La trasformazione digitale nei territori: facciamo il punto a FORUM PA 2023
Grande rilievo nei giorni scorsi è stato dato agli avvisi di PA digitale 2026 riservati alla migrazione al cloud: oltre 14mila amministrazioni locali, tra Comuni, Scuole e Asl, hanno aderito agli Avvisi, il che ha consentito di raggiungere nei tempi previsti il traguardo fissato dal PNRR in linea con la Strategia Cloud Italia. Un traguardo importante, anche se naturalmente il percorso non è concluso, tutt’altro. Ora che sono stati richiesti e assegnati i fondi, si tratta di utilizzarli mettendo a terra i progetti. Questo naturalmente non vale solo per la migrazione al cloud, ma anche per le altre azioni di trasformazione digitale definite e finanziate dal PNRR. Il 17 maggio a FORUM PA 2023 troverete uno Scenario in cui cercheremo proprio di capire a che punto sono gli enti locali, e in particolare i Comuni, in questo percorso e come si dovrebbe lavorare per realizzare un impatto di innovazione concreto sull’ente e sui territori
7 Aprile 2023
Michela Stentella
Direttrice testata www.forumpa.it
Giovanna Stagno
Responsabile Area Advisory e Gare FPA
I primi avvisi rivolti agli enti locali per accedere ai fondi PNRR sulla digitalizzazione sono stati pubblicati nell’aprile 2022 sulla piattaforma PA Digitale 2026. A un anno di distanza a che punto siamo? I dati del Dipartimento trasformazione digitale ci dicono che ad oggi sono stati pubblicati ben 27 Avvisi, di cui 24 già chiusi e 3 ancora in corso, la maggior parte dei quali destinati agli enti locali. In totale ammontano a circa 2 miliardi di euro gli investimenti destinati dal Piano a questi soggetti (Comuni, scuole, strutture sanitarie ed altri enti locali), sugli oltre 6 totali previsti dalla Missione 1 Componente 1 Ambito 1 dedicata alla digitalizzazione della PA.
Grande rilievo nei giorni scorsi è stato dato, in particolare, agli avvisi riservati alla migrazione al cloud: oltre 14mila amministrazioni locali, tra Comuni, Scuole e Asl, hanno aderito agli Avvisi, il che ha consentito di raggiungere nei tempi previsti il traguardo fissato dal PNRR in linea con la Strategia Cloud Italia. Anzi, se l’obiettivo del Piano e della Strategia è portare circa il 75% delle PA italiane a utilizzare servizi in cloud entro il 2026, i dati di adesione ci dicono che il 90% dei Comuni e l’80% delle scuole ha richiesto il finanziamento per migrare i propri applicativi.
Numeri importanti, quindi, anche se naturalmente il percorso non è concluso, tutt’altro. Ora che sono stati richiesti e assegnati i fondi, si tratta di utilizzarli mettendo a terra i progetti e puntando a realizzare un percorso di trasformazione digitale che sia davvero di impatto sull’ente e sui territori. Insomma, “il bello viene adesso” come evidenzia Andrea Tironi, Project manager Digital Transformation, Consorzio.IT, per il quale questi temi sono pane quotidiano e al quale abbiamo chiesto un commento. Per quanto riguarda la migrazione in cloud, ad esempio, Tironi evidenzia che “ora bisogna concentrarsi su cosa portare in cloud e come farlo. La migrazione dovrebbe essere mirata a eliminare buona parte dei 11.000 datacenter censiti nel 2019, quindi serve un piano di migrazione che sia full, come richiesto anche dagli obiettivi di Italia digitale 2026. Full significa appunto non ‘tutto quanto scritto nel piano’, ma proprio ‘tutto quanto’ ovvero software di core, files, email, applicativi minori, autenticazione oltre a quanto indicato nel piano ovviamente. Il percorso da fare prevede una migrazione strategica di tutti questi elementi da effettuare nel tempo, sia con le attività associate gli avvisi che con gli ‘avanzi’ degli avvisi PNRR digitale. Inoltre prendere un software e copiarlo semplicemente in cloud porta pochi benefici se non si ragiona di strategia o di lungo periodo, su come rendere il cloud davvero di impatto, sia economico che in ambito interoperabilità. Questa deve essere l’occasione per colmare il gap tecnologico di numero applicazioni, migliorare i processi e colmare i gap organizzativi ad essere associate”.
Questo per quanto riguarda il cloud, ma più in generale secondo Tironi bisogna ritornare a focalizzarsi anche sul “what” (cosa fare) dal punto di vista digitale e tecnologico, “facendo per bene quanto può generare impatto. E questo senza trascurare parte legal e parte contabile, ma solo dando il giusto peso a tutti gli ambiti principali da tenere sotto controllo per gli avvisi e i progetti di Pa digitale 2026: parte tecnologica (cosa fare), parte legale (compliant di procurement e normativa), parte economica (contabile e finanziaria). Solo con un buon bilanciamento delle tre, potremo davvero fare un percorso consistente e poter dire tra 3-4 anni che abbiamo generato cambiamento per il nostro ente, per i nostri cittadini e per le imprese e del nostro Paese”.
È evidente che si tratta di una grande sfida per le amministrazioni locali. Una bella occasione di confronto su questi temi sarà il prossimo FORUM PA, in particolare lo Scenario “PA Digitale 2026: l’attuazione delle misure sul territorio” in programma il 17 maggio (Palazzo dei Congressi di Roma). Nella stessa giornata presenteremo anche la Ricerca Ca.Re. 2023, quinta edizione dell’indagine realizzata da FPA in esclusiva per DEDANEXT quest’anno ancor più focalizzata sullo stato di avanzamento dei comuni capoluogo rispetto ai target PNRR. A breve online il Talk dedicato.
Infine, sempre il 17 maggio saranno protagoniste della manifestazione anche le città del nostro ICity Club – l’Osservatorio della trasformazione digitale urbana. Giunta alla sua terza edizione, la Community vede ad oggi già la partecipazione di 16 città (tra cui Alessandria, Benevento, Bergamo, Brescia, Cesena, Cremona, Modena, Monza, Novara, Parma, Prato, Trento, Verona, e altre in fase di adesione) chiamate a confrontarsi sui temi dell’attuazione del PNRR in materia di trasformazione digitale a valle della partecipazione delle stesse città agli avvisi di PADigitale2026 dello scorso anno.
Come abbiamo sottolineato i Comuni si sono dimostrati particolarmente ricettivi rispetto alle opportunità offerte dal PNRR – a cui come noto si aggiungono quelle della programmazione 2021-2027, provenienti in particolare del nuovo PON Metro Plus – ma dopo questa prima fase di accesso ai fondi, le Città si trovano a dover lavorare sulla concreta attuazione dei progetti. Quello che manca spesso è una piena conoscenza di quanto stanno realizzando realtà simili sulle medesime misure e delle soluzioni individuate per far fronte a difficoltà comuni.
È proprio su questo che si concentra il valore del club. Partendo dal confronto tra le città e dalla conoscenza e dall’analisi delle misure selezionate dalle singole realtà, ICity Club 2023 promuove infatti lo scambio di esperienze tra Amministrazioni ed il confronto sulle scelte operate dalle diverse Città.
L’edizione 2023 di ICity Club si configura come un vero e proprio percorso di lavoro e crescita comune, avviato a febbraio con una prima rilevazione interna al club finalizzata ad indagare su quali servizi le città hanno deciso di lavorare e concentrare i finanziamenti. Una vera e propria mappatura dei servizi comunali finanziati dagli avvisi del PNRR nelle diverse città che consentirà di individuare i principali ambiti tematici selezionati dai Comuni e i possibili cluster di città con cui abilitare un lavoro collaborativo per similitudini (città che si focalizzano sui medesimi servizi) e per differenze (cluster di città che focalizzandosi su ambiti differenti, potranno poi condividere l’esperienza maturata e le soluzioni realizzate con le città appartenenti ad altri cluster).
In questo percorso, una tappa fondamentale è rappresentata dall’appuntamento del 17 maggio a FORUM PA, il Cantiere ICity Club, il primo dei tre incontri previsti nell’anno e pensati come laboratori di analisi e approfondimento sugli investimenti del PNRR e sui relativi bandi la cui attuazione prevede un ruolo attivo delle città.
A FORUM PA quindi la Community degli Assessori all’innovazione e alle Smart City, dei dirigenti responsabili dell’innovazione tecnologica e dei diversi servizi funzionali oggetto di analisi (mobilità e trasporti, energia, ambiente, sicurezza urbana) delle città aderenti ad ICity Club si confronterà, in un incontro riservato, sui dati della prima indagine, vedrà l’avvio del lavoro dei cluster che ragioneranno in modo collaborativo su opportunità, criticità ed elementi di valore di ciascuna esperienza nello sviluppo e nella riprogettazione dei servizi finanziati.