Internet riguarda tutti. Voci dall’Internet Governance Forum Italia 2010

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Internet riguarda tutti.  Imprese, informatici, università e centri di ricerca, pubbliche amministrazioni, organizzazioni sociali, cittadini di tutte le età e latitudini. Riguarda le persone. Quelle che lo usano, quelle che vorrebbero usarlo a condizioni migliori e soprattutto quelle che non lo usano. Così l’Internet Governance Forum Italia 2010 mette al centro, con un fuori programma, il “diritto ad internet”.

7 Dicembre 2010

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Chiara Buongiovanni

Articolo FPA

Internet riguarda tutti.  Imprese, informatici, università e centri di ricerca, pubbliche amministrazioni, organizzazioni sociali, cittadini di tutte le età e latitudini. Riguarda le persone. Quelle che lo usano, quelle che vorrebbero usarlo a condizioni migliori e soprattutto quelle che non lo usano. Così l’Internet Governance Forum Italia 2010 mette al centro, con un fuori programma, il “diritto ad internet”.

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Nel corso degli anni  (dal World Summit sull’Information Society di Tunisi sono passati 5 anni) la dimensione “politica” nella gestione tecnica della rete è diventata prioritaria nelle assise internazionali come nei contesti nazionali e locali, di pari passo con l’esponenziale crescita della società della conoscenza. Se, infatti, da un lato si riconoscono ormai all’unisono le potenzialità enormi legate alla rete – tanto che il governatore della Puglia, Nichi Vendola, in una intervista degli ultimi giorni è arrivato ad affermare che “internet è il più bel regalo che l’uomo (o forse Dio) ha fatto al Sud”, dall’altra si ragiona sempre di più sul sistema di garanzie e diritti che la rete postula dentro e attorno a sé.

Per questo all’Internet Governance Forum – IGF 2010 Italia c’erano tutti.
Tutti concordi sul “metodo”, la governance della rete non può che essere bottom up, nell’edizione romana dell’IGF 2010 abbiamo assistito ad un interessante fiorire di incontri tematici, organizzati da rappresentanti, esperti e appassionati del tema, dalla società civile e non solo. In diretta, dalla voce degli organizzatori raccogliamo i frutti di questo ricco IGF: i contributi degli organizzatori sui temi di questa edizione e sugli sviluppi a cui si sta già lavorando dal giorno dopo. Rigorosamente in rete.

  • “Internet in Costituzione” è diventata una campagna aperta in rete, volta a raccogliere consensi attorno all’art 21 – bis, proposto da Stefano Rodotà in apertura dell’IGF. Su questo il prezioso contributo di Guido Scorza, dall’incontro tematico “Il diritto di accesso a Internet”, il 30 novembre. Guido ci spiega le ragioni della proposta di Rodotà e le ragioni delle comprensibili perplessità – ove non vere e proprie avversioni – che in molti ha suscitato. Quale prospettiva allora dovremo adottare? Ragioniamo insieme a partire da questa analisi.
  • Già nelle critiche che avevano seguito il lancio del Codice Azuni, si era delineata una “famiglia” ben consistente, che così commentava “non è qui il problema, ma nell’accesso alla rete”. Citando l’analisi di Carlo Mochi Sismondi, gli advocates di questa posizione "individuano un ostacolo a monte nel digital divide, nell’accesso ancora non per tutti, nella mancata alfabetizzazione dimostrata anche dalla posizione di coda dell’Italia come utenti Internet tra i Paesi OCSE, nella persistenza di una limitazione grave all’’uso del wi-fi come la cosiddetta legge Pisanu.” A conferma di questo, arrivano in presa diretta le voci da due eventi tematici dell’IGF Italia, particolarmente interessanti perché complementari. Al centro il wi-fi e la cittadinanza digitale.
    • Giuseppe di Nello da “Dal wi -fi libero alla cittadinanza digitale” , organizzato da Laboratorio dell’Innovazione, il 27 novembre. 
    • Francesco Loriga da “Wi-fi esperienze pubbliche a confronto", organizzato da Provincia di Roma, il 30 novembre.

Diverse le prospettive, diversi i “piani” di azione. Diverse le opportunità e i ruoli per cittadini e amministrazioni locali, diverse le proposte.

  • Sui diritti digitali, veri diritti civili di nuova generazione, e sulla necessità del formarsi di un movimento che coinvolga un’ampia parte della società civile e dell’opinione pubblica al fine di renderli effettivi, interviene Luca Nicotra dall’incontro "Il Digitale è Politico: una nuova generazione di diritti di cittadinanza", organizzato da Agorà Digitale, il 30 novembre. Luca ci guida in una prima esplorazione degli  elementi necessari alla crescita di un tale movimento.
  • Ancora sulle nuove dimensioni della cittadinanza e di contraltare sui nuovi modi e ragioni di essere dell’amministrazione, Ernesto Bellisario ci propone i primi passi verso  “il 2011 – anno dell’Open Government in Italia”, come emersi dall’incontro del 30 novembre. Nelle modalità di azione e nei principi, ci presenta la piccola grande rivoluzione di Manifesto per l’Open Government. Che, ricorda, è appena cominciata.
  • E l’e-welfare? Le nuove forme di welfare rientrano a pieno titolo tra i diritti e doveri del cittadino “digitale”, nel quadro delle nuove caratteristiche della società della rete e della conoscenza. E in un periodo difficile, per non dire di profonda crisi, per lo Stato sociale, il tema assume prospettive nuove. Ce le racconta Ugo Bonelli, direttamente dall’incontro “e-Welfare: l’infrastruttura internet per ampliare il welfare nella società della rete e della conoscenza", del 29 novembre.
  • I destini di internet sembrano essere strettissimamente legati ad una questione molto urgente e solo apparentemente "tecnica". L’esaurimento orami prossimo degli indirizzi IPv4 e la necessaria migrazione all’IPv6. A che punto siamo? Per essere ottimisti, un po’ in ritardo. Perché non ci sbrighiamo? Come possiamo recuperare? Ce lo spiega Gabriella Paolini, dall’incontro "Dove sei IPv6?", del 30 novembre.

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