L’innovazione digitale come leva di inclusione e sostenibilità

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Siamo sempre più convinti che l’innovazione digitale sia un formidabile fattore di inclusione e di sostenibilità, è infatti leva potente per almeno tre obiettivi: accelerare la crescita economica, concretizzare lo sviluppo sostenibile, ridurre le disuguaglianze e le fragilità. Ed è proprio nell’inclusione delle persone più deboli economicamente e socialmente che le imprese del digitale, se vogliono coniugare i benefici della tecnologia con la giustizia sociale, possono davvero fare la differenza

27 Gennaio 2023

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Andrea Rangone

Presidente DIGITAL360

Foto di Anthony Fomin su Unsplash - https://unsplash.com/it/foto/Hr6dzqNLzhw

Questo articolo è tratto dall’Annual Report 2022 di FPA (disponibile online gratuitamente, previa registrazione)

In un momento storico così delicato per l’Europa e il mondo intero, quando fattori esogeni come la pandemia prima, e la guerra in Ucraina poi, il costo dell’energia e l’inflazione rischiano di acuire le disuguaglianze e di indebolire lo sforzo comune per una equa transizione ecologica; siamo sempre più convinti che l’innovazione digitale sia davvero un formidabile fattore di inclusione e di sostenibilità.

L’innovazione digitale è infatti una leva potente per almeno tre obiettivi:

  • accelerare la crescita economica e aumentare la produttività e la competitività di qualsiasi organizzazione, pubblica o privata, contribuendo a far crescere il PIL e l’occupazione del paese e offrendo opportunità di lavoro ai giovani. Per questo è importante che cresca l’impegno per la crescita delle competenze digitali sia di base, necessarie ormai per essere cittadini consapevoli e in grado di godere dei propri diritti e prendere il proprio posto nella società, sia specialistiche, che sono quelle di cui il nostro paese è, in questo momento, più carente, come dimostra il fenomeno del mismatch tra domanda e offerta di lavoro. Con il PNRR il Governo ha preso impegni importanti e il 2023 sarà l’anno in cui dovranno essere raggiunti in questo campo precisi target quantitativi. Le imprese non sono solo soggetti in grado di assorbire lavoro qualificato, ma vogliono essere anche protagoniste nella formazione. La recente iniziativa confindustriale “Formati con noi” ne è un esempio, così come le tante aziende che, come per altro anche il nostro gruppo DIGITAL360, operano tutti i giorni per la crescita professionale dei propri collaboratori, ma anche per la qualificazione dei propri clienti;
  • concretizzare lo sviluppo sostenibile, consentendo di ridurre gli sprechi, il consumo delle risorse, l’inquinamento, e quindi proteggere l’ecosistema naturale complessivo. Molti documenti europei quali ad esempio “Shaping Europe’s digital future” parlano chiaro e ci dicono che la componente digitale sarà fondamentale per raggiungere gli obiettivi ambiziosi del Green Deal europeo e gli stessi SDGs dell’Agenda 2030. Le soluzioni digitali sono infatti potenti abilitatori per lo sviluppo sostenibile: possono sostenere l’economia circolare e supportare la decarbonizzazione di tutti i settori riducendo l’impronta ambientale dei prodotti del mercato europeo. Ad esempio, alcuni settori chiave come l’agricoltura di precisione, i trasporti, l’efficienza energetica possono avere enormi benefici dalle soluzioni digitali per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità che il Green Deal europeo si propone. Il digitale può infatti, a un ritmo rapido come mai prima, aiutare la conservazione dei sistemi ecologici e di altri sistemi terrestri, la protezione dei beni comuni globali e abilitare così comportamenti sostenibili. Tuttavia, questo non è un processo automatico e non avverrà da solo. Richiede l’impegno di tutti gli attori per potenziare l’impatto positivo delle tecnologie riducendo la loro impronta ambientale, che non può essere trascurata.
  • ridurre le disuguaglianze e le fragilità di qualsiasi natura – sociali, culturali, etniche, fisiche, psichiche – creando migliori condizioni di vita e concrete opportunità di ingresso nel mondo del lavoro per tutti.

Dal punto di vista degli obiettivi di sostenibilità di carattere sociale è sostanziale il contributo della digitalizzazione per la realizzazione del Goal 3 dell’Agenda 2030 mirato alla promozione di salute e benessere per tutti. L’innovazione digitale per il settore medico contribuisce oggi alla costruzione di diagnosi sempre più tempestive e accurate, alla chirurgia robotica alla stampa 3D di protesi, alla telemedicina e alla teleassistenza, alla gestione più efficace dei sistemi sanitari.

Altrettanto importante può essere il contributo della trasformazione digitale per il raggiungimento del Goal 11, ossia per avere città più sostenibili, inclusive e sicure. Città avviate alla sostenibilità dello sviluppo attraverso smart grid per l’energia, efficientamento energetico degli edifici, riduzione delle emissioni dei trasporti.

È importante poi il contributo del digitale (pensiamo solo ai MOOC e ai corsi online) al Goal 4 per garantire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva per tutti.

Ma è nell’inclusione delle persone più deboli economicamente e socialmente che le imprese del digitale, se vogliono coniugare i benefici della tecnologia con la giustizia sociale, possono davvero fare la differenza.

Il nostro gruppo DIGITAL360 lo ha sperimentato con il progetto “Al lavoro 4.0” in collaborazione con Caritas Ambrosiana e Fondazione San Carlo. Si tratta di un percorso di formazione rivolto a giovani dai 18 ai 25 anni che non lavorano né studiano, i cosiddetti NEET, e prevede 400 ore tra aula ed esperienza pratica sull’Industria 4.0, la quarta rivoluzione industriale che sta trasformando la manifattura e le nostre fabbriche, e un tirocinio in azienda di 300 ore messo a disposizione da diverse imprese manifatturiere avanzate del territorio lombardo.

La risposta ha confermato l’esistenza di una domanda sommersa di formazione e di una voglia di fare, di entrare nel tessuto produttivo, che non può essere disattesa perché costituisce una ricchezza per il paese che non possiamo permetterci di sprecare.

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