Minori e Social Network: tra diritti e autoregolamentazione
Cresce l’uso dei social network tra i ragazzi, crescono le potenzialità di uno strumento potentissimo di relazionalità e interconnessione. Save the Children Italia fotografa la situazione in Italia, sollevando la questione sicurezza per i minorenni on line.
2 Marzo 2008
Chiara Buongiovanni
Cresce l’uso dei social network tra i ragazzi, crescono le potenzialità di uno strumento potentissimo di relazionalità e interconnessione. Save the Children Italia fotografa la situazione in Italia, sollevando la questione sicurezza per i minorenni on line. Una proposta pronta sul tavolo del prossimo Ministro delle Comunicazioni: il Codice di autoregolamentazione per fornitori di servizi di social network, outcome auspicabile di un approccio multidisciplinare che veda lavorare insieme aziende, istituzioni, famiglia, scuola media e associazioni per la tutela dei minori.
Ragazzi & Social Network
Sempre più estensive, variegate e sfuggenti al controllo le potenzialità dei social network. Se da un lato arriva da Shimon Perez l’invito per gli studenti ad usare Facebook contro l’antisemitismo, dall’altro arriva il blocco della Siria sull’intero territorio nazionale perché veicolo di attacchi contro le autorità. Allo stesso tempo arriva la notizia di una ragazza francese sedicente giornalista di Le Monde che crea un gruppo di giornalisti su Facebook con oltre 1.200 iscritti, senza mai essere stata in contatto con il quotidiano francese. E’ lo schermo-luogo di immersione e interattività, di cui parlava Braudillard al cui interno si può fare quel che si vuole; ma, immergendosi in esso, non si ha più la percezione delle contraddizioni proprie della realtà. Le contraddizioni fra realtà e immaginazione, vero e falso, vengono in certo modo sublimate dentro uno spazio di iper-realtà che ingloba tutto. Molte le perplessità quando si pensa al tuffo dei teen ager in questo mondo, chiaramente dalle mille potenzialità ma con qualche rischio. Tralasciando le problematiche legate a quello che è stato chiamato l’affective computing, ovvero la dimensione della relazionalità e dell’affettività virtuale, a rischio è ovviamente la sicurezza dei ragazzi abitatori di social network. Questo è il tema che Save the Children si propone di affrontare insieme alle istituzioni e alle maggiori aziende fornitrici dei servizi a partire dai dati di una ricerca commissionata a DOXA e presentata lo scorso 12 febbraio in occasione dell’Internet Safer Day europeo. Il titolo, emblematico: Profili da sballo. Gli adolescenti italiani e i social network. Il punto di partenza: il diritto alla protezione da abusi, violenze e il diritto di espressione sanciti dalla Convenzione Onu sui Diritti dell’Infanzia (artt 12-13-17-19-34).
Adolescenti italiani e social network: dati Doxa
Il 95% dei ragazzi italiani fra i 13 e i 17 anni utilizza internet, il 73% è entrato almeno una volta in community, programmi di instant messaging e social network mentre il 66,7% degli adolescenti li frequenta regolarmente, utilizzandone a pieno tutti i servizi, grazie a registrazione e apertura di un profilo. Più alta la percentuale delle ragazze (59%) rispetto ai ragazzi (48%). Il 78% dichiara di iscriversi per stare in contatto con gli amici, il 20% per conoscerne di nuovi, mentre il 47% dichiara di aver allacciato nuove amicizie via Internet. Il 74% dichiara di riportare il vero nome nei profili, il 61% posta proprie foto, il 57% dà l’indirizzo email, il 48% il cognome, il 18% il nome della scuola. Il 28,8% dei giovani registrati nei social network ha incontrato off line, di persona, qualcuno precedentemente conosciuto in rete: il 33,6% dei ragazzi e il 24,8% delle ragazze. Tra questi il 37% è andato da solo all’incontro, mentre il 63% in compagnia di amici. Il 24,8% di coloro che ha aperto un profilo ha avuto contatti con persone di età molto maggiore. L’86% di questi stessi ragazzi chiede ai gestori misure di garanzia per un maggiore controllo. (Fonte: Doxa)
Il punto di Save the Children Italia
Questa scarsa tutela della privacy dei minori è preoccupante – nota a margine della presentazione dei dati Doxa Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia. La diffusione superficiale dei dati personali, il fatto che i ragazzi lascino tutte queste impronte può renderli identificabili da adulti potenziali abusanti o da coetanei che vogliano esercitare una qualche forma di bullismo. Bisognerebbe ridurre al minimo le informazioni che si richiedono in fase di registrazione e fare in modo che i profili dei minori siano resi privati già nelle impostazioni predefinite. Invece su alcuni social network, soprattutto italiani, queste precauzioni non vengono prese. Riconoscendo che parte dei gestori di social network ha adottato misure finalizzate alla tutela degli utenti minorenni,Neri sostiene che il livello attuale di tutela non è ancora sufficiente. L’auspicio di Save the Children – conclude – è che tutte le aziende del settore adottino linee-guida e standard comuni per la protezione dei giovani utenti di Internet.
Verso il Codice di autoregolamentazione per fornitori di servizi di social network
In occasione del Safer Internet Day e alla luce dei dati della ricerca Doxa, Save the Children Italia ha avanzato la proposta di un tavolo multidisciplinare che coinvolga fornitori, istituzioni, famiglia, scuola media, associazioni per la tutela dei minori, finalizzato alla definizione di misure standard, concordate e adottabili da tutti, che confluiscano in un Codice di Autoregolamentazione per i fornitori di servizi di Social Network. La proposta è stata positivamente raccolta da alcune tra le principali aziende chiamate in causa: da Microsoft Italia, a MySpace Italia a Google a Studenti Media Group.
Questi i punti che – ci dicono da Save the Children – assolutamente devono esserci:
- <![endif]–>Garantire la privacy degli utenti minorenni
– rendere il profilo del minore accessibile solo agli utenti autorizzati dal minore stesso
– limitare in fase di registrazione e compilazione del profilo la richiesta di informazioni che possono rendere identificabile il minore
– impedire la ricerca di utenti minorenni attraverso i sistemi di selezione interna
– monitorare i profili dei minori e rimuovere immagini/contenuti ritenuti inappropriati.
- <![endif]–>Informare ed educare i giovani sui comportamenti sicuri
– fornire informazioni con linguaggio semplice e chiaro nei posti chiave, in particolare in fase di registrazione, nella compilazione dei profili e durante l’upload di contenuti
– far capire chiaramente l’importanza di non rilasciare informazioni personali e inserire contenuti che possono avere conseguenze sulla propria reputazione o che incoraggiano contatti che possono mettere a rischio la propria sicurezza.
- <![endif]–>Assicurare un sistema di segnalazione efficace e garantire
– la presenza costante e visibile di bottoni di segnalazione ben identificabili
– la possibilità di segnalare diverse tipologie di abuso, fornendo consigli a monte su come segnalare, cosa segnalare e a chi segnalare, a seconda della tipologie di abuso
– presa in carico immediata delle denunce e informazione sugli esiti ai diretti interessati.
Da Save the Children Italia promettono che il prossimo Ministro delle Comunicazioni sarà tempestivamente chiamato a lavorare sulla proposta…