dei candidati più adatti, la formazione personalizzata, la gestione delle performance dei dipendenti e l’analisi dei dati per decisioni più informate. Ecco perché meritano una considerazione attenta e un’implementazione tempestiva.
Gli impatti dell’IA sulla PA, tra ottimismo e falsi miti
In tema di tecnologia distruptive, l’IA è certamente al centro del dibattito di questi ultimi anni. Ci si chiede se adottare l’intelligenza artificiale e quali possano essere i suoi impatti, sia sulle persone sia sulla produttività. Benché non vi sia dubbio alcuno riguardo alla portata rivoluzionaria dell’IA, intorno al suo utilizzo sono nati miti e stereotipi che potenzialmente potrebbero rallentarne la diffusione, creando da una parte aspettative sovrastimate, dall’altra timori infondati. Va fatta chiarezza: l’IA non sostituisce il lavoro umano, ma lo supporta; non è dotata di pensiero autonomo, ma potenzia le nostre capacità decisionali; non crea né distrugge, ma rielabora ciò che l’intelligenza umana produce. In definitiva, l’IA è un valido alleato per le PA che abbracciano l’innovazione.
Ne è convinto anche Andrea Langfelder, Fusion Cloud HCM Business Development Director di Oracle che nel webinar organizzato da FPA e Oracle il 5 febbraio scorso spiega perché è irrinunciabile adottare strumenti di IA per gestire il personale della PA.
Un’indagine FPA del 2024 aveva già messo in luce come il 56% delle mansioni nel settore pubblico potrebbe essere profondamente trasformato dall’IA. Immaginate il potenziale di una collaborazione tra essere umano e macchina, dove l’IA supporta i dipendenti pubblici, migliorandone l’efficienza e la qualità del lavoro. Certo, una piccola percentuale di mansioni (il 15%) potrebbe diventare obsoleta, ma è anche qui che l’IA si rivela un alleato prezioso: questi lavoratori saranno accompagnati in percorsi di reskilling per acquisire nuove competenze, aprendo opportunità professionali.
E cosa ne pensano i cittadini? Il Barometro PA di gennaio 2025 ci offre uno spaccato interessante: il 34% vede l’IA come un’opportunità per rafforzare la pubblica amministrazione, mentre una minoranza (20%) teme che non sia ancora pronta. Un dato interessante è che tra i più entusiasti, il 39% ha un’età compresa tra i 18 e i 34 anni, segno che le nuove generazioni sono particolarmente aperte a questa tecnologia.
Ma cosa si aspettano i cittadini dall’IA nella PA? Soprattutto un miglioramento dei servizi (53%) e una semplificazione del linguaggio burocratico (42%). Insomma, l’IA ha tutte le carte in regola per rivoluzionare il settore pubblico, ma la sfida è prepararsi adeguatamente per coglierne appieno le potenzialità.
I benefici dell’IA nella gestione del personale pubblico
Affinché l’intelligenza artificiale possa essere adottata efficacemente nelle pubbliche amministrazioni è necessario costruire una nuova cultura del lavoro. Il cambio di marcia non può che partire da risorse umane consapevoli e preparate alla rivoluzione tecnologica portata dall’IA. “Le potenzialità dell’uso della intelligenza artificiale generativa (“GenAI”) nella nostra suite HCM sono enormi: dal risparmio di tempo al miglioramento dell’esperienza di chi lavora, dalla creazione di percorsi di selezione più coinvolgenti all’individuazione di fabbisogni occupazionali emergenti”, spiega Andrea Langfelder di Oracle. La GenAI ha un ruolo importante anche nella trasformazione del modo in cui svolgere il lavoro, contribuendo con la creazione di sondaggi per i dipendenti, con un Help Desk dedicato all’HR, con la descrizione delle nuove posizioni e delle mansioni riorganizzate in ragione dell’adozione di sistemi tecnologici avanzati.
L’IA al servizio del capitale umano nella PA: una rivoluzione in corso
Nel mondo della gestione del personale pubblico, quindi, l’intelligenza artificiale sta aprendo scenari inediti, con un potenziale di trasformazione che va ben oltre la semplice automazione. Ne è un esempio l’avvento degli Agenti IA, dei software intelligenti, assistenti o advisor virtuali – basati sui ruoli aziendali – capaci di supportare i dipendenti in ogni fase della loro carriera, dall’onboarding alla pianificazione pensionistica, come sottolinea Langfelder di Oracle.
Immaginate un sistema in grado di affiancare i nuovi assunti nei primi passi in azienda, di suggerire percorsi di carriera personalizzati, di valutare le performance in modo oggettivo e di ottimizzare l’assegnazione degli obiettivi. Tutto questo è reso possibile da un motore di IA avanzato, in grado di raccogliere ed elaborare i dati relativi al personale, generando report e analisi utili a supportare decisioni strategiche mirate.
Naturalmente, un sistema di questo tipo deve garantire la massima sicurezza e riservatezza dei dati, elementi imprescindibili per instaurare un rapporto di fiducia con i dipendenti. Ma i vantaggi sono evidenti, come afferma Fabio Fasitta, HCM Country Leader di Oracle: l’IA consente di liberare risorse e tempo preziosi, che possono essere investiti nello sviluppo di servizi sempre più efficienti per i cittadini perché “innovare significa portare benefici concreti ai cittadini”.
E a proposito di servizi, un aspetto cruciale su cui l’IA può fare la differenza è la formazione. Emanuele Stridacchio, HCM Master Principal Solution Engineer di Oracle, presentando alcuni casi d’uso già operativi, evidenzia come le soluzioni basate su IA permettano di creare percorsi formativi personalizzati, erogati in modo continuo e autonomo, un vantaggio competitivo che la PA non può permettersi di ignorare. A maggior ragione perché Oracle permette di attivare o “accendere” le nuove funzionalità IA – che vengono via via aggiornate trimestralmente – nelle soluzioni cloud già in uso, senza ulteriore dispendio da parte della PA.
In sintesi, l’IA si sta rivelando un alleato prezioso per la gestione del personale pubblico, con un impatto positivo sia sui dipendenti, che vedono valorizzate le proprie competenze e supportato il loro sviluppo professionale, sia sui cittadini, che beneficiano di servizi più efficienti e di una PA più vicina alle loro esigenze. La sfida, ora, è prepararsi ad accogliere questa rivoluzione, investendo in tecnologie e competenze adeguate.