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Innovazione digitale: “Le tecnologie non siano un mostro, ma processi da governare”

Innovazione digitale: “Le tecnologie non siano un mostro, ma processi da governare”
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Anna Laura Orrico, sottosegretario per il Ministero per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo, intervistata da Gianni Dominici, sottolinea che il processo di innovazione viene portato avanti con le competenze delle persone che partecipano al cambiamento

23 Giugno 2020

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Redazione FPA

Parliamo spesso di innovazione digitale e del peso importante che le tecnologie hanno nel processo di cambiamento e di digitalizzazione. È anche vero, però, che le tecnologie da sole non bastano: per apportare un vero e proprio cambiamento all’interno delle PA e delle aziende, è necessario che le persone mettano in campo le proprie competenze.

Innovazione digitale: “Le tecnologie non siano un mostro, ma processi da governare”

Nel FORUM PA 2020, che quest’anno si terrà in digitale dal 6 all’11 luglio, le competenze saranno un tema fondamentale. Nel percorso di avvicinamento alla manifestazione (#road2forumpa2020) tentiamo di sviscerare queste tematiche con i protagonisti dell’innovazione; questa volta, Gianni Dominici intervista Anna Laura Orrico, sottosegretario per il Ministero per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo.

L’intervista

Partiamo dall’emergenza Coronavirus e dal fatto che le PA in pochissimo tempo sono dovute passare a un regime di lavoro agile (o telelavoro): “Il Ministero per i Beni e le Attività culturali già ha avviato da anni un percorso verso lo Smart Working” dice Orrico, “Stiamo parlando, però, di un Ministero molto articolato e capillare sul territorio e lo Smart Working non sempre è fattibile”.

Il Sottosegretario, infatti, pensa alla vasta rete di musei, grandi e piccoli, e alle aree archeologiche, che compongono la struttura di questo Ministero. Sta di fatto, comunque, che, nonostante la pandemia, il nostro patrimonio culturale abbia continuato a vivere in modo digitale: “Siamo abituati a considerare l’importanza della bellezza data dal nostro patrimonio storico e culturale” continua Orrico, “Purtroppo abbiamo dato per scontato per troppo tempo questo bene, anche se, durante la pandemia, grazie al digitale, ha ritrovato l’importanza che merita, aiutando il Paese a sopportare l’isolamento e la mancanza di libertà”.

Per tutelare questo grande patrimonio serve una visione d’insieme, che tenga conto di realtà grandi e piccole: “Io credo che potremmo avere la chance di legare la tutela del nostro patrimonio culturale alla creatività presente sui territori” afferma Orrico, “provando ad attivare sperimentazioni nei piccoli centri o nei borghi, perché esistono già progetti, che però vanno sostenuti”.

Concludiamo con il grande tema delle competenze: “Il tema centrale è la formazione: se non investiamo nella formazione delle competenze digitali nella PA, non avremo mai un Paese digitale” conclude Orrico, “Possiamo avere tutti gli strumenti tecnologici, ma se non ci sono le competenze delle persone, gli strumenti non diventeranno mai dei facilitatori”.

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