Martini (Mise): “Ecco la gara cloud per la PA, volano per una Italia digitale”

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Nei giorni scorsi è stato aggiudicato il primo lotto della gara per la fornitura di servizi di cloud computing alla Pubblica Amministrazione, indetta da Consip nell’ambito del Sistema Pubblico di Connettività. Il contratto quadro, del valore di 500 milioni di euro, ha una durata massima di 5 anni e consentirà alle amministrazioni pubbliche di accedere ad un’ampia gamma di servizi cloud erogati dalle imprese aggiudicatarie secondo elevati standard di sicurezza e in conformità alle normative sulla privacy

25 Luglio 2016

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Enrico Martini, Ministero dello Sviluppo economico

La Commissione europea ha recentemente pubblicato i risultati 2016 del quadro europeo di valutazione dell’innovazione, del quadro di valutazione dell’innovazione regionale e dell’Innobarometro. Nell’Unione europea l’innovazione guadagna terreno rispetto al Giappone e agli Stati Uniti, la Svezia è ancora una volta leader dell’innovazione, seguita da Danimarca, Finlandia, Germania e Paesi Bassi. L’Italia è dietro in classifica, collocata tra gli innovatori moderati ma al diciassettesimo posto dopo tutti i competitors ad eccezione della Spagna. Il nostro Paese vanta soltanto due poli regionali di innovazione su venti (Piemonte e Friuli-Venezia Giulia), mentre una buona parte dei 36 leader dell’innovazione regionale dell’UE si trovano in Germania.

Secondo la Commissione, l’elemento propulsore fondamentale per diventare Paese leader nell’innovazione risulta essere l’adozione di un sistema di innovazione che riesca a combinare investimenti pubblici e privati, partnership efficaci tra imprese e mondo accademico, una solida base di istruzione e ricerca di eccellenza.

Come si può risalire la classifica nei prossimi cinque anni? Sicuramente non ci si può attendere uno sviluppo che interessi omogeneamente tutte le aree del Paese. Gli investimenti nazionali in attività relative all’innovazione tendono spesso a rafforzare la concentrazione di attività innovativa nei centri di innovazione già esistenti. Inoltre, le leve politiche per sostenere l’innovazione nelle regioni che non sono snodi centrali di innovazione sono molto più complicate, perché tali regioni possono essere scarsamente dotate di input quali capitale umano, infrastrutture per l’innovazione e competenze delle imprese per favorire l’assorbimento di innovazione.

La condizione preliminare per risalire la classifica è che la Pubblica Amministrazione sia la capofila di questo processo. Il Governo italiano, per quanto riguarda gli investimenti in infrastrutture di rete con il Piano strategico per la banda ultra-larga, e per i servizi di e-government con il Piano per la Crescita Digitale, ha ben definito il percorso da compiere fino al 2020.

Per le Amministrazioni più grandi in cima all’agenda di lavoro c’è la profonda razionalizzazione delle infrastrutture IT ancora frammentate in più data center.

Nei giorni scorsi è stato aggiudicato il primo lotto della gara per la fornitura di servizi di cloud computing alla Pubblica Amministrazione, indetta da Consip nell’ambito del Sistema Pubblico di Connettività.

Il contratto quadro, del valore di 500 milioni di euro, ha una durata massima di 5 anni e consentirà alle amministrazioni pubbliche di accedere ad un’ampia gamma di servizi cloud erogati dalle imprese aggiudicatarie secondo elevati standard di sicurezza e in conformità alle normative sulla privacy. Il contratto prevede la fornitura dei servizi di cloud nelle tre tipologie Infrastructure, Platform e Software in modalità As A Service. In ambito Infrastructure As A Service sono comprese le risorse di memoria e calcolo virtuali erogate in remoto e rese disponibili attraverso infrastrutture predisposte ad uso esclusivo delle Amministrazioni, quali servizi di virtual machine, virtual data center, virtual network e virtual storage e back up. Platform As A Service riguarda le piattaforme per lo sviluppo, il collaudo e la messa in esercizio di applicazioni. Nella tipologia Software As A Service sono previsti applicativi per la gestione e conservazione dei documenti in ottemperanza alla normativa vigente oltre a servizi di collaborazione, produttività individuale, comunicazione unificata, analisi dati e reportistica.

La gara per la fornitura dei servizi cloud continuerà nei prossimi mesi con l’aggiudicazione dei lotti successivi.

Il secondo problema da risolvere in ordine di priorità è la scarsa interoperabilità dei sistemi della PA locale fra essi e con quelli della PA centrale. Si registra una forte frammentazione dei sistemi, dove permane una logica basata su silos non integrati, con conseguenti inefficienze e inutilizzi di risorse.

A monte di questo percorso c’è l’insieme di infrastrutture tecnologiche e di regole tecniche per lo sviluppo, l’integrazione e la diffusione del patrimonio informativo pubblico, necessario per assicurare l’interoperabilità dei sistemi informatici.

Su questo fronte le Regioni, in accordo con la PA centrale, debbono farsi carico della gestione delle infrastrutture se si vuole dare razionalità ed efficienza ad una funzione di interesse generale. Lo scopo ultimo, infatti, è garantire l’interazione della pubblica amministrazione centrale e locale con tutti gli altri soggetti connessi al web, nonché con le reti di altri enti, promuovendo l’erogazione di servizi di qualità per cittadini e imprese.

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