La PA che innova, le regole dell’attuazione e perché non funzionano

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Partendo dai principali temi della trasformazione digitale, Giovanni Manca, vicepresidente Anorc e membro del Cantiere Documenti digitali, accoglie il nostro invito a contribuire al percorso di analisi “la PA crea valore se..”, che ci accompagna a FORUM PA 2019

26 Marzo 2019

Cantieri PA

Gli articoli a firma della community di FPA impegnata nei processi di innovazione digitale della PA

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Giovanni Manca

Vice Presidente Anorc - Associazione nazionale per operatori e responsabili della conservazione digitale

Photo by Werner Du plessis on Unsplash - https://unsplash.com/photos/6dDHofabCQ8

Come sempre, da molto tempo, ci si ritrova a scrivere di iniziative della pubblica amministrazione che portino innovazione. In questo caso con la declinazione senz’altro più moderna e efficace di amministrazione pubblica ovvero di amministrazione della cosa pubblica che crea “valore pubblico” in un’ottica di sviluppo e quindi di investimento e non di spreco.

Da oltre vent’anni, in particolare dai tempi della riforma Bassanini si reitera il concetto di amministrazione senza carta, si producono tante leggi e si mettono in opera tante iniziative, ma i tanti affluenti al fiume dell’innovazione non fanno scorrere quest’ultimo in modo costante e efficace.

Un elevatissimo numero di esperti ha scritto di questa materia è quindi sfidante trovare elementi nuovi per alimentare il dibattito, quindi ci soffermiamo sugli elementi vecchi, evidenziando che, nonostante tutto, si parla sempre delle stesse cose.

Il tema, quindi, è quali sono le regole dell’attuazione e perché non funzionano.

Per facilitare l’analisi procediamo con i principali temi che per la loro ampiezza globale comunque coprono percentualmente la quasi totalità delle problematiche.

Questo articolo è un contributo al percorso di ascolto “La PA crea valore se…” avviato in vista di FORUM PA 2019 (Roma, 14-16 maggio)

Procedimento amministrativo

L’amministrazione pubblica che ambisce ad essere efficiente e in rete deve semplificare il procedimento amministrativo. Tale semplificazione è indispensabile anche per favorire l’erogazione dei servizi in rete.  In questo settore, quando si opera, vale la regola dell’adempimento cioè spesso la procedura informatica replica quella cartacea o è solo parzialmente informatica o addirittura è solo informativa e non operativa.

Una creazione di valore sarebbe nella descrizione del procedimento amministrativo semplificato con strumenti comuni, riusabili e interoperabili.

Identità digitale

L’identità digitale è indispensabile per operare in rete nel rispetto delle regole amministrative e di protezione dei dati personali. Con SPID si è cercato di creare valore affidando i servizi a soggetti privati, ma non è ancora consolidato un valido modello di business quindi dopo oltre tre anni di operatività del sistema. In parallelo si sviluppa, con una diffusione tripla rispetto a SPID la Carta d’Identità Elettronica. Si prevede che la CIE sia utilizzabile come identità digitale tramite una APP installata sul proprio smart phone. Continua ad essere emessa la Carta Nazionale dei Servizi annessa alla Tessera Sanitaria (TS-CNS), ma il Piano Triennale 2019-2021 non la menziona limitandosi a parlare della CNS emessa dalle Camere di Commercio per l’accesso al cassetto digitale dell’imprenditore. Lo stesso Piano Triennale evidenzia come obiettivo la messa in opera di azioni per la migrazione delle identità pregresse verso l’identità SPID, ma anche l’individuazione di strumenti economici atti ad assicurare la sostenibilità di SPID.

Una creazione di valore sarebbe stata necessaria all’inizio del progetto prevedendo un costo di un euro per aderire a SPID (sulla base di un’analisi di mercato). La gratuità delle credenziali non ha portato al successo dell’iniziativa. E altri problemi esistenti non possono essere trattati in questa sede.

Infrastrutture

Il Piano Triennale 2019-2021 stabilisce il principio del cloud first. Tralasciando i temi del rischio di centralizzazione della PA e di trattamento dei dati personali in contesti privatistici il tema cruciale è quello delle modalità di migrazione applicativa verso i tre principali paradigmi cloud IaaS, PaaS e SaaS. In questo caso la regola di attuazione è quella del supporto economico alla PAL e in particolare ai piccoli comuni. Naturalmente nell’attuazione bisogna anche curare il tema dei dati che viaggiano nel sistema e delle applicazioni che si parlano, ovvero l’interoperabilità e la cooperazione applicativa.

Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (ANPR)

L’ANPR ha invertito i paradigmi tradizionali della PA, cioè la regola dell’adempimento non ha funzionato. Il sistema dopo grosse difficoltà all’avvio procede spedito ma non così spedito come ci si aspetterebbe.

La regola di attuazione è l’applicazione delle basi della gestione di progetti. Sono state applicate, ma non nel modo corretto, evidentemente.

Competenze digitali

Questo è uno dei temi più ricorrenti. La frase “non ci sono le competenze” ha compiuto più di dieci anni. In questo scenario la regola di attuazione è quella del fare formazione su soggetti già con adeguate competenze informatiche. Parlando per esperienza diretta si può dire che la formazione va migliorata. Deve essere granulare rispetto alla specifica attività del dipendente, deve essere conforme alla tipologia di attività pubblica e specializzata quando necessario. Raramente il dirigente partecipa ai corsi di formazione e spesso si sente dire dall’impiegato, che il dirigente vuole la carta e quindi non si può trasgredire.

La regola di attuazione è erogare formazione di livello specialistico con esami e qualificazione professionali, che non derivino da un corso di un paio di giorni e che non effettuano test sul livello di apprendimento o spesso di partecipazione mentale del dipendente.

Amministrazione e città Stato

Il fatto che ci siano amministrazioni pubbliche di ogni dimensione induce a pensare che l’abito del digitale debba essere confezionato su misura. Che i progetti debbano seguire percorsi proporzionali ai mezzi della specifica PA con quest’ultima che affida servizi, ma li controlla. Mentre spesso è il fornitore che ha il controllo delle attività con l’amministrazione che è utente, insieme al cittadino e l’impresa.

In questo momento storico sarebbe importante anche l’introduzione di un centro di supporto al digitale che funga da facilitatore per i progetti del Piano Triennale. Basterebbe partire da FAQ pubblicate in modo esteso che rispondono ai quesiti che le PPAA pongono all’interlocutore definito (e che oggi non è univocamente definito).

Se le PPAA potessero disporre di un faro che le aiuta a scrivere il capitolato (basterebbero pochi modelli di base) si aggiungerebbe valore e qualità alla fornitura evitando anche la richiesta di requisiti molto particolari che indirizzano la tipologia di fornitura o aggiudicazioni al prezzo più basso che non hanno mai portato valore.

Governance e normativa

La regola di attuazione stavolta è sintetica. La Governance deve essere semplice e deve avere poteri di indirizzo e di controllo. Se il controllo è basato su erogazione di finanziamenti è utile invocare il danno erariale per il mancato raggiungimento degli obiettivi.

Ma gli obiettivi devono essere stabili e omogenei per un adeguato periodo. Ci sono gare pubbliche che dopo l’aggiudicazione hanno trovato normative superate.

Infine l’innovazione è fatta dalle persone competenti che applicano regole omogenee, stabili e semplici, non dalle norme.

Avevamo già detto che avremmo detto cose vecchie e quindi chiudiamo con due concetti espressi da Giancarlo Scatassa (Grand Commis della Funzione Pubblica nominato nel 1984 Direttore del Servizio Documentazione e Tecnologie prima struttura specifica per l’informatica nella PA ).

Sembrano dette dal Commissario Straordinario pochi giorni fa.

La PA ha sempre mostrato di gradire chi potesse offrire approcci che migliorassero l’efficacia e l’efficienza delle Amministrazioni Pubbliche. L’informatica ne sarebbe uno strumento essenziale, ma è sempre vissuta dalla PA in funzione soltanto di piccoli o grandi centri di potere assolutamente e impermeabilmente chiusi […]. Il problema è di mentalità. Noi dobbiamo superare il nostro modo di pensare. Non sono problemi tecnologici o normativi, ma di comportamento. Per questo credo che sarà necessaria una mobilitazione culturale, mi lasci usare questa espressione. Però io sono fiducioso […]


Intervista di Manlio Cammarata a Giancarlo Scatassa su MC Microcomputer 101, novembre 1991


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