La PA è come la Ford modello T
La cittadinanza digitale deve essere la capacità degli attori pubblici di favorire l’offerta ai cittadini di una somma di servizi di interesse collettivo adeguata, per qualità e quantità, alle potenzialità della società e dell’economia nell’età del digitale. Per far questo si deve rapidamente superare il modello fordista che ancora impera nella PA
13 Aprile 2016
Giovanni Vetritto, Presidenza del Consiglio dei Ministri
Ma insomma, cos’è alla fine questa cittadinanza digitale? La risposta a una domanda complessa non può essere semplice, ma una sensibilità diffusa è venuta fuori nell’incontro di insediamento del tavolo di lavoro “Cantiere per la cittadinanza digitale” voluto su questo tema da Carlo Mochi Sismondi e brillantemente coordinato da Giuliano Noci del Politecnico di Milano.
E la sensibilità è questa: la cittadinanza digitale non può essere la somma di alcuni (magari pochi) servizi web garantiti da quella che ancora pochi anni fa chiamavamo “informatica”.
La cittadinanza digitale deve essere la capacità degli attori pubblici di favorire l’offerta ai cittadini di una somma di servizi di interesse collettivo adeguata, per qualità e quantità, alle potenzialità della società e dell’economia nell’età del digitale.
Dunque, ben altro e ben di più di una somma di servizi informatici.
Siamo nel mezzo di una grande trasformazione di tutti i paradigmi organizzativi, iniziata alla metà degli anni ’70 con la reazione del settore delle imprese alla crisi del fordismo. Una reazione che ha saputo usare al massimo il fattore abilitante rappresentato dalla tecnologia; ma che aveva come driver non la tecnologia in quanto tale, ma la necessità di offrire nel mercato ai clienti beni e servizi (e loro articolazioni complesse) in una misura e con una qualità che le piramidi settorializzate e autosufficienti del paradigma fordista, con le loro burocratizzazioni, le loro standardizzazioni e i loro sprechi, non sarebbero mai state in grado di offrire. La paradigmatica Ford modello T “di qualunque colore purché nera” semplicemente non vendeva più e occorreva cambiare il paradigma produttivo.
A quasi mezzo secolo di distanza, le pubbliche amministrazioni italiane sono rimaste pressoché le ultime organizzazioni fordiste esistenti al mondo. Con strutture divisionali, principi di competenza, gerarchia, cultura dell’adempimento, autoreferenzialità operativa, relativo disinteresse per le qualità individuali, disattenzione all’integrazione di politiche e servizi, religione della procedura, formalismi, rigidità.
In questo contesto, informatizzare qualche servizio non crea certo “cittadinanza digitale”.
Per offrire cittadinanza digitale occorre usare la tecnologia come un fattore abilitante (il più potente), per smontare le nostre piramidi amministrative ancora fordiste, rimontarle in una logica di servizio per gli utenti, ripensare ab imis processi e procedure, ampliare la gamma delle soluzioni per le grandi questioni di interesse collettivo, sulla soluzione delle quali si misura la qualità della cittadinanza.
E farlo, sapendo che in quella che Manuel Castells ha definito “l’età delle reti”, questo non può più essere solo uno scopo organizzativo “aziendale”, ma “di sistema”; che le pubbliche amministrazioni non sono più solo “aziende di servizi a carattere pubblico”, ma sono nodi di sistemi complessi di attività pubbliche e private da finalizzare al benessere collettivo; arene laiche e neutrali di saldatura di grandi coalizioni di attori (ancora una volta, pubblici e privati) attorno a strategie condivise di crescita economica e inclusione sociale, di garanzia di servizi di cittadinanza per tutti. Democrazia inclusiva, laica, abilitante, efficace.
E dunque, servono ancora (finalmente?) cospicui e coerenti investimenti sul back office, con impatto trasversale e ambizioni strategiche, per cambiare la qualità dei “prodotti di cittadinanza” che il front office (multicanale, fisico, virtuale, relazionale…) deve poi trasferire ai cittadini.
Tutto molto più difficile che informatizzare tre o quattro verticali fordisti. Ma quanto più entusiasmante…