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Ilenia Imola (Comune di Rimini): “Abbiamo bisogno di connessioni umane prima che digitali”

Ilenia Imola (Comune di Rimini): “Abbiamo bisogno di connessioni umane prima che digitali”
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Ilenia Imola, della Direzione generale del Comune di Rimini, racconta l’esperienza della sua realtà in termini di sperimentazione organizzativa e sottolineando i punti su cui costruire la ripartenza

3 Giugno 2021

Ilenia Imola (Comune di Rimini): “Abbiamo bisogno di connessioni umane prima che digitali”

Il percorso RestartItalia continua, questa volta con una testimonianza proveniente dal Comune di Rimini. Gianni Dominici ha intervistato Ilenia Imola, che lavora presso la Direzione generale del Comune di Rimini, dove si occupa di processi innovativi e di sperimentare processi trasversali e nuovi modelli organizzativi. Centrale nella sua riflessione la necessità di declinare gli strumenti digitali per rispondere all’esigenza di “connessioni umane”, per lavorare in squadra e puntare a raggiungere obiettivi comuni. Un tema che è emerso fortemente in questo periodo di emergenza: non servono singoli innovatori, ma persone capaci di lavorare insieme, anche grazie a soft skills che consentono di valorizzare il rapporto con gli altri.

Connessioni digitali e connessioni umane

Questo periodo di crisi ha evidenziato chiaramente la nostra necessità di connessioni umane prima ancora che digitali, soprattutto per quanto riguarda il mondo lavorativo. Imola sottolinea quanto sia importante non travisare il senso del lavoro agile: è sbagliato intenderlo come un lavoro individuale a distanza, bensì è importante sottolineare l’importanza della connessione remota per permettere al lavoro individuale di avere un effetto positivo sull’obiettivo comune dell’organizzazione.

In questa dinamica emerge chiaramente l’importanza delle competenze: restano fondamentali quelle verticali, ma acquisiscono sempre più autorevolezza le soft skills, intese come quell’insieme di abilità che consentano un efficiente lavoro di squadra e favoriscano lo sviluppo dell’intera amministrazione. Secondo l’esperienza di Imola, la pandemia ha portato una nuova consapevolezza in materia di valori in cui credere e per cui muoversi dal punto di vista professionale, lasciando finalmente da parte la cultura dell’adempimento e dando importanza alla valorizzazione e alla motivazione delle persone nella PA.

Ripartenza e sperimentazione

Uno degli obiettivi della ripartenza dovrà essere quello di ribaltare quel paradigma culturale secondo il quale nella PA si è sempre guardato ai codici di comportamento e all’adempimento. Per farlo, come sottolineato da Imola, è necessario puntare con forza sulla formazione, in primis quella dei dirigenti, che hanno il compito di tirar fuori dai propri collaboratori il meglio delle loro capacità e permettere così di esprimersi liberamente all’interno dei gruppi di lavoro.

Sperimentare diventa così un’attitudine fondamentale: Imola ha raccontato l’esperienza del Comune di Rimini, dove si stanno mettendo in pratica strumenti di project management finalizzati ad una migliore organizzazione del lavoro, sia in termini di efficienza che di flessibilità. Chiaramente, spiega Imola, non è facile portare avanti progetti di questo genere, si trovano delle resistenze, ma si ha anche la consapevolezza che la tecnologia può essere una grande alleata in questo processo di cambiamento.

Spunti per la PA del futuro

La PA del futuro dunque non potrà che formarsi secondo alcune dinamiche centrali: formazione, flessibilità, partnership pubblico-privato, condivisione di dati e interoperabilità dei servizi, senza dimenticare l’importanza della programmazione e della comunicazione interna.

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