Il VOIP dell’Emilia Romagna candidato a modello nazionale
Gira sulla rete Lepida il sistema di telefonia VoIP realizzato all’Università di Ferrara, un modello tecnologico che il Ministero per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione ha deciso di assumere a livello nazionale, in modo da proporlo a tutti gli enti.
3 Giugno 2010
Redazione FORUM PA
Gira sulla rete Lepida il sistema di telefonia VoIP realizzato all’Università di Ferrara, un modello tecnologico che il Ministero per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione ha deciso di assumere a livello nazionale, in modo da proporlo a tutti gli enti.
Il tavolo tecnico nazionale composto da 27 Università, Ministero per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione e dal M.I.U.R, ha recentemente emanato le linee guida per l’adozione della telefonia via internet realizzate con soluzioni tecnologiche aperte e standardizzate – open source – in grado di assicurare notevoli risparmi nelle spese per la telefonia sul modello del sistema sviluppato all’Università di Ferrara, che funziona già da tre anni.
Avviato grazie all’impegno dell’Area Informatica dell’Ateneo, il sistema consente un drastico taglio dei costi, in quanto si appoggia, come per tutti gli altri servizi di telecomunicazione, sulla rete a larga banda fornita da lepidaspa, abilitante anche per il VoIP.
L’infrastruttura di rete ha infatti un’elevata resa in termini di prestazioni e un costo contenuto.
Ecco quanto emerge da una intervista a Cesare Stefanelli, docente a Ingegneria ed uno dei promotori di questa iniziativa. Il conto economico legato alla scelta del VoIP open source adottato all’Università, è molto incoraggiante: a fronte di un costo per il traffico su infrastruttura tradizionale di circa 122.000 euro l’anno nel 2006, si è progressivamente scesi fino a 50.900 euro, meno della metà. E questo nonostante il fatto che la quota di traffico diretto a telefoni cellulari (più costosa) sia più elevata che nella media della Pubblica Amministrazione.
L’analisi sui costi di traffico della P.A. dell’Emilia-Romagna mostra infatti che il 61% si concentra su chiamate distrettuali e su numeri fissi mentre solo per il 23% è diretta a cellulari.
Punto chiave per il taglio dei costi l’adozione della tecnologia open source, ben nota e diffusa, che presenta altresì il vantaggio di potere adattare facilmente il sistema alle proprie esigenze seguendone l’evoluzione nel tempo e di estenderne la funzionalità, grazie alle estensioni fornite da comunità di sviluppatori.
Dal punto di vista tecnologico, la ricerca condotta in questi anni all’Università di Ferrara – molto impegnativa, peraltro – può essere "riusata" come si dice nel gergo della Pubblica Amministrazione, ossia adottata con opportuni aggiustamenti, da qualunque organizzazione analoga, tipicamente, un’università o un comune che deve gestire il servizio di fonìa per molte persone.
L’Università di Ferrara è attualmente impegnata nella re-ingegnerizzazione del sistema per semplificarlo ulteriormente e ha un ulteriore obiettivo: creare una community VoIP open source delle università italiane e della pubbliche amministrazioni a partire da strumenti disponibili.
FONTE: www.lepida.it