Lo spreco
Questa settimana ospito volentieri un contributo sulla lotta allo spreco che arriva da Mauro Bonaretti, direttore generale del Comune di Reggio Emilia.
Esiste effettivamente la possibilità di combattere gli sprechi nella PA e in particolare nella PA locale che è stata già tanto tartassata da tagli e da instabili patti di stabilità?
Sì, risponde Bonaretti, “gli ambiti di recupero della spesa, nelle situazioni di normalità, sono consistenti, ma richiedono ragionamenti più raffinati e il rumore delle affermazioni grossolane non aiuta a risolvere le questioni reali e semmai, al contrario, continua a consentire di tenerle nascoste.” Purtroppo, argomenta ancora, “la discussione che si sta sviluppando sull’efficienza dell’amministrazione pubblica sta assumendo contorni di una superficialità imbarazzante. Da destra a sinistra il dibattito si rivela confuso, convulso, semplicistico, demagogico. Dai fannulloni, ai tagli della politica, alla battaglia delle consulenze, ai risparmi in tempi di crisi, alla guerra agli sprechi e alle auto blu, agli scoop sulla cattiva amministrazione.”
25 Novembre 2009
Carlo Mochi Sismondi
Questa settimana ospito volentieri, nello spazio dell’editoriale, un contributo particolarmente interessante sul tema della lotta allo spreco che ci arriva da Mauro Bonaretti, direttore generale del Comune di Reggio Emilia e storico studioso ed attore dell’innovazione nella PA.
Esiste effettivamente la possibilità di combattere gli sprechi nella PA e in particolare nella PA locale che è stata già tanto tartassata da tagli e instabili patti di stabilità?
Sì, risponde Bonaretti, ma “gli ambiti di recupero della spesa, nelle situazioni di normalità, sono consistenti, ma richiedono ragionamenti più raffinati e il rumore delle affermazioni grossolane non aiuta a risolvere le questioni reali e semmai, al contrario, continua a consentire di tenerle nascoste.” Purtroppo, argomenta ancora, “la discussione che si sta sviluppando sull’efficienza dell’amministrazione pubblica sta assumendo contorni di una superficialità imbarazzante. Da destra a sinistra il dibattito si rivela confuso, convulso, semplicistico, demagogico. Dai fannulloni, ai tagli della politica, alla battaglia delle consulenze, ai risparmi in tempi di crisi, alla guerra agli sprechi e alle auto blu, agli scoop sulla cattiva amministrazione.”
Proviamo a seguire il filo del suo ragionamento.
“Chiunque sappia un minimo di cosa si sta parlando ha ben chiaro che i problemi dell’amministrazione italiana hanno radici ben più profonde e lontane. Tutti sanno che è ridicolo utilizzare parametri tipici dell’organizzazione fordista (il cottimo) in un sistema ad alta intensità di lavoro intellettuale. Tutti sanno che è un’aberrazione riempirsi la bocca di “attrarre cervelli e talenti” e poi considerare le consulenze dei lavoratori della conoscenza alla stregua di prebende e clientele. Tutti sanno che le auto blu nella maggior parte delle amministrazioni non esistono da anni. Tutti sanno che decapitare vertici politici e/o amministrativi non può essere un obiettivo fine a se stesso, ma solo un modo per distruggere le istituzioni, se svincolato da progetti organizzativi di respiro.
Non si possono trattare le istituzioni come oggetti per la costruzione del proprio consenso di breve periodo. Le istituzioni sono organismi delicati e che richiedono cura da parte di tutti perché sono di tutti. Quando la politica non rispetta le istituzioni che occupa temporaneamente e ne fa un oggetto di comunicazione, di costruzione del consenso, di manipolazione, fa un danno enorme alla società che richiederà poi molto tempo per essere ricomposto.
Poi esistono le patologie, le situazioni di spreco dovute a incuria, illegittimità, illegalità. In questi casi non si tratta di cattiva gestione, ma di atti ben più gravi che riguardano la magistratura e in quell’ambito devono essere trattati con tutte le conseguenze e responsabilità del caso.
Tuttavia gli sprechi esistono davvero.
Non solo nelle situazioni patologiche di illegalità e incuria, ma anche nelle situazioni di normalità, a causa di una gestione non ottimale (o meglio non professionale) dell’azione amministrativa. Si tratta di situazioni nelle quali la spesa, sebbene utilizzata dagli attori per finalità pubbliche, con buona fede e magari passione, non è impiegata nel modo migliore, più produttivo e più efficace per risolvere i problemi delle nostre comunità, a causa di un approccio poco rigoroso, sul piano del metodo, alla progettazione delle politiche e dei servizi pubblici.
Sarebbe opportuno affrontare seriamente la questione fuori dai luoghi comuni perché gli ambiti di recupero della spesa, nelle situazioni di normalità, sono consistenti, ma richiedono ragionamenti più raffinati e il rumore delle affermazioni grossolane non aiuta a risolvere le questioni reali e semmai, al contrario, continua a consentire di tenerle nascoste.”
A questo punto per scoprire come agire sugli sprechi nelle amministrazioni, non vi resta altro che scaricare l’articolo.
Aggiungo una calda raccomandazione: leggetelo dall’inizio alla fine perché raramente ho visto un’analisi così lucida, così innovativa, ma insieme così concreta, come può venire solo da uno che è in trincea tutti i giorni.