Lo stato civile digitale europeo per ridurre i tempi della burocrazia

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Race Cube: Daisy Duke

by Nathan Gibbs

Il CNIPA ha sottoscritto l’adesione al Consortium Agreement del “Proget­to ECRN”- European Civil Registry Network che, con investimenti per circa 3,5 milioni di euro e l’aggiudicazione di un finanziamento dell’UE, realizzerà in 30 mesi sia la piattaforma dedicata che i siti pilota per l’integrazione degli uffici di stato civile dei Paesi comunitari e per lo scambio sicuro e certificato degli atti prodotti. L’annuncio è stato dato in occasione del 2° DI-GIDAL-Forum internazionale sull’identificazione digitale, in corso a Castel San Pietro Terme (Bologna).

23 Giugno 2008

Articolo FPA
Race Cube: Daisy Duke

by Nathan Gibbs

Il CNIPA ha sottoscritto l’adesione al Consortium Agreement del “Proget­to ECRN”- European Civil Registry Network che, con investimenti per circa 3,5 milioni di euro e l’aggiudicazione di un finanziamento dell’UE, realizzerà in 30 mesi sia la piattaforma dedicata che i siti pilota per l’integrazione degli uffici di stato civile dei Paesi comunitari e per lo scambio sicuro e certificato degli atti prodotti. L’annuncio è stato dato in occasione del 2° DI-GIDAL-Forum internazionale sull’identificazione digitale, in corso a Castel San Pietro Terme (Bologna).

Aderiscono al “Progetto ECRN” undici organismi tra enti pubblici, comuni e istituzioni di sei Paesi: l’Italia (rappresentata dall’ANUSCA-Associazio­ne degli Ufficiali di Stato Civile e Anagrafe come coordinatore del progetto, dal CNIPA e dal Comune di Bologna), Bel­gio, Germania, Olanda e, tra i nuovi paesi UE, Slovenia e Romania.

«L’avvio di questo progetto sovrannazionale conferma l’esigenza di porre in modo deciso il cittadino al centro del processo di e-Goverment e, contestualmente, che ciò avvenga secondo una strategia che deve essere di respiro europeo», ha detto Fabio Pistella, il quale ha poi spiegato che, «grazie alle nuove tecnologie ICT si passerà da un tempo medio di 3 mesi a pochi giorni per il completamento dei procedimenti burocratici transnazionali relativi ai fatti salienti della vita dei cittadini, come la nascita di un figlio, il matrimonio, il divorzio, il cambio di nazionalità in uno Stato dell’UE, che verranno registrati in modo telematico negli uffici comunali dello Stato di appartenenza. Inoltre si getteranno le basi per la realizzazione di una vera e propria anagrafe europea».

Con questo progetto, il cittadino residente all’estero potrà ottenere dal Comune dello Stato ospi­tante il disbrigo di molte pratiche con il Comune dello Stato di provenienza che, solitamente, richiedono diversi mesi per essere espletate. Attualmente queste sono procedure che comportano la produzione di numerosi documenti, ovviamente cartacei, da parte di diverse amministrazioni pubbli­che. Con il progetto ECRN, invece, si avrà l’immediata conoscenza del realizzarsi degli eventi della vita, ma anche, l’ottimizzazione delle procedure, la rapidità nel soddisfare le domande dei cittadini.

Conseguentemente, ha esemplificato il presidente dell’ANUSCA Gullini, «se un cittadino italiano nasce in Germania, l’ufficiale di Stato civile procede immediatamente alla trasmissione telematica dell’atto all’ufficiale di stato civile del Comune di resi­denza in Italia o del Comune di nascita, utilizzando l’apposito modello. In futuro sarà prevista l’estrapolazione dei dati e la loro trasmissione automatica, riducendo al minimo gli interventi dell’operatore. Ricevuto l’atto di nascita, l’ufficiale dello stato civile procede alla trascrizione nei registri di stato civile; anche in questo caso, si possono pre­vedere modalità di registrazione automatiche anche per gli aggiornamenti anagrafici e per le comunicazioni agli altri uffici ed enti interessati».

Il bacino continentale di utenti interessato a questa velocizzazione telematica delle procedure anagrafiche è notevole. La popo­lazione residente proveniente da uno Stato diverso da quello ospitante è mediamente del 5% a livello europeo, ma supera il 6% nei sei Paesi che partecipano al “Progetto ECRN”. Nel solo Comune di Bologna (300 mila abitanti e il 7% dei citta­dini non italiani appartiene ad uno dei Paesi UE) sono stati rilasciati 1.146 certificati multilingue nel 2006 e 1.348 nel 2007. Il “Progetto ECRN” coinvolgerà nella fase sperimentale quattro siti pilota: Bologna, Brema/Bremerhaven (Germania), Ghent (Belgio) e Rotterdam (Olanda)

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