L’innovazione in Sardegna: un’indagine di FORUM PA
Puntare sull’innovazione tecnologica e sul riconoscimento del merito: è questa la ricetta per ridare slancio al processo di modernizzazione della PA, secondo un panel di operatori e di stakeholder istituzionali della regione Sardegna intervistati da FORUM PA.
22 Aprile 2010
Redazione FORUM PA
Puntare sull’innovazione tecnologica e sul riconoscimento del merito: è questa la ricetta per ridare slancio al processo di modernizzazione della PA, secondo un panel di operatori e di stakeholder istituzionali della regione Sardegna intervistati da FORUM PA.
La ricerca[1] è stata presentata a Cagliari, in occasione della quarta tappa dei FORUM DELL’INNOVAZIONE, il road show promosso dal Ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione, Renato Brunetta, e dallo stesso FORUM PA, con l’obiettivo di mettere in rete tutti gli attori e i centri di governo dell’innovazione e fare sistema, individuando priorità e strategie.
Dalla ricerca emerge che per l’80% del campione negli ultimi cinque anni la PA è diventata più efficiente, grazie agli investimenti nel processo di digitalizzazione e informatizzazione.
Per fare ulteriori passi avanti, tuttavia, è necessario rimuovere alcuni ostacoli: la rigidità nell’organizzazione, al primo posto tra le cause di inefficienza (29% degli intervistati), seguita dalla mancanza di meritocrazia (20%), dall’ingerenza della politica nella gestione (18%) e dall’insufficienza degli investimenti in ICT (17%).
Su quali fattori bisogna puntare, quindi, per ridare slancio al processo di modernizzazione della PA? La metà delle risposte si divide tra l’innovazione tecnologica (26%) e il riconoscimento del merito (26%); ma è chiara anche l’esigenza di regole che consentano una maggiore autonomia nella gestione del personale (15%), in modo da superare la rigidità dell’organizzazione, che frena un rapido adeguamento della PA ai bisogni dei cittadini.
Di seguito, una sintesi del PanelPA Sardegna.
Gli ambiti dove la spinta dell’informatizzazione ha prodotto un più visibile risultato, per gli operatori della PA della Sardegna e gli stakeholder sono il rapporto con il cittadino sia allo sportello che attraverso call center e altre modalità multicanale (indicato dal 43% del campione), seguito dall’area della fiscalità e dei pagamenti che totalizza il 30% delle indicazioni.
Arranca invece l’innovazione negli altri settori. Anche per la Sardegna, come rilevato in altri territori, la “scuola digitale” è un orizzonte lontano (appena l’1% degli intervistati vede i risultati dell’innovazione tecnologica in questo settore), così come l’infomobilità o servizi avanzati per il welfare. Meglio sanità dove per il 10% degli intervistati c’è qualche nota apprezzabile di innovazione tecnologica.
Innovare sì… semplificare di più! Al primo posto nelle indicazioni degli obiettivi prioritari verso cui indirizzare i processi di innovazione, il nostro panel indica senza esitazioni l’interoperabilità dei sistemi informativi delle PA (scelta indicata dal 30%), e cioè il dialogo informatico tra pubbliche amministrazioni diverse che consente di alleggerire il carico burocratico di incombenze richieste al cittadino, accompagnato da una robusta azione di semplificazione amministrativa (il 25% degli intervistati) e quindi dal completamento delle iniziative per la dematerializzazione (17%) e l’e-government (15%). Meno sentiti come prioritari i temi del digital divide, della e-inclusion e della partecipazione.
La consapevolezza che la PA sia ancora, nonostante i grandi cambiamenti dell’ultimo decennio, una “burocrazia”, soprattutto quando la si guarda dal lato del cittadino è confermata dalla domanda relativa agli aspetti da potenziare per migliorare il rapporto con i cittadini. La semplificazione amministrativa è infatti la strada da percorrere per il 31% del campione, continuando ad investire per migliorare la qualità e la rapidità dei servizi (34%) e l’efficienza dei processi interni (13%).
Le radici dell’inefficienza della PA. Che la PA abbia dei problemi di efficienza è evidente. Ma quale sia la madre di tutti i problemi è difficile dirlo. Il nostro panel conferma le tre grandi aree dove si annidano i “mali” della PA già individuate: in primo luogo la rigidità dell’organizzazione (29%), e cioè la farraginosità dei processi di adeguamento delle strutture alle esigenze della “domanda”, seguita dalla mancanza di meritocrazia (20% delle risposte), e non ultima l’ingerenza della politica nella gestione (18%) sono le ragioni che causano gran parte delle inefficienze della PA. In Sardegna però, più che in altri contesti territoriali, viene rilevata anche una insufficienza degli investimenti in ICT (17%), e cioè nell’innovazione tecnologica della PA.
I tre pilastri su cui puntare per ridare slancio al processo di modernizzazione della PA in Sardegna riflettono specularmente le cause individuate. La metà delle risposte si divide tra l’indicazione dell’innovazione tecnologica (26%) e del riconoscimento del merito con l’introduzione di sistemi incentivanti (26% delle risposte), visti come le leve principali per cambiare la PA, ma è chiara l’esigenza di regole che consentono una maggiore autonomia nella gestione del personale (15%), in modo da superare la rigidità dell’organizzazione, il sistema di vincoli nella gestione di strutture e personale che frena un rapido adeguamento della PA ai bisogni dei cittadini.
Con una diversa accentuazione, anche in Sardegna la PA fa propria la “cura Brunetta” (merito e responsabilità) ma chiede anche una maggiore attenzione ai processi di e-government.
Trasparenza è… Analogamente a quanto riscontrato con le altre rilevazioni, il panel Sardegna invece non concorda con la “cura Brunetta” quando parliamo di trasparenza. Mentre il Ministro ha avviato una azione incisiva per la trasparenza della PA basata sulla pubblicazione on line di curricula e stipendi del management pubblico e delle consulenze affidate dalle amministrazioni, per il 66% del nostro panel il vero strumento di trasparenza è la rendicontazione sull’utilizzo delle risorse pubbliche: far sapere ai cittadini come e dove sono stati impiegati i soldi dei contribuenti viene sentita come la prima responsabilità della PA.
Seguono, come indicazione del panel per una vera trasparenza, gli strumenti di controllo sui processi decisionali, a cominciare dalla pubblicazione degli atti di amministrazione e dei resoconti delle sedute degli organi elettivi (16%).
Il divario digitale frena l’e-gov. I servizi on line sono ancora pochi, complessi da usare, di scarso interesse per i cittadini, ma la causa principale che frena il decollo della PA digitale – dal lato della domanda – è la mancanza di competenze informatiche che viene indicata, anche in Sardegna come in altri territori, come principale ostacolo alla interazione on line con la PA dal 50% del panel.
Accanto a politiche e interventi per l’alfabetizzazione informatica dei cittadini, per il nostro panel sono anche necessarie delle riflessioni sul tipo di contenuti e servizi da offrire. Probabilmente una offerta di servizi on line che incontra le reali esigenze ed i bisogni dei cittadini è in grado di stimolare una più ampia domanda di e-gov. Gli ambiti di servizio su cui puntare per il panel sono: in primo luogo i servizi per il matching domanda/offerta di lavoro (29% delle risposte) seguiti da strumenti per la prenotazione on line di servizi e prestazioni pubbliche, come biglietterie per musei e trasporti o prenotazioni sanitarie (16%).
Anche in Sardegna, come per il panel Mezzogiorno, viene attribuita una sensibile attenzione agli strumenti di partecipazione on line ai processi decisionali (17%): internet e la rete sono visti come strumenti per favorire una partecipazione attiva alla vita pubblica e al controllo sulla cosa pubblica più che altri contesti territoriali.
La penetrazione delle iniziative bandiera del Ministero sul territorio. La conoscenza delle iniziative di supporto alla riforma della PA sotto il profilo del rapporto al cittadino è ancora su livelli relativamente bassi, pur all’interno di un panel di operatori della PA e stakeholder, quindi un panel in qualche modo “esperto”, con l’eccezione della PEC conosciuta dalla quasi totalità del panel (94%), forse anche in virtù di una forma di obbligatorietà per le amministrazioni.
Fanalino di coda è Linea Amica (nota al 38% del panel), Reti Amiche è una iniziativa nota al 44% del panel, Mettiamoci la Faccia è conosciuta dal 60% del panel.