Lo stato dell’arte del mobile payment: il meglio deve ancora arrivare
Continua il percorso di collaborazione tra FORUM PA e gli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano che ci accompagnerà fino a FORUM PA 2015 facendo il punto sullo stato dell’arte di alcuni tra i processi di digitalizzazione più rilevanti per il settore pubblico ed il sistema paese. Oggi grazie al contributo di Valeria Portale approfondiamo il tema dei pagamenti elettronici ed in particolare dei “New digital payment”, che il Piano Crescita Digitale individua come leva fondamentale per l’aumento dell’efficienza interna, per la lotta all’evasione e per l’innalzamento dei livelli di servizio.
25 Febbraio 2015
Valeria Portale*
Il 2014 è stato un anno estremamente dinamico e decisivo per il mercato del Mobile Payment & Commerce in tutto il mondo. Tutti gli attori importanti sono scesi in campo con soluzioni differenti e, ora, sembra non mancare più nessuno, come suggerito dal titolo dell’ultima ricerca dell’Osservatorio Mobile Payment & Commerce della School of Management del Politecnico di Milano (presentata lo scorso 19 febbraio).
Digital Payment: si può fare di più…
Secondo gli ultimi dati di Banca d’Italia, nel 2013 i pagamenti elettronici effettuati con carta sono stati pari a 141 miliardi di euro con un trend positivo rispetto all’anno precedente: secondo l’Osservatorio Mobile Payment & Commerce tale trend sarà confermato ed è stato stimato un transato nel 2014 pari a 146 miliardi di euro circa. Anche le infrastrutture che abilitano al pagamento elettronico sono ben sviluppate e vengono stimate 97 milioni di carte di pagamento in circolazione e oltre 1,65 milioni di POS su tutto il territorio italiano. Nonostante questi numeri incoraggianti e che dimostrano un grande sforzo lato “offerta”, gli italiani continuando ad essere affezionati al contante e l’Italia è ancora lontana dalla diffusione dei pagamenti elettronici rilevata nel resto d’Europa. In questo scenario di lenta crescita, i pagamenti elettronici sembrano essere trainati dal fenomeno dei “New” Digital Payment, tanto che il peso dell’eCommerce, ePayment, Mobile Payment & Commerce, Contactless Payment e Mobile POS è cresciuto nel 2014 fino a valere il 12% del transato effettuato con carta (+20% rispetto al 2013) e raggiungendo un valore di circa 18 miliardi di euro. Nel 2017 i pagamenti con carta potranno crescere fino a 176 miliardi di euro (CAGR 7%) grazie al contributo dei New Digital Payment (CAGR 40%) in particolare del Mobile Payment & Commerce (CAGR 70%).
Mobile Remote Payment & Commerce: una strada ben tracciata…
In particolare gli acquisti effettuati da remoto da Mobile, hanno dato una forte spinta alla crescita dei New Digital Payment e risultano essere cresciuti del 55% rispetto al 2013 (1,3 miliardi nel 2013) superando i 2,2 miliardi di euro nel 2014. Il Mobile Remote Payment & Commerce di contenuti digitali supera nel 2014 i 760 milioni di euro, spinto dal mondo delle Applicazioni mentre il Mobile Remote Commerce di beni e servizi continua nella sua crescita arrivando a valere 1,2 miliardi di euro, sia per il crescente numero di esercenti che stanno attivando iniziative di vendita tramite App o Mobile site (circa 110 esercenti tra i primi 200 nell’eCommerce offrono una soluzione di Mobile Commerce, erano 75 nel 2013), sia per gli utenti che non vedono più il Mobile solo come un canale per gli acquisti time-based o in mobilità, ma sempre più come uno strumento comodo anche per gli acquisti tradizionali (il 44% del transato è attribuibile a vendite tradizionali, in netta crescita rispetto al 38% del 2013). Il Mobile Remote Payment di beni e servizi raggiunge i 160 milioni di euro ed è rappresentato essenzialmente dal pagamento dei biglietti di trasporto pubblico locale, parcheggi, ricariche telefoniche e bollettini. Dato particolarmente interessante è il transato per servizi legati al mondo del trasporto pubblico che quadruplica rispetto al 2013 (biglietti dei bus, pagamenti delle soste e car sharing) anche se in valore assoluto rimane ancora marginale, vista l’entità della transazione media. In Italia, infatti, sono stati censiti 235 servizi di Mobile Remote Payment (erano 135 nel 2013), il 77% dei quali è legato al trasporto pubblico. L’Osservatorio Mobile Payment & Commerce del Politecnico di Milano ha stimato che il mercato da remoto (Mobile Remote Payment & Commerce di contenuti digitali, di beni e servizi) continuerà a crescere e nel 2017 potrebbe valere tra i 4 e i 5 miliari di euro, spinto dal Mobile Commerce di beni e servizi.
Mobile Proximity Payment & Commerce: molte aspettative, ma quale partita giocare?
Forti aspettative ricadono sul Mobile Proximity Payment & Commerce che nel 2014 non ha contribuito alla crescita del transato, ma che in futuro potrebbe arrivare a rappresentare una quota rilevante dei New Digital Payment. Il paradigma in questo caso è decisamente più “sfidante” in quanto punta a modificare i comportamenti di acquisto nei negozi, ossia il 90% del commercio ad oggi. Nel corso del 2014 è stato dato un forte impulso al Mobile Proximity Payment & Commerce grazie al lancio di Apple Pay, che ha diradato ogni ombra di dubbio sul fatto che l’NFC sarà la tecnologia preferenziale per i pagamenti in prossimità. In Italia nel corso dell’anno ci sono stati vari lanci commerciali che hanno visto Banche e Telco in prima linea su soluzioni NFC SIM-based e, come prevedibile, non sono mancati “movimenti” attorno al tema HCE (soluzione cloud-based che consente ad una banca di lanciare il proprio servizio di Mobile Proximity Payment su telefoni Android 4.4 indipendentemente da produttore di telefono o telco abilitata). Mentre l’offerta commerciale avanza lentamente, continua invece il forte lavoro di consolidamento della base infrastrutturale NFC: sono circa 12 milioni gli utenti con in mano un telefono cellulare NFC e oltre 250.000 i POS contactless attivi. Ancora poche le SIM NFC (si stimano circa 800.000 SIM già in mano ai consumatori), ma con la promessa da parte degli operatori telefonici di raggiungere quota 5 milioni entro la fine del 2015.
L’Osservatorio Mobile Payment & Commerce del Politecnico di Milano ha stimato che il mercato dei pagamenti in prossimità potrà intercettare nel 2017 tra i 3 e i 6 miliari di euro di transato e una base di utenti che tra i 2,7 milioni e 4,8 milioni. Tali numeri saranno strettamente correlati al rafforzamento dell’offerta commerciale SIM-based con l’ingresso di Telco e Banche mancanti all’appello del mercato del Mobile Proximity Payment, all’arrivo di Apple Pay in Italia (arrivo previsto nel secondo semestre del 2015) con un’offerta commerciale che riesca a coinvolgere le banche europee, alla possibilità che qualche banca sperimenti l’HCE.
Da quanto emerso dai risultati della Ricerca 2014 dell’Osservatorio Mobile Payment & Commerce, pertanto, il potenziale del mercato italiano non ha ancora avuto modo di esprimersi a pieno e i tratti peculiari del consumatore italiano ben potrebbero sposarsi con servizi telefono-centrici che potrebbero avvicinare gli italiani ai Digital Payment.
I servizi legati al trasporto pubblico, un intervento normativo che proponga incentivi e diffonda conoscenza, lo sviluppo di Mobile Wallet sempre più “integrati” con servizi a valore per gli utenti, la maggior accessibilità ai servizi di pagamento in prossimità, potranno quindi essere l’occasione per abituare gli italiani ad utilizzare quotidianamente il telefono cellulare come strumento di pagamento, incentivando il tasso di utilizzo dei pagamenti elettronici. Pertanto, il mercato sarà appannaggio degli attori che sapranno lavorare meglio su tempestività, efficacia comunicativa, user experience ed essere in grado di correre qualche rischio, ora che non manca più nessuno.
E il ruolo della Pubblica Amministrazione?
In questo scenario il Governo e la Pubblica Amministrazione possono giocare un ruolo rilevante per la promozione dei pagamenti elettronici.
In primis, un intervento normativo che proponga incentivi e diffonda conoscenza può contribuire ad accelerare la diffusione dei pagamenti digitali in Italia. Molti studi nazionali ed internazionali degli ultimi anni hanno dimostrato che un elevato utilizzo dei pagamenti elettronici è correlato alla capacità di sviluppo economico di un Paese oltre agli effetti diretti di riduzione dei costi di gestione del contante (in Italia abbiamo stimato un costo pari a 9,4 miliardi di euro nel 2013) e di recupero dell’evasione fiscale (in Italia si stima un mancato gettito fiscale legato al contante tra i 40 e i 50 miliardi di euro). Eppure, nonostante la dimostrata rilevanza dei pagamenti elettronici, le azioni intraprese fino ad oggi dal Governo Italiano per promuoverne la diffusione – limite dei 1.000€ alle transazioni in contante, obbligo di accettazione di pagamenti elettronici per le Pubbliche Amministrazioni ed esercenti – hanno avuto poco successo. Riteniamo quindi che serva un cambio di strategia, che prenda in considerazione la strada degli incentivi, in aggiunta alla leva dell’obbligo. Tali iniziative potrebbero includere incentivi sia per i cittadini sia per esercenti e Pubbliche Amministrazioni, oltre ad un piano di educazione che sensibilizzi tutti i cittadini all’utilizzo dei pagamenti digitali.
Un secondo ambito di intervento potrebbe riguarda gli ePayment. Ci attendiamo per i prossimi anni una crescita degli ePayment verso le Pubbliche Amministrazioni, sulla spinta del Decreto Sviluppo bis che le obbliga a ricevere pagamenti con strumenti elettronici attraverso il nodo dei pagamenti promosso dall’AgID nel corso del 2015.
Infine la crescita del Mobile Remote Payment passerà da Pubbliche Amministrazioni e trasporto pubblico. Nel 2014 sono state effettuate circa 6 milioni di transazioni tramite telefono cellulare per il pagamento di bollettini, parcheggi, trasporti e car sharing. Nonostante la crescita dei servizi censiti nel corso del 2014, non vi è ancora una copertura completa dell’offerta: solo 1 città su 3 offre ai propri cittadini il pagamento del biglietto di corsa semplice tramite cellulare, 1 su 2 il pagamento del parcheggio, 1 su 30 il pagamento del car sharing e sono poche le Pubbliche Amministrazioni Locali che consentono di pagare i propri servizi tramite cellulare. In aggiunta, in pochi casi i servizi sono stati ben concepiti e i risultati sono ragguardevoli in termini di penetrazione: nel trasporto pubblico locale solo una o due città hanno raggiunto il 20% dei biglietti di corsa semplice pagati con cellulare, mentre nel pagamento della sosta solo in pochi casi si è arrivati al 10% delle transazioni pagate con il cellulare. Vi è quindi un ampio margine di sviluppo del Mobile Remote Payment aumentando il numero di servizi (città e Pubbliche Amministrazioni che offrono queste soluzioni) e sviluppando soluzioni in grado di ottenere tassi di utilizzo più interessanti. Nell’ipotesi che al 2017 tutti i capoluoghi di provincia attivassero il pagamento via cellulare di biglietti per il trasporto pubblico locale e sosta, 1 città su 10 offrisse soluzioni di car sharing e tutte le Pubbliche Amministrazioni Locali offrissero ai cittadini la possibilità di pagare multe, tasse scolastiche, tasse dei rifiuti con il cellulare, pur considerando tassi di utilizzo compresi tra il 10 e il 20%, si potrebbero raggiungere quasi 50 milioni di transazioni tramite telefono cellulare e un transato pari a 350 milioni di euro. Il valore di questo scenario starebbe non tanto nell’entità del transato – modesto in valore assoluto – quanto nel numero di persone e numero di acquisti coinvolti.
La Pubblica Amministrazione può quindi svolgere un ruolo fondamentale per abituare gli italiani ad utilizzare quotidianamente il telefono cellulare (pagamenti digitali) o gli ePayment come strumento di pagamento.
* Valeria Portale è Responsabile della Ricerca dell’Osservatorio Mobile Payment & Commerce del Politecnico di Milano