Mercato ICT in Italia -4% nel 2011 contro il + 4% del resto del mondo

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"Nel 2011 il mercato italiano dell’Ict, nelle sue componenti tradizionali – hardware, software e servizi – ha subito un’ulteriore contrazione dell’ordine di -3,6% rispetto all’anno precedente. Questi dati, a fronte di un aumento medio mondiale della domanda di Ict di + 4,4%,mettono in luce in modo drammatico dove si concentrano le difficoltà di ripresa della nostra economia, che fa ancora troppa, estrema, fatica ad agganciarsi all’innovazione digitale come motore della crescita".

15 Giugno 2012

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Redazione FORUM PA

Articolo FPA

"Nel 2011 il mercato italiano dell’Ict, nelle sue componenti tradizionali – hardware, software e servizi – ha subito un’ulteriore contrazione dell’ordine di -3,6% rispetto all’anno precedente. Questi dati, a fronte di un aumento medio mondiale della domanda di Ict di + 4,4%,mettono in luce in modo drammatico dove si concentrano le difficoltà di ripresa della nostra economia, che fa ancora troppa, estrema, fatica ad agganciarsi all’innovazione digitale come motore della crescita". Così ha esordito il presidente di Assinform Paolo Angelucci, presentando i risultati emersi dal 43° Rapporto Assinform relativi alle performance del settore Ict nel 2011.

D’altro canto i numeri parlano chiaro: l’It italiana è passata dal – 1,4% di fine 2010 a chiudere il 2011 con un ulteriore calo di -4,1% (Tlc da – 3,0% a -3,4%). Se il confronto con i trend medi mondiali appare impietoso (con l’informatica in salita a + 2,4% e le Tlc a +5,7% nel 2011) entrando in maggior dettaglio si nota che la crisi ha determinato rilevanti differenze di perfomance fra paesi. Da una parte, rimangono trainanti gli Usa con l’It a +3,1% (+ 5,1 nel 2010) e la Germania con + 2,3% (+ 2,6% nel 2010), dall’altra economie confrontabili alla nostra appaiono in affanno, con la Francia a + 0,3%, l’ Uk – 0,7%, peggio di noi la Spagna con – 5,3%, per una media europea che nel 2011 non è andata oltre il + 0,5%. Il risultato, tuttavia, è che la distanza sull’innovazione fra l’Italia e i principali paesi si va allargando.

In mezzo a questa valanga di brutte notizie ce ne è, tuttavia, una positiva: il calo dell’IT tradizionale (harware software e servizi) è bilanciato, infatti in parte dall’aumento della domanda di nuovi servizi digitali legati alla penetrazione del web, allo sviluppo del cloud, all’Internet delle cose, all’uso di tablet, e-reader e smartphone. Tanto da far prevedere per il 2012 un trend in attenuazione a -1,0%.

Ritardi importanti da colmare

  • Le dinamiche viste accrescono il ritardo tecnologico del nostro Sistema-Paese:
  • è quasi trascurabile il numero di PMI italiane che vendono on-line (Europa: 12-13%)
  • le imprese italiane che acquistano on-line sono meno del 20% ( Europa: quasi 30%)
  • la popolazione italiana che usa spesso Internet non supera il 54% (Europa:oltre 71%)
  • la popolazione italiana che usa l’-on line banking non supera il 20% (Europa 35-40%)
  • i cittadini che usano i servizi di e-goverment non superano il 23% (Europa: circa 40%)
  • le famiglie con accesso alla banda larga non sono più del 53% (Europa 68%)
  • la popolazione che acquista on-line è meno del 15% (Europa: oltre 40%)

Le misure da attuare

Nel suo intervento Angelucci non si è limitato a presentare i dati ma ha formulato una serie di richieste concrete al Governo:  "Non chiediamo nuove risorse – ha detto – ma azioni capaci di favorire i nuovi scenari. Occorre mettere in campo una strategia a doppio binario che, da una parte valorizzi le potenzialità emergenti nell’Ict riportando il settore sulla via della crescita, dall’altra crei un quadro istituzionale favorevole all’innovazione.”

Cinque le priorità individuate su cui lavorare:

  • Risolvere il credit crunch;
  • Attenzione particolare sulla riforma del lavoro;
  • Rivisitare la materia per l’It nell’ambito degli appalti;
  • Riformare l’in-house;
  • Introdurre un Chapter 11 italiano per permettere la ristrutturazione delle imprese It, che non è compatibile con i tempi delle attuali procedure concorsuali.

 

I dati

  • L’Information Technology
    Nel 2011 tutte le componenti tradizionali del mercato italiano dell’IT hanno continuato ad essere in affanno, in particolare l’hardware (4.559 milioni di euro, – 9%). Nubi anche sui servizi ( 8.212, -2,6%), mentre il software ha dato prova di maggior tenuta (4.226, -1%), grazie al ruolo da esso assunto nella valorizzazione e nell’ammodernamento delle dotazioni tecnologiche esistenti.
    Sul calo dell’hardware (-9%) ha pesato anche il calo dei PC (6.370.000, -16,2%), non compensato dal boom dei tablet (858.000 pezzi, +100,2%). Nel settore dei servizi IT (-2,6%), hanno tenuto relativamente meglio i servizi di outsourcing (-1,4%), mentre tutti gli altri, dallo sviluppo e manutenzione delle applicazioni alla systems integration, alla consulenza, si sono mossi in linea con il comparto o peggio, a conferma di un approccio complessivo dell’utenza orientato al contenimento dei costi.
  • Le telecomunicazioni
    Nel 2011, il mercato italiano delle telecomunicazioni (apparati, terminali e servizi per reti fisse e mobili) si è ancora contratto, a 40.385 milioni, (-3,4%). Hanno pesato gli andamenti di entrambe le componenti: di rete fissa (18.160 milioni, – 2,2%) e di rete mobile (22.225 milioni, -4,4%), che già l’anno prima aveva interrotto una crescita incessante. Anche la ripartizione dell’intero mercato) per macrocomparti ( servizi: 31.735 milioni, -4%; apparati: 8650 milioni, -0,9%), evidenzia i tratti di un mercato maturo, ove prevale il downpricing competitivo sul fronte dei servizi.
    I servizi su rete mobile (17.735 milioni), l’aggregato più importante del mercato, sono fra quelli che sono calati di più: -4,7% . Il dato sarebbe risultato più riflessivo se la componente Vas (5.925 milioni, comprensivi di sms, mms, servizi mobili di connessione Web, ecc.) non fosse cresciuta del 5,5% a fronte di una componente voce in forte calo (11.450 milioni, -9.2%) e se non fosse cresciuto ancora il numero delle linee (97,2 milioni, +2,3%) e il numero di utenti effettivi: 46,9 milioni (+0,6%), pari a poco più della metà delle linee e oramai sostanzialmente stabile.

 

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