In Parlamento due proposte di legge per abolire il decreto Pisanu
Il 31 dicembre 2010 "dovrebbe" scadere il Decreto Pisanu, datato 2005 (l’indomani degli attacchi terroristici a Londra) e mantenuto in vita da proroghe di propoghe… Da più parti (anche politiche) si chiede l’abolizione di questa norma, tutta italiana, che limita l’utilizzo del wi-fi nelle zone pubbliche frenando lo sviluppo della società della rete. Eppure nel governo c’è ancora chi ne difende i meriti.
15 Ottobre 2010
Tommaso Del Lungo
Il 31 dicembre 2010 "dovrebbe" scadere il Decreto Pisanu, datato 2005 (l’indomani degli attacchi terroristici a Londra) e mantenuto in vita da proroghe di propoghe… Da più parti (anche politiche) si chiede l’abolizione di questa norma, tutta italiana, che limita l’utilizzo del wi-fi nelle zone pubbliche frenando lo sviluppo della società della rete. Eppure nel governo c’è ancora chi ne difende i meriti.
Il 29 settembre scorso l’Onorevole Linda Lanzillotta (API) [cofirmatari, Gentiloni, Barbareschi e Rao] ha presentato alla Camera un disegno di legge per "l’Abrogazione dell’articolo 7 del decreto Pisanu (144/2005)" che limitava l’uso dell’accesso ad internet tramite collegamento wi-fi pubblico.
Due settimane dopo, il 13 ottobre, è stata la volta dell’Onorevole Vincenzo Maria Vita (PD) che al Senato ha presentato la proposta per l’"Abrogazione delle norme recanti limitazioni dell’accesso a internet". Il testo di Vita non è ancora disponibile sito del Senato, ma il titolo non dovrebbe lasciare dubbi sul riferimento al Decreto Pisanu.
Il giorno prima, il 12 ottobre un gruppo di parlamentari dell’UDC guidati dall’Onorevole Roberto Rao aveva presentano al Ministro per i Rapporti col Parlamento Elio Vito, un’interrogazione nella quale chiedeva se il Governo non ritenesse opportuno evitare un’ulteriore proroga di "una norma che non ha eguali in Europa e che rischia di frenare lo sviluppo del wi-fi in Italia, di pregiudicare il processo di semplificazione in atto e di limitare il diritto dei cittadini al libero accesso ai servizi della pubblica amministrazione".
Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio, Vito, ha risposto che "le richieste di semplificazione e di liberalizzazione […] unitamente all’esigenza di non pregiudicare la sicurezza dello Stato (e quindi la sicurezza dei cittadini), sono all’attenta valutazione del Governo e del Ministero dell’interno".
La storia è molto simile a quella del 2009 e del 2008. Da quattro anni, con il decreto di fine anno "milleproroghe", si sta tenendo in piedi una norma che doveva essere transitoria e che non ha corrispondenti in nessuna parte del mondo occidentale.
Come ogni anno, Deputati e Senatori sollevano il tema e chiedono che il decreto Pisanu non venga prorogato per il sesto anno di fila. Stavolta, però si tratta di una corrente abbastanza trasversale
Che possiamo dire? Incrociamo le dita e aspettiamo il 31 dicembre…
Aggiornamenti (mancati) dall’ultimo Consiglio dei Ministri
Il 18 ottobre il ministro Brunetta aveva annunciato che nel Consiglio dei Ministri successivo a quella data la norma di controllo sul wi-fi sarebbe stata annullata.
In realtà il Consiglio dei Ministri, in data 22 ottobre, non ha affrontato la questione perché concentrato sull’"emergenza rifiuti".
Nel frattempo in Parlamento continuano ad arrivare proposte. Qui trovate quella dell’Istituto italiano per la privacy che si focalizza sulla sostituzione della licenza che i gestori devono chiedere al questore, con una denuncia ad effetto immediato. In più si vuole cancellare l’onere di documentazione cartacea e di acquisizione dei dati anagrafici degli utilizzatori, stabilendo, però, l’obbligo, per i gestori delle reti wi-fi a disposizione del pubblico, di proteggerle da accessi abusivi e da intrusioni illecite.