Intelligenza artificiale: firmata a Vilnius la Convenzione quadro del Consiglio d’Europa
Firmata a Vilnius la Convenzione quadro del Consiglio d’Europa sull’intelligenza artificiale, i diritti umani, la democrazia e lo stato di diritto, già adottata dal Comitato dei ministri del COE lo scorso 17 maggio. La Convenzione è il primo accordo internazionale sull’IA e vincola le parti aderenti a garantire che le attività di IA rispettino i diritti umani e promuovano un’innovazione sicura. L’approccio antropocentrico e i concetti chiave della Convenzione, inclusa la definizione di intelligenza artificiale, sono pienamente in linea con i contenuti dell’AI Act
20 Settembre 2024
Patrizia Cardillo
Esperta di Protezione dati personali
In occasione della conferenza informale dei Ministri della giustizia del Consiglio d’Europa (COE)[1], tenutasi a Vilnius il 5 settembre, è stata aperta alla firma la Convenzione quadro del Consiglio d’Europa sull’intelligenza artificiale e i diritti umani, la democrazia e lo stato di diritto, già adottata dal Comitato dei ministri del COE lo scorso 17 maggio.
Per l’Unione europea ha firmato l’allora vicepresidente per i valori e la trasparenza, Věra Jourová.
I contenuti
La Convenzione, che costituisce il primo accordo internazionale sull’IA e vincola le parti ad essa aderenti, mira a garantire che le attività rientranti nel ciclo di vita dei sistemi di IA siano pienamente coerenti con i diritti umani, la democrazia e lo Stato di diritto e tali da promuovere fiducia e innovazione sicura.
L’approccio antropocentrico e i concetti chiave della Convenzione, inclusa la definizione di intelligenza artificiale, sono pienamente in linea con i contenuti nell’AI Act (Regolamento (UE) 2024/1689. In particolare, neltesto ritroviamo ribaditi:
- un focus sull’AI incentrata sull’uomo, coerente con i diritti umani, la democrazia e lo stato di diritto;
- un approccio basato sul rischio;
- principi chiave per un’AI affidabile (ad esempio trasparenza, robustezza, sicurezza, governance e protezione dei dati);
- trasparenza per i contenuti generati dall’AI e nelle interazioni lungo la catena del valore dei sistemi di AI;
- obblighi di documentazione dettagliata per i sistemi di IA ad alto rischio e obblighi di gestione dei rischi con possibilità di introdurre divieti per i sistemi di IA considerati una chiara minaccia per i diritti fondamentali,
- individuazione della catena di responsabilità e rimedi rafforzati;
- supporto all’innovazione sicura tramite sandbox normativi;
- obblighi di gestione del rischio;
- obblighi di documentazione;
- meccanismi di supervisione per la supervisione delle attività di AI.
In particolare, i principi che le parti aderenti si impegnano a rispettare riguardano la dignità umana e l’autonomia individuale, l’uguaglianza e la non discriminazione, il diritto alla privacy e alla protezione dei dati personali.
È richiesta inoltre l’adozione di misure che assicurino la trasparenza (in particolare riguardo all’identificazione dei contenuti generati da IA) e la supervisione in funzione del contesto e dei rischi, nonché l’accountability e la responsabilità per eventuali impatti negativi.
La Convenzione contiene anche previsioni sui mezzi di ricorso per le violazioni dei diritti umani connesse all’utilizzo di sistemi di IA e sulle garanzie procedurali che devono essere rese disponibili alle persone interessate.
Rappresenta sicuramente l’impegno di tutte le Parti a proteggere i diritti umani, la democrazia e lo stato di diritto e a promuovere l’affidabilità dei sistemi di intelligenza artificiale.
Contesto
I negoziati sono iniziati a settembre 2022 sotto gli auspici del Comitato sull’IA (CAI) istituito dal Consiglio d’Europa a Strasburgo e hanno coinvolto i quarantasei Paesi membri del Consiglio, l’UE e undici Paesi terzi. Il contributo di rappresentanti internazionali della società civile, del mondo accademico, dell’industria e di altre organizzazioni internazionali, ha garantito un approccio completo e inclusivo.
Prossimi passi
La Commissione europea dovrà portare la proposta di decisione al Consiglio per avere poi l’approvazione definitiva da parte del nuovo Parlamento europeo.
La Convenzione, aperta alla sottoscrizione di altri paesi, entrerà in vigore dopo la ratifica da parte di almeno cinque sottoscrittori, inclusi almeno tre membri del COE.
Contributo alla Rubrica “Appunti di Privacy”: notizie, spunti di riflessione, brevi commenti, chiarimenti sui principali temi di attualità sul tema della tutela dei dati personali. A cura di Patrizia Cardillo, Esperta di Protezione dati personali, in collaborazione con FPA.
[1] Cfr.: il Consiglio d’Europa ha come obiettivo principale quello di promuovere i diritti umani, la democrazia e lo stato di diritto al fine di rafforzare la stabilità democratica in Europa, promuovere i diritti sociali e i diritti delle minoranze, favorire lo sviluppo dell’identità culturale europea, la promozione del dialogo interculturale e interreligioso e il progresso economico e sociale, sostenere la lotta contro ogni forma di discriminazione, l’intolleranza, il traffico di stupefacenti, il terrorismo, la corruzione e la criminalità organizzata.
È la prima organizzazione internazionale sorta in Europa dopo la II guerra mondiale, istituita con il Trattato di Londra, firmato il 5 maggio 1949 da 10 Paesi fondatori: Belgio, Danimarca, Francia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Regno Unito e Svezia. L’Italia ha ratificato lo Statuto del COE con l. 23 luglio 1949, n. 433. Il Consiglio d’Europa comprende oggi la quasi totalità del continente europeo ed è composto da 46 Stati, tra i quali 22 dell’Europa centrale e orientale. L’Organizzazione ha inoltre accordato lo status di osservatore ad altri 6 Paesi (Canada, Santa Sede, Stati Uniti, Giappone, Messico e Israele).