L’Emilia Romagna prepara l’era del Gigabit su enti, scuole e cittadini

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Ad oggi sono 450 le scuole emiliane in BUL, di cui 90% in fibra, senza oneri di
esercizio. A
queste scuole è fornito 1Gbps di accesso, oltre la BUL, ma con picchi da
oltre 250Mbps di uso, ma anche accesso autenticato, filtraggio,
profilazione per garantire un utilizzo sicuro. Questo numero rappresenta oltre 70% di quelle del paese

17 Febbraio 2016

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Gianluca Mazzini, Direttore generale Lepida Spa

In uno scenario europeo che prevede che entro il 2020 il 100% della popolazione sia raggiunta da 30Mbps e che il 50% della popolazione utilizzi 100Mbps (quindi non solo sia raggiunto ma abbia un contratto) regione Emilia-Romagna parte da un asset fatto di reti e di relazioni importante.

Partiamo dalla rete. La rete Lepida nasce come infrastrutturazione in fibra per le pubbliche amministrazioni e ad oggi è rappresentata da questi numeri: 64.200 km di fibra ottica geografica, 2.750 km di infrastrutture geografiche, 1199 punti di accesso geografici BUL (da 400Mbps a 10Gbps), 2Gbps garantiti nel 50% dei punti geografici in fibra ottica verso il core, oltre la BUL. Negli anni questo asset è diventato anche utile a raggiungere i cittadini, a partire dalle scuole: ad oggi sono 450 le scuole in BUL, di cui 90% in fibra, senza oneri di esercizio. Questo numero rappresenta oltre 70% di quelle del paese. A queste scuole è fornito 1Gbps di accesso, oltre la BUL, ma con picchi da oltre 250Mbps di uso, ma anche accesso autenticato, filtraggio, profilazione per garantire un utilizzo sicuro.

Cittadini che crescono nelle scuole, ma anche cittadini in movimento con lo sviluppo di una rete wi fi che ad oggi conta 1159 punti,con accesso sempre gratuito, autenticato o anche libero (la scelta è del Comune).

Rete di reti quindi, che negli ultimi anni ha anche stretto accordi di collaborazione con gli operatori di telecomunicazioni locali per permettere loro di unirsi alla PA nella lotta al divario digitale: ad oggi 40 sono gli accordi con operatori cui LepidaSpA fornisce banda, trasporto e backup per aree a fallimento di mercato: nel 2015 questo ha significato 535 aziende/abitazioni in FTTH e 762721 aziende/abitazioni in BUL in città medio piccole non presenti nei piani di investimento in fibra dei grandi operatori.

E’ su questo fronte che va a posizionarsi una buona fetta delle risorse RER da qui al 2020: infatti sia i fondi FESR che quelli FEASR che quelli FSC (per un totale ad oggi di 250 milioni di euro) vanno a costruire reti che saranno poi accese ed esercite da operatori privati. Il FESR focalizza le sue risorse verso le aree industriali in aree bianche (target2020) portando la fibra fino alla soglia delle imprese, il FEASR portando la fibra ad armadi e/o tralicci TLC, ma anche davanti alle imprese (collocate nelle aree D) con un target di abilitazione del 10% della popolazione. Per i fondi FSC, si tratta di realizzazione di tratte in fibra ottica in aree bianche che verranno decise in sinergia con quanto pianificato dalla regione.

Ma la frontiera del 2020 ha target anche per PA, Scuole e wi fi, azioni che andranno a popolare l’asse infrastrutture della Agenda Digitale dell’Emilia Romagna.

  • Per la rete Lepida per la PA il target è collegare 307 Comuni in fibra ottica a 1Gbps o 2Gbps e fornire a tutti i Comuni connettività almeno a 400Mbps
  • Per le scuole si punta a 1900 plessi connessi in BUL con almeno 30Mbps e a 950 plessi connessi in BUL con almeno 400Mbps, 90% in fibra ottica.
  • Per la connettività in mobilità il target è un punto wi fi pubblico ogni 1000 abitanti, ovvero 4000 punti totali.

Mete ambiziose che richiedono la capacità di fare squadra tra enti (ad esempio impegnandosi a semplificare drasticamente l’iter dei permessi), con gli operatori e con le istituzioni centrali. Ma si tratta anche di sapere usare sinergicamente le risorse e fare un lavoro di “raccolta” coordinata: l’occasione è grande, la meta è far sì che tra dieci anni l’Agenda Digitale non abbia più motivo di essere.

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