La rete della Difesa e i CED dell’Esercito: i progetti per un futuro più sicuro
Due grandi infrastrutture che nel 2017-2018 conosceranno un salto di qualità. Vediamolo
3 Novembre 2016
Enrico Martini, Ministero dello Sviluppo economico
Quando si parla di Istituzioni preposte alla difesa del cittadino, è importante che i servizi erogati siano efficaci, veloci e soprattutto sicuri. L’infrastruttura alla base dell’architettura di rete del comparto Difesa è un’estesa rete in fibra ottica di circa 13.000 chilometri di fibra. Una delle reti più estese nell’ambito dalla Pubblica amministrazione nazionale.
L’area di vertice interforze, che include lo Stato maggiore della Difesa e il Segretariato generale, con le singole Forze armate, condividono questo strato di networking. Le Intranet di Forza armata e l’Intranet dell’area di vertice interforze sono federate in una relazione di trust reciproca. Pertanto, i servizi vengono condivisi in maniera pienamente interoperabile, come se si trattasse di un’unica rete. L’accesso a Internet, invece, ad oggi avviene in modo singolo per ogni singola Forza armata: ogni Intranet si ritaglia, attraverso operatori commerciali, l’accesso alla rete pubblica.
L’obiettivo della Difesa è quello di realizzare in breve tempo un’infrastruttura di accesso diretto a Internet, a banda ultra larga e ridondato, che sia un’autostrada da mettere a fattor comune per l’intero comparto.
I vantaggi di questo progetto è innanzitutto l’unitarietà di comando e controllo nell’attività di difesa cibernetica: in questo modo si potrà concentrare gli sforzi su quell’autostrada e difenderla, anziché disperdere le forze su tante piccole reti più facilmente attaccabili. Inoltre, le risorse finanziarie saranno concentrate a difesa di un unico fronte, con una riduzione di costi. La progettazione del piano è stata completata: entro l’anno corrente si inizierà ad attivare il servizio per l’intera area di vertice interforze, per poi, nel 2017, estendere questo servizio a tutte le Forze armate. Gli oneri finanziari preventivati sono di 2,7 milioni di euro, con un profilo pluriennale su un triennio dal 2016 al 2018.
Tra le infrastrutture fiore all’occhiello del nostro comparto Difesa, si ricorda l’importante percorso di evoluzione compiuto dall’Esercito, con l’ausilio tecnico-gestionale della società Italtel, nell’ammodernamento dell’infrastruttura tecnologica, con un progetto che ha portato alla realizzazione di due Data Center di nuova generazione, che hanno fatto ridurre il numero dei server fisici e la complessità della rete.
L’Esercito Italiano ha sempre potuto vantare un’infrastruttura ICT potente, in grado di collegare tutte le sedi della Forza Armata presenti sul territorio nazionale e le singole zone teatro di operazioni militari in tutto il mondo. Le risorse necessarie alla conservazione ed elaborazione dei dati risultavano adeguate a garantire l’efficienza dei servizi erogati, ma onerose dal punto di vista gestionale, essendo geograficamente distribuite e popolate di applicazioni proprietarie di difficile integrazione e manutenzione.
A queste prime attività hanno fatto seguito la costruzione di un terzo Data Center presso il CSIE (Centro Sistemi Informatici dell’Esercito), dedicato all’area logistica, e la creazione di 11 ulteriori mini Data Center distribuiti su sei siti nazionali, che hanno aperto la strada per ulteriori opportunità offerte dal «Cloud Computing». È stata successivamente compiuta un’opera di consolidamento che ha riguardato il SIGE (Sistema Informativo Gestionale dell’Esercito) e i protocolli di archiviazione militare, tutti virtualizzati e centralizzati nelle nuove infrastrutture.
I vertici militari sono ben consci che la sicurezza informatica, oltre che essere una qualità individuale, è una qualità dell’ecosistema. In un sistema iper-connesso, infatti, c’è sempre il rischio che l’anello più debole possa fare da back-door, una “porta sul retro” che metta gli attaccanti in condizione di infiltrarsi nel sistema. Ecco perché un numero eccesivo di centri di spesa che acquistano hardware, software e servizi informatici costituisce un fattore di rischio per la sicurezza informatica del nostro comparto difesa e, quindi, per sicurezza dei cittadini.