Il cloud catalizzatore della trasformazione digitale nella PA

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Sempre più le pubbliche amministrazioni dovranno affrontare sfide legate alla gestione dei costi delle infrastrutture, alla user experience, alla sicurezza e all’innovazione. I governi, da parte loro, dovranno spingere per l’adozione di tecnologie efficienti che permettano alle agenzie pubbliche di innovare mantenendo i bilanci sotto controllo. In questo contesto il cloud emerge come protagonista dell’innovazione. Come facilitare la migrazione e affrontare le criticità? Facciamo il punto partendo dal contesto europeo, e ricordando che anche quello italiano già ha raggiunto importanti traguardi grazie a delle solide partnership pubblico-privato

6 Novembre 2024

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Elisabetta Bevilacqua

Giornalista

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La pubblica amministrazione deve affrontare la sfida di mantenere e consolidare l’accelerazione digitale sperimentata negli ultimi anni che l’ha portata a rendere disponibile, in tempi rapidi, una grande quantità di servizi on line. Deve ora continuare a migliorare i benefici per i cittadini e i dipendenti pubblici e, al tempo stesso, ridurre i costi di assistenza e gestione.

Come conferma un’analisi internazionale condotta da Accenture, l’83% dei manager delle agenzie pubbliche considera il cloud essenziale per promuovere l’innovazione e i nuovi modelli di organizzazione. Nell’attuale contesto di incertezza, gli ambienti cloud forniscono infatti un contributo fondamentale per l’ottimizzazione dei costi, l’attenzione ai risultati, lo sviluppo della resilienza e la flessibilità. Vanno in questa direzione la strategia Cloud Italia e il PNRR (misura 1.1 Infrastrutture digitali) i cui obiettivi verranno di seguito analizzati.  

Il cloud nel contesto europeo

Commissione europea ha assunto come prioritaria la capacità dell’insieme dei Paesi di misurarsi con l’era digitale. Il cloud computing è una delle tecnologie digitali considerate strategiche, importanti abilitatori per migliorare la produttività e offrire servizi migliori. Il Digital Services Act e la strategia europea sui dati mirano a consentire e facilitare un’adozione più rapida del cloud computing in tutti i settori dell’economia; ciò può ridurre i costi delle ICT e, se combinato con nuove pratiche aziendali digitali, aumentare la produttività, la crescita e l’occupazione.

Il mercato europeo del cloud computing è cresciuto in media del 27% annuo tra il 2017 e il 2019, raggiungendo i 53 miliardi di euro nel 2020 e sfiorando i 150 miliardi di euro nell’anno in corso. Lo evidenzia una ricerca di Statista che prevede un trend in continua crescita con un valore superiore ai 350 miliardi di euro entro il 2030. Tuttavia, questo andamento non è considerato ancora sufficiente per la competitività mondiale.

La componente prevalente è il SaaS (Software as a Service) che assorbe oltre la metà del mercato nell’anno in corso), mentre la restante metà è suddivisa fra IaaS (Infrastructure as a Service) e Paas (Platform as a Service). Delle aziende UE che acquistano servizi di cloud computing, la maggioranza (95,8%) ha acquistato almeno un cloud (SaaS), ovvero almeno una tra e-mail, software per ufficio, applicazioni software per finanza o contabilità, ERP, CRM o applicazioni software per la sicurezza in cloud.  

Il cloud nel contesto italiano

Secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio Cloud Transformation del Politecnico di Milano, il mercato del Cloud italiano cresce del +24% rispetto al 2023, con un valore di 6,8 miliardi di euro. Si tratta dell’incremento più alto registrato negli ultimi 6 anni. A crescere in maniera significativa nel 2024 è il Public & Hybrid Cloud, con una spesa di 4,8 miliardi di euro (+30% sul 2023). L’adozione del cloud nella Pubblica Amministrazione italiana ha fatto passi da gigante negli ultimi anni anche su impulso della strategia Cloud Italia e delle misure PNRR.

La migrazione al Polo Strategico Nazionale di servizi critici e strategici è stata realizzata da oltre 100 amministrazioni centrali e strutture sanitarie.  Al tempo stesso, 4.000 PA locali hanno effettuato la migrazione di dati, servizi e sistemi informativi verso ambienti cloud certificati ad alta affidabilità. Ciò ha permesso all’Italia di superare gli obiettivi europei del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) previsti al 30 settembre 2024 per le Misure 1.1 “Infrastrutture digitali” e la Misura 1.2 “Abilitazione e facilitazione migrazione al cloud”.

Questo traguardo che rafforza la qualità e la sicurezza di oltre 25 mila servizi pubblici digitali a disposizione di cittadini e imprese. I progressi proseguiranno grazie alla strategia Cloud Italia che prevede:

  • il completamento, per tutte le amministrazioni, della migrazione in accordo con il piano presentato, entro il secondo trimestre 2026;
  • il trasferimento di tutti i dati e i servizi digitali della PA su infrastruttura PSN, o su infrastrutture della PA adeguate o su soluzioni cloud qualificate, entro giugno 2026.

Il PNRR misura 1, infrastrutture digitali, prevede inoltre che:

  • entro il secondo trimestre 2026 almeno 280 PA (Centrali e ASL/AO) migrino verso il PSN;
  • almeno il 40% dei servizi dovranno migrare verso le soluzioni cloud del Polo Strategico Nazionale.

I vantaggi del cloud per la PA

La strategia Cloud Italia e le misure del PNRR dedicate alle infrastrutture puntano a ottenere i seguenti benefici per la PA:

  • ridurre i ritardi tecnologici accumulati negli anni dalle amministrazioni;
  • rendere più veloce l’erogazione dei servizi digitali a cittadini e imprese;
  • migliorare la sicurezza delle infrastrutture pubbliche e garantire la protezione dei dati dai rischi cyber;
  • ridurre significativamente i costi di manutenzione di data center obsoleti e di applicazioni legacy, semplificando, al tempo stesso, gli aggiornamenti del software;
  • garantire continuità nell’erogazione dei servizi digitali.

Il nuovo regolamento, entrato in vigore il 1° agosto 2024, armonizza le misure minime che i data center e i servizi cloud devono rispettare per supportare i servizi pubblici. Inoltre, il processo di qualificazione è stato reso completamente digitale, permettendo ai fornitori di ottenere la qualificazione online.

Le sfide nell’adozione del cloud: come Liferay supporta le PA

Nonostante i risultati ottenuti, la migrazione al cloud per la PA presenta diverse criticità come la modernizzazione delle architetture applicative per renderle compatibili con il cloud, la sicurezza e la privacy dei dati, la valutazione attenta dei costi di migrazione e di gestione, l’adeguamento della cultura organizzativa. È, di conseguenza, necessario un approccio strategico e coordinato per garantire una migrazione al cloud efficace e sicura.

Può fare la differenza la collaborazione con un partner tecnologico che abbia la comprensione delle problematiche e le competenze tecnologiche per supportare la trasformazione al cloud, a partire dalla situazione tecnologica esistente nella PA e dalle conoscenze dei dipendenti, garantendo un’evoluzione continua e stabile.

Le caratteristiche distintive dell’offerta Liferay ne fanno il partner ideale per la PA: la sua piattaforma di esperienza digitale (Digital Experience Platform – DXP), basata sul cloud, è utilizzata dalle pubbliche amministrazioni di tutto il mondo per creare portali, siti web e piattaforme di integrazione. Liferay supporta le amministrazioni nell’affrontare le sfide, creando esperienze innovative e incentrate sul cliente, per aiutare le organizzazioni a raggiungere il loro pieno potenziale per servire cittadini e imprese, impiegando in modo ottimale le tecnologie.

In conclusione, la strada verso una pubblica amministrazione digitalmente matura è chiara. Le amministrazioni che sapranno abbracciare questa trasformazione, scegliendo partner tecnologici affidabili e lungimiranti, potranno non solo migliorare i servizi offerti ai cittadini e alle imprese, ma anche contribuire a rendere il Paese più competitivo a livello globale. L’innovazione continua è la chiave per affrontare le sfide del futuro e costruire una società sempre più digitalizzata e inclusiva.

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