Intelligenza Artificiale nel nuovo Piano Triennale: decalogo, linee guida e obiettivi da raggiungere
Il Piano Triennale per l’Informatica nella PA 2024-2026 segna un passo importante verso la consapevolezza e l’implementazione delle tecnologie IA all’interno della pubblica amministrazione. Questo documento, frutto di un’ampia concertazione tra diverse entità istituzionali, contiene un capitolo dedicato espressamente all’intelligenza artificiale nella PA. AgID evidenzia tre aree prioritarie di intervento: l’automatizzazione di compiti ripetitivi, il miglioramento delle capacità predittive per la presa di decisioni basate sui dati e il supporto alla personalizzazione dei servizi pubblici. Vediamo quali sono le linee guida da definire e gli obiettivi da raggiungere nei prossimi tre anni
8 Marzo 2024
Patrizia Fortunato
Content Editor, FPA
L’intelligenza artificiale per le amministrazioni pubbliche appare come una soluzione promettente capace di migliorare l’efficienza e l’efficacia nella gestione e nell’erogazione dei servizi pubblici. Il Piano Triennale per l’Informatica nella PA 2024-2026, redatto da AgID e pubblicato il 12 febbraio scorso, contribuisce ad aumentare la consapevolezza della pubblica amministrazione nell’adozione delle tecnologie di IA. Questo documento nasce da un’attività di concertazione tra varie amministrazioni e soggetti istituzionali e rappresenta il primo piano programmatico della pubblica amministrazione dedicato all’intelligenza artificiale. Al suo interno contiene la definizione di sistema di intelligenza artificiale data dall’OCSE, utilizzata anche nel Regolamento europeo per l’intelligenza artificiale (AI act).
“Per sistema di Intelligenza Artificiale (IA) si intende un sistema automatico che, per obiettivi espliciti o impliciti, deduce dagli input ricevuti come generare output come previsioni, contenuti, raccomandazioni o decisioni che possono influenzare ambienti fisici o virtuali. I sistemi di IA variano nei loro livelli di autonomia e adattabilità dopo l’implementazione”.
La caratteristica fondamentale di un sistema di intelligenza artificiale, dunque, risiede nella sua autonomia e adattabilità; nella capacità di elaborare dati ricevuti in ingresso per generare output decisionali. Pertanto, è necessario che le amministrazioni dispongano di processi capaci di generare dati di alta qualità; ciò implica, prima di implementare soluzioni di intelligenza artificiale, una valutazione interna dello stato dei propri sistemi informativi e l’accertamento che gli adempimenti previsti dal Codice dell’Amministrazione Digitale (CAD) siano stati rispettati.
Quali sono, allora, le potenzialità dell’intelligenza artificiale nella pubblica amministrazione? Il documento riporta tre punti prioritari:
- automatizzare attività di ricerca e analisi delle informazioni semplici e ripetitive, liberando tempo di lavoro per attività a maggior valore;
- aumentare le capacità predittive, migliorando il processo decisionale basato sui dati;
- supportare la personalizzazione dei servizi incentrata sull’utente,aumentando l’efficacia dell’erogazione dei servizi pubblici anche attraverso meccanismi di proattività. Un esempio di proattività è l’esperienza dell’INPS, che ha sviluppato soluzioni basate su intelligenza artificiale con l’obiettivo di potenziare i servizi offerti ai cittadini. Tra questi, spiccano i progetti di classificazione e smistamento automatico delle oltre 16mila PEC che riceve in media al giorno e il progetto di ottimizzazione del Customer Service, il quale riceve circa 2,5 milioni di richieste web l’anno.
Oltre gli esempi di INPS, la sezione dedicata allo strumento dell’IA nella PA presenta una raccolta di buone pratiche e casi d’uso di progetti innovativi di INAIL e ISTAT, ponendosi così come strumento sempre più operativo.
Entro il 2024, linee guida AgID per l’Intelligenza Artificiale nella pubblica amministrazione
Il testo elenca tre linee guida che AgID prevede di redigere entro il 2024: una per promuovere l’adozione dell’intelligenza artificiale nella pubblica amministrazione, una per il procurement e una per lo sviluppo di applicazioni di IA.
- Le linee guida per l’adozione dell’intelligenza artificiale mirano a fornire strumenti di assessment per consentire alle pubbliche amministrazioni di identificare sia le esigenze che le motivano a utilizzare l’intelligenza artificiale, sia lo stato delle infrastrutture digitali a loro disposizione, al fine di applicare l’intelligenza artificiale in modo efficace. AgID si propone di raggiungere, entro il 2025, almeno 150 progetti di innovazione mediante IA nelle amministrazioni, cifra che si prevede di aumentare sino a 400 progetti entro il 2026.
- Le linee guida per il procurement di intelligenza artificiale hanno lo scopo di orientare le PA nell’approvvigionamento di intelligenza artificiale, attraverso strumenti specifici per gli appalti di fornitura. Nel 2025, l’obiettivo è quello di avviare almeno 100 iniziative di acquisizione di servizi di IA, da innalzare a 300 iniziative entro il 2026.
- Le linee guida per lo sviluppo di applicazioni di IA hanno l’obiettivo di fornire alle PA strumenti necessari per affrontare progetti di sviluppo di soluzioni ad hoc, conformi alla normativa vigente e ai principi propri della pubblica amministrazione. I traguardi fissati prevedono almeno 50 progetti di sviluppo di soluzioni IA nel 2025 e almeno 100 progetti nel 2026.
Valorizzazione del patrimonio informativo pubblico: un obiettivo strategico essenziale
AgID deve completare entro il 2024 una ricognizione delle basi di dati strategiche per identificare il corpus di dati necessario per addestrare i Large Language Models (correlati all’IA generativa) e ottenere scelte pertinenti e accuratamente allineate con le specificità dei vari domini e settori interni alla PA. Successivamente, entro il 2025, l’Agenzia per l’Italia Digitale dovrà digitalizzare le basi di dati strategiche e, a partire dal 2026, promuoverle per l’addestramento dei sistemi di AI.
Parallelamente, AgID prevede di realizzare applicazioni di IA a valenza nazionale attraverso un processo che inizia con l’identificazione delle soluzioni già esistenti a livello nazionale basate sull’IA. Il passo successivo sarà lo sviluppo ulteriore nel 2025 di queste soluzioni, al fine di trasformarle da prototipi a servizi estendibili su scala nazionale, per poi procedere nel 2026 con il dispiegamento nei territori delle soluzioni realizzate. Il territorio è un altro tema da affrontare, include la localizzazione e il dimensionamento dei servizi mediante l’uso del cloud.
Dieci principi generali per l’utilizzo dell’IA nella pubblica amministrazione
Il Piano Triennale contiene anche un decalogo sui principi generali per l’utilizzo dell’IA nella pubblica amministrazione, elaborato con i soggetti che hanno partecipato all’attività di redazione del Piano, tra cui il mondo della ricerca, dell’università e dell’impresa, pubbliche amministrazioni come INPS, Consip, INAIL e comuni italiani.
Ecco le 10 regole fondamentali da considerare:
- Miglioramento dei servizi e riduzione dei costi. Per cui le PA concentrano l’investimento in tutte quelle applicazioni di intelligenza artificiale che vanno verso l’automatizzazione e l’ottimizzazione di determinati processi e sistemi che non impattano sulla sicurezza delle persone né sui principi etici. Il conseguente recupero di risorse è destinato al miglioramento della qualità dei servizi anche mediante meccanismi di proattività (come il caso di INPS).
- Analisi del rischio. L’utilizzo delle applicazioni di intelligenza artificiale è valutato in base ai potenziali rischi per i diritti fondamentali, la sicurezza e l’etica, secondo un approccio “basato sul rischio” previso nel Regolamento europeo sull’intelligenza artificiale (AI Act). La “piramide del rischio” proposta dalla Commissione Europea classifica il rischio in quattro diversi livelli: da inaccettabile (che comporta il divieto), rischio elevato, rischio limitato e rischio minimo. Le pubbliche amministrazioni sono chiamate, dunque, a valutare i rischi associati all’utilizzo delle applicazioni di intelligenza artificiale.
- Trasparenza, responsabilità e informazione. Le amministrazioni devono garantire che le decisioni adottate in base ai risultati di algoritmi di intelligenza artificiale siano motivate e che la responsabilità di chi assume tali decisioni sia chiara; si parla di decisioni informate.
- Inclusività e accessibilità. Le PA devono assicurare che le tecnologie utilizzate rispettino i principi di equità, trasparenza, non discriminazione.
- Privacy e sicurezza. La normativa sulla privacy costituisce un aspetto che non va sottovalutato per qualsiasi applicazione di digitalizzazione, e non solo per le soluzioni di intelligenza artificiale.
- Formazione e sviluppo delle competenze. Occorre investire in formazione per sviluppare le competenze necessarie a gestire sistemi di intelligenza artificiale. Questo impegno deve essere declinato sia dal lato dell’offerta di servizi, ovvero da parte delle pubbliche amministrazioni che mirano a erogare servizi, sia dal lato della domanda, per affrontare il tema delle competenze diffuse e promuovere l’uso massivo di questi servizi (secondo i segnali dati dal Digital Decade Report 2023).
- Standardizzazione. La Commissione Europea ha demandato al CEN-CENELEC di stabilire degli standard su gestione del rischio, qualità dei dati, registri e log, trasparenza, supervisione umana, accuratezza, robustezza, sicurezza cibernetica, gestione della qualità, valutazione della conformità, affidabilità, che saranno a supporto dell’adozione dell’IA Act. Questi standard ISO, attualmente in fase di elaborazione, richiederanno del tempo tecnico per essere definitivamente emanati. Tuttavia, l’AgID, che partecipa a questi tavoli tecnici, nelle attività di supporto alle pubbliche amministrazioni nel campo dell’intelligenza artificiale anticiperà i principi elaborati in questi standard.
- Sostenibilità. Il tema della sostenibilità è centrale in tutto il Piano Triennale, e assume rilevanza anche nell’ambito dell’intelligenza artificiale. L’amministrazione dovrebbe essere consapevole dell’impatto derivante dall’utilizzo di soluzioni di intelligenza artificiale (alcune di queste sono particolarmente energivore) e valutare il costo ambientale ed economico associato all’impiego di sistemi AI ad alto impatto.
- Foundation Models. L’amministrazione che acquista sistemi basati su modelli di Machine Learning pre-addestrati su grandi quantità di dati dovrebbe accertarsi della chiara definizione delle responsabilità e dei ruoli tra il fornitore della soluzione, gli utenti del sistema e la stessa pubblica amministrazione che fornisce il servizio.
- Dati. Conferire i dati dell’amministrazione a un sistema IA permette a quest’ultimo di addestrarsi e potenziare la capacità dell’amministrazione di formulare decisioni utili e a valore aggiunto; dall’altro, però, è necessario che l’amministrazione mantenga il pieno controllo dei dati conferiti al sistema. Questo solleva una questione importante su cui noi di FPA stiamo riflettendo nel percorso verso FORUM PA 2024, ovvero come “governare l’intelligenza artificiale” e come “governare con l’intelligenza artificiale”.
In conclusione, il Piano Triennale 2024-2026, elaborato da AgID, segna un passo verso una maggiore consapevolezza e adozione di queste tecnologie nell’ambito della PA, delineando un quadro di azione chiaro e ambizioso da compiere nei prossimi tre anni.