Le app e le tecnologie che rendono le città più inclusive e sostenibili: Italia e Finlandia a confronto
Riceviamo e volentieri pubblichiamo il documento nato dall’incontro a Roma tra la giornalista finlandese Ella Tanskanen e rappresentanti di Cittalia. Nel corso dell’incontro si è parlato dell’uso di app e open data per la vivibilità urbana, in particolare per le fasce più disagiate, mettendo a confronto i nostri due Paesi. Un interessante scambio di esperienze e buone pratiche.
La Redazione
3 Settembre 2014
Simone d’Antonio e Ella Tanskanen
Riceviamo e volentieri pubblichiamo il documento nato dall’incontro a Roma tra la giornalista finlandese Ella Tanskanen e rappresentanti di Cittalia. Nel corso dell’incontro si è parlato dell’uso di app e open data per la vivibilità urbana, in particolare per le fasce più disagiate, mettendo a confronto i nostri due Paesi. Un interessante scambio di esperienze e buone pratiche.
La Redazione
La promozione di nuove tecnologie utili per il miglioramento della qualità della vita passa attraverso la creazione di un ecosistema adeguato alla creazione di innovazione. L’Helsinki Region Infoshare rappresenta nell’area metropolitana della capitale finlandese un esempio perfetto di quanto la pubblica amministrazione possa sostenere l’innovazione locale attraverso gli open data. Sono in totale 1100 i dataset liberati negli ultimi quattro anni dalle quattordici pubbliche amministrazioni della regione di Helsinki, offrendo a ricercatori e sviluppatori dati su un ampio numero di fenomeni urbani, dalla forza lavoro al trasporto fino all’housing pubblico e privato. Rendere trasparenza e open data parte del lavoro quotidiano delle amministrazioni coinvolte è una priorità del progetto, che sta gradualmente modificando il modo in cui lavorano i diversi dipartimenti e servizi municipali agendo come un vero e proprio “Google dei dati di Helsinki”, come afferma la direttrice Asta Manninen. “Gli open data creano efficienza nella governance e generano nuova occupazione e crescita economica – afferma Manninen – Avere accesso a tutti i dati è anche questo un modo per combattere l’esclusione sociale e strutturare politiche pubbliche migliori”. Finanziato dal fondo per l’innovazione finlandese Sitra e dal Ministero delle Finanze, l’Helsinki Region Infoshare ha consentito attraverso la sua azione la nascita di una serie di applicazioni legate principalmente ai trasporti pubblici e alla gestione del territorio, come quella realizzata dall’HSY che ha incrociato date di costruzione degli edifici ed età dei residenti per strutturare politiche locali più efficaci in tema ambientale e di risparmio energetico soprattutto nei quartieri periferici o con redditi medi meno elevati.
All’azione di coordinamento istituzionale e di raccolta dei dati si accompagna un’attenzione costante al mondo degli sviluppatori, che attraverso una serie di eventi e la piattaforma Helsinki Loves Developers ha creato una comunità capace di favorire la collaborazione reciproca per la realizzazione di app e programmi capaci di risolvere i problemi quotidiani dei cittadini. Molte di queste app sono direttamente scaricabili dal portale dell’Helsinki Region Infoshare e vanno da quelle che indicano la presenza degli spazzaneve nel periodo invernale Aurat Kartalla a quelle che segnalano la posizione delle rampe per disabili (frutto della competizione lanciata da App4Finland ).
Il sostegno all’inclusione sociale attraverso l’innovazione avviene a Helsinki anche grazie a strutture come il Forum Virium Helsinki che favorisce la collaborazione tra innovatori, soggetti pubblici e privati. Numerosi progetti realizzati nell’ambito di Forum Virium sono diventati parte dell’azione comune della capitale finlandese e hanno sensibilmente migliorato la quotidianità di alcune tra le fasce più disagiate. Oltre a progetti già terminati, come Health Borough e Apollon, che hanno contribuito a favorire abitudini quotidiane più salutari e standard di vita elevati per anziani e residenti nei quartieri di Herttoniemenranta, Roihuvuori e Tammisalo, il progetto più innovativo e visionario in corso è quello che riguarda la zona di Kalasatama che favorirà l’insediamento in una zona dismessa dell’area portuale di oltre ventimila residenti fino al 2030, testando una serie di soluzioni per migliorare la partecipazione civica e realizzare quella mixité sociale che al centro di ogni nuova strategia di riqualificazione urbana. “Stiamo invitando cittadini, startup e ricercatori a partecipare con le loro idee alla riqualificazione dell’area – afferma la project manager di Forum Virium Helsinki Veera Mustonen – che si caratterizzerà per la presenza di una struttura di assistenza socio-sanitaria unica nel suo genere perché co-progettata dai residenti a partire dalle loro reali esigenze di vita”. A colpire del progetto che coinvolge questa zona molto vicina al centro cittadino non è solo il mix tra edilizia di pregio e social housing di qualità (con edifici che invieranno in tempo reale dati su consumi energetici e qualità dell’aria), ma anche l’attivismo di vecchi e nuovi residenti che stanno avviando attività culturali e parchi gioco per favorire la vivibilità di questo pezzo di città in corso di rigenerazione.
Cosa si muove a Roma
L’esigenza di favorire il riuso degli spazi e allo stesso tempo rafforzare la coesione sociale nelle zone più centrali della città, anche qui caratterizzate dall’incontro tra vecchi e nuovi residenti (spesso di origine straniera) sono le priorità che il Comune di Roma sta invece perseguendo attraverso una serie di progetti che, a differenza di Helsinki, si basano su un impianto tecnologico meno marcato ma che puntano allo stesso modo a favorire la collaborazione tra amministrazioni pubbliche e stakeholder sociali in nome dell’inclusione. Va in questa direzione il progetto Cross, che vede il I Municipio di Roma, partner assieme a Torino, Manchester e Siviglia del progetto, protagonista di un’azione che punta a favorire la realizzazione da parte di giovani sviluppatori di app capaci di favorire la fruizione di servizi in particolare per le fasce più disagiate. “In un periodo di forte criticità economica per la amministrazioni locali è necessario coinvolgere le associazioni per intercettare la domanda di servizi sociali che nella zona più centrale di Roma è particolarmente forte per la presenza di grandi infrastrutture come le maggiori stazioni cittadine – afferma l’assessore alle politiche sociali del I Municipio Emiliano Monteverde – L’utilizzo delle nuove tecnologie, finora ancora poco utilizzate in grandi contesti urbani come Roma, sta creando un nuovo modo di intendere i servizi sociali che vedranno sempre più investimenti in questo senso”.
App e servizi che migliorano la qualità della vita e l’inclusione urbana
Favorire una migliore fruizione dei servizi urbani da parte di alcune tra le categorie che hanno spesso maggiormente problemi ad accedervi è l’obiettivo di molte app e progetti realizzati da soggetti pubblici e privati a Roma come ad Helsinki, a dimostrazione di quanto l’innovazione diffusa stia cambiando concretamente il modo di vivere le città. Roma ha puntato su E-lisir per favorire una migliore comunicazione tra non udenti e pubblica amministrazione, attraverso l’installazione di un’app sui tablet degli operatori dei servizi anagrafici che consente di ottenere in tempo reale attraverso una connessione a distanza di una traduzione in lingua dei segni delle richieste che giungono dai sordi che si recano agli sportelli. Il servizio riesce così a rendere il municipio più accessibile a tutti e a risolvere con costi limitati un problema particolarmente avvertito da una fascia significativa di utenti (nei primi tre mesi oltre cento persone hanno già utilizzato il servizio).
A Helsinki la mobilità pedonale dei non vedenti viene agevolata dall’app Blindsquare, che integra ai dati della celebre applicazione Foursquare un sistema di navigazione audio che consente ai ciechi di essere guidati dal proprio telefono attraverso luoghi e punti di interesse urbani. La progressiva integrazione tra questa e altre applicazioni, come quelle che consentono di conoscere in tempo reale l’andamento dei trasporti pubblici, sta rivoluzionando il modo di vivere la città da parte dei non vedenti e, allo stesso tempo, sta favorendo la messa in rete di esperienze e progetti realizzati da una vera e propria rete di sviluppatori urbani. Diffusa in oltre trenta paesi e disponibile in 23 lingue, Blindsquare è la dimostrazione di quanto un vibrante contesto urbano come Helsinki possa produrre innovazioni applicabili e replicabili anche in altre città mondiali, a partire da “quell’ecosistema che a partire da App 4 Finland e altre competizioni simili hanno portato la Finlandia avanti di quasi un lustro rispetto al resto d’Europa” come sottolinea l’inventore di Blindsquare Ilkka Pirttimaa. “Non è solo la presenza di imprese del settore ICT o la collaborazione con le amministrazioni pubbliche a fare la differenza – spiega Pirttimaa – bensì la presenza di competenze diffuse che rende Helsinki una città fondata sull’hackaton e la collaborazione tra oltre mille esperti di open data collegati attraverso i social network e pronti ad aiutarsi in tempo reale”. Quella che altrove viene percepita essenzialmente come una collaborazione tra innovatori distanti dalla realtà, ad Helsinki contribuisce realmente a migliorare la quotidianità di centinaia di persone. “Uso questa applicazione ogni giorno, soprattutto quando mi sposto in città e quando mi sposto in parti della città che non conosco – afferma la blogger non vedente Ronja Oja – L’uso di questa applicazione aiuta a rendersi più indipendenti e ad avere più coraggio nel muoversi in posti che non si conoscono, come mi è accaduto utilizzando questa app anche all’estero, specificamente a Tallinn quando solo digitando il nome di una fermata sono stata guidata dall’app che mi ha indicato la fermata giusta a cui scendere”.
L’azione delle amministrazioni locali in favore dell’inclusione e della qualità di vita urbana non si limita però a favorire l’utilizzo delle nuove tecnologie ma ad integrarle nella sua attività amministrativo in modo innovativo, coniugandolo ad un approccio di relazione con i cittadini teso a facilitare la partecipazione di questi ultimi alla vita pubblica.
Particolarmente rivoluzionaria in questo senso la scelta dell’amministrazione comunale di Helsinki di spostare dalla zona est di Helsinki alla sede centrale del municipio ad Aleksanterinkatu il Virka Office, centro informazioni unico per visitatori e residenti, da dove vengono gestiti una serie di servizi innovativi di orientamento sulle opportunità di integrazione offerte dalla città. “L’idea di stabilire l’ufficio in un quartiere a forte presenza di immigrati (oltre il 27% dei residenti, ndr) tendeva a realizzare anche una vicinanza fisica rispetto agli utenti – spiega il funzionario di origini egiziane Ahmed Khalil – Spostare questo centro informazioni nel cuore della vita pubblica cittadina ha anche un’importanza simbolica che è stata percepita positivamente dagli utenti “. Il progressivo miglioramento dei servizi offerti agli immigrati, un fenomeno particolarmente recente rispetto ad altri paesi scandinavi, si è accompagnato ad un mix di azioni che hanno coniugato prossimità fisica (con progetti come Tyota tesi alla riduzione della disoccupazione e dei problemi sociali attraverso un costante orientamento lavorativo e scolastico) a utilizzo delle nuove tecnologie. L’innovativo sistema di assistenza via infochat agli stranieri che intendono partire dal proprio paese di origine per stabilirsi nella capitale finlandese ha migliorato la comunicazione con i nuovi arrivati: innovazione, tra le tante, frutto di un deciso impegno politico ma anche di una società democratica che riesce a rispondere in maniera efficace alle ondate di razzismo e scetticismo di gruppi che hanno raggiunto risultati sorprendenti alle ultime europee come i Veri Finlandesi (Perussuomala).
A preoccupare, in Finlandia come in Italia, è la disaffezione dei cittadini nei confronti della politica e la necessità di rendicontare in maniera chiara ed efficiente il lavoro svolto dalle amministrazioni locali.
Risponde a queste esigenze l’app Open Ahjo, che punta a rendere facilmente comprensibili e individuabili gli effetti degli atti resi trasparenti a partire dal 2011. La geolocalizzazione nei diversi quartieri cittadini, fino al livello della singola strada, delle decisioni prese da consiglio e giunta comunale consente al cittadino di conoscere al meglio quanto realizzato dai singoli dipartimenti e ridurre così il gap tra cittadini e amministrazioni pubblica sintetizzato nella costante discesa dell’affluenza elettorale locale soprattutto nei quartieri a maggiore concentrazione straniera ad est della città (come Mellunkyla e Vatiokyla). “Stiamo promuovendo l’utilizzo di Open Ahjo soprattutto in queste zone – afferma la funzionaria della città di Helsinki Katja Raisanen – ma è difficile colmare la distanza con i residenti, che spesso non sanno di cosa si occupa l’amministrazione locale”. L’integrazione di questo strumento ad altri come Kerrokartalla e Ruuti, che favoriscono il dialogo e la partecipazione di diverse categorie di residenti urbani, traccia un modello di dialogo e comunicazione seguito in modalità diverse anche in Italia.
La diffusione sempre più ampia che negli ultimi mesi sta avendo nei comuni della regione di Roma, il Lazio, di app come Comunicacity, che favorisce una migliore comunicazione tra decine di amministrazioni locali e residenti di centri di piccole e medie dimensioni, testimonia quanto le nuove tecnologie possano diventare uno strumento decisivo per migliorare la fruizione dei servizi urbani e ridurre la distanza tra istituzioni e cittadini ma la strada da percorrere per migliorare l’interazione è ancora lungo. “Spesso, soprattutto nei piccoli centri come nei quartieri periferici delle città, i cittadini non sono a conoscenza dei servizi realizzati dai Comuni – afferma Benedetto Pacitto, sviluppatore di Comunicacity – Solo il 10 per cento dei comuni che hanno aderito finora hanno richiesto l’attivazione di servizi che consentono ai cittadini di inviare i loro feedback alla pubblica amministrazione, segno che c’è ancora una scarsa dimestichezza nel gestire il dialogo con i cittadini, soprattutto nelle realtà urbane più periferiche”.
Quando l’innovazione parte dai cittadini
Stimolare la collaborazione tra cittadini e amministrazioni locali su temi concreti è la priorità di numerose iniziative che tra Roma e Helsinki rendono i residenti protagonisti del cambiamento urbano attraverso l’uso di app e portali appositi. L’esperienza di City Hound a Roma punta proprio a favorire questa collaborazione per utilizzare al meglio gli spazi abbandonati, attraverso la creazione di un social network in cui i residenti possono segnalare possibili luoghi da riqualificare nel proprio quartiere. Realizzato dallo studio di architetti T-Spoon, il progetto è stato sperimentato nel I Municipio di Roma e abbinato alle attività del progetto Urbact Tutur, che intende realizzare nel quartiere di Montesacro un nuovo modello di collaborazione tra attori pubblici e privati nella rigenerazione temporanea degli spazi in disuso. Tali iniziative puntano anche a mettere in comunicazione le persone, agevolando l’incontro tra domanda e offerta di spazi per realizzare nuove iniziative di inclusione lavorativa e innovazione diffusa sul territorio.
Applicare la logica del social network alle relazioni di quartiere, per migliorare la cura degli spazi comuni e far emergere un nuovo senso di comunità, è anche la priorità rilanciata dalle centinaia di Social street sorte su Facebook in tutta Italia negli ultimi mesi: gruppi nati sulla piattaforma social più diffusa che favoriscono gli incontro tra residenti di una stessa strada che a partire dalla piazza virtuale decidono di incontrarsi e attivarsi nella zona in cui vivono. Piazza Santa Maria dei Fornaci, alle spalle della Basilica di S.Pietro, rappresenta uno dei migliori esempi romani di questo attivismo dal basso nato a partire dai social network, con oltre cento persone coinvolte in attività di riqualificazione dei giardini della piazza come nell’organizzazione di aperitivi e attività conviviali nelle vie del quartiere. La social street assume in questo quartiere anche una rilevanza sempre più forte per integrare nuovi residenti stranieri e per includere alcuni tra i residenti più disagiati del quartiere, come i senza tetto della piazza che sono stati aggregati alle azioni di recupero del quartiere dai residenti, favorendone l’emergere di migliori condizioni di vita e una progressiva inclusione nel quartiere. “E’ da oltre un anno che alloggio in questa zona – spiega il polacco Jaroslav – e proprio grazie a iniziative come queste ricevo maggiore aiuto e sostegno da residenti e negozi della zona in cambio di una mano nella pulizia dei giardini della piazza”.
Anche in Finlandia gruppi spontanei nati dai social network collaborano sempre più strettamente con associazioni o gruppi di cittadini e amministrazioni locali per favorire la partecipazione dal basso e al contempo l’inclusione delle fasce più deboli. È però nella comunicazione pubblica che si registrano sempre più interessanti iniziative di produzione congiunta di materiali, prevalentemente diffusi sul web, che contribuiscono a raccontare e al contempo rafforza il senso di comunità a partire, ad esempio da giovani e migranti. Le esperienze di Stadi.tv e VantaaKanava , realizzate rispettivamente a Helsinki e Vantaa, suggeriscono l’importanza del coinvolgimento delle categorie più soggette ad esclusione sociale nell’autorappresentazione e nella rappresentazione della comunità in cui vivono. ”Questi canali contribuiscono alla creazione di un’identità locale – spiega Katja Savopirtti del dipartimento di comunicazione della città di Vantaa – è forte anche il coinvolgimento dei ragazzi stranieri, che attraverso queste iniziative possono partecipare più attivamente alla vita della città”.
Se è vero che una città non può essere smart senza degli smart citizens, l’utilizzo combinato di app, social e nuove tecnologie sta radicalmente cambiando l’esperienza urbana quotidiana, come visibile dalle esperienze di Helsinki e Roma, con accenti più o meno forti sull’utilizzo di tecnologie innovative o sul coinvolgimento delle persone. La sfida dell’integrazione tra innovazione tecnologica e sociale passa proprio da qui, ristabilendo anche attraverso le nuove tecnologie quel capitale di fiducia decisivo per creare città sostenibili e inclusive sul piano economico e sociale.
(L’articolo è stato realizzato grazie al contributo del programma Mediane del Consiglio d’Europa, ed è stato pubblicato anche sul sito di Cittalia)