Negli ultimi anni, numerose innovazioni hanno portato a una discontinuità strutturale. Marco Moretti, autore del libro “Futuro. Visioni di una possibile tecnocrazia digitale”, prevede che tecnologie come la robotica, l’intelligenza artificiale, la blockchain e le neurotecnologie trasformeranno radicalmente il nostro futuro entro il 2040. Al FORUM PA POP 2024, la web TV di FORUM PA 2024, nello spazio dedicato alla presentazione di libri, Moretti, intervistato da Michela Stentella, Direttrice della testata www.forumpa.it, sottolinea l’importanza di coinvolgere tutti nella scienza per evitare che solo una ristretta cerchia di tecnocrati prenda decisioni per la società.
21 Giugno 2024
Negli ultimi 50-60 anni abbiamo assistito a numerose innovazioni, ma oggi siamo di fronte a una vera e propria discontinuità strutturale. Dieci onde tecnologiche stanno cambiando il mondo, dalle più consolidate – il mobile e Internet – fino alle prossime otto: la robotica, l’intelligenza artificiale, la blockchain, le green technologies, i nuovi materiali e le neurotecnologie, che rappresentano il confine tra tecnologia digitale ed evoluzione dell’essere umano.
Marco Moretti[1], autore del libro “Futuro. Visioni di una possibile tecnocrazia digitale”, prevede che queste tecnologie arriveranno con una velocità esponenziale, trasformando radicalmente il nostro futuro entro il 2040.
“Ogni onda tecnologica converge verso una disciplina specifica: l’intelligenza artificiale verso la psicologia, la robotica verso la meccanica, la green technology verso la fisica e la chimica, e la neurotecnologia verso la biologia e la medicina”, ha raccontato Moretti, ospite di FORUM PA POP, la web TV di FORUM PA 2024, nello spazio quotidiano dedicato alla presentazione di libri.
Queste tecnologie, da un lato, possono aprire ulteriori divari, ma allo stesso tempo, nella visione ottimistica, potrebbero colmarli. Il rischio è di andare verso una tecnocrazia dove sono solo gli addetti ai lavori a poter prendere le decisioni più importanti per il futuro, sia dal punto di vista della regolazione dell’intelligenza artificiale sia dal punto di vista delle decisioni di governo. Ma come invertire la rotta? Gli addetti ai lavori possono e devono essere inclusivi e creare delle piccole scale d’accesso. Il libro cerca di calamitare l’attenzione su quelle aree di convergenza per cui chi si sente “tagliato fuori” ma nutre una passione può indirizzarla verso una scienza e comprenderla: un biologo può esplorare la neurotecnologia; uno psicologo può avvicinarsi all’intelligenza artificiale; uno statistico può immergersi nel mondo dei Big Data.
“Se riusciamo a capire la tecnologia, riusciamo a governarla; se non la capiamo, la subiamo”, afferma Moretti.
Basandosi sull’ultimo rapporto DESI, che non offre buone notizie sull’adozione e capacità di innovazione del nostro Paese, Moretti propone un sistema educativo del futuro che fornisca basi eterogenee a tutti, comprendendo coding, informatica, fisica, matematica, filosofia, materie umanistiche e finance. Questi “mattoncini” di conoscenza permetterebbero di sviluppare la capacità di imparare e adattarsi rapidamente alle nuove tecnologie.
Nel suo libro, Moretti esplora anche le professioni del futuro, utilizzando la metafora dei colori. Il “bianco” rappresenta il digitale, con opportunità in big data e tecnologie emergenti. Il “verde” si riferisce alla tecnologia della sostenibilità, con lavori legati alle energie alternative e mobilità sostenibile. Il “blu” copre la water economy e la space economy. Inoltre, Moretti evidenzia l’importanza dei servizi alla persona, che richiedono empatia e non possono essere sostituiti dalle macchine.
Moretti conclude ricordando quanto sia fondamentale attrarre le persone non addette ai lavori nel mondo della scienza e della tecnica. Solo così potremo evitare che una ristretta cerchia di tecnocrati guidi le scelte della società del futuro.
[1] Moretti vanta circa 30 anni di esperienza nel settore dell’Information Communication Technology. Ha trascorso 15 anni nel campo della consulenza e altri 15 anni come CTO in diverse aziende Enterprise, tra cui una decina d’anni nella pubblica amministrazione locale e un anno nella pubblica amministrazione centrale