Muoversi verso il Cloud: scelta, libertà e un definitivo addio al lock-in
La Cloud Transformation nella PA è un percorso molto attuale e la strategia è ormai tracciata. In questo contesto, cosa significa adottare un paradigma Cloud native e quali vantaggi può portare?
13 Settembre 2021
Redazione FPA
Non più tardi di tre mesi fa, il 95% dei server della Pubblica Amministrazione non era in condizioni di sicurezza, secondo quanto dichiarato dal Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale, Vittorio Colao, al Festival dell’Economia di Trento. È ormai evidente come la transizione al Cloud nella PA sia la strada intrapresa per affrontare e sciogliere anche questi nodi: archiviare esternamente i dati e renderli disponibili sempre e ovunque consentirà infatti di eliminare i data center locali, obsoleti e non sicuri. Allo stesso tempo sarà possibile: gestire grandi quantità di informazioni; condividere in modo sicuro le banche dati con altre amministrazioni; offrire ai cittadini servizi digitali performanti, efficaci ed alla portata di tutti, nel pieno rispetto della privacy.
La Strategia Cloud Italia
Dopo aver avviato una valutazione operativa a fine giugno, il 7 settembre il Ministro Vittorio Colao ha presentato ufficialmente la “Strategia Cloud Italia”, il documento di indirizzo strategico per l’implementazione e il controllo del Cloud PA. Il progetto prevede un percorso di qualificazione dei servizi Cloud utilizzabili dalla PA e la realizzazione del Polo Strategico Nazionale (PSN), che sarà finanziato con i fondi del Recovery Plan. La transizione al Cloud nella PA continua quindi a consolidarsi all’interno delle strategie di evoluzione dei sistemi informativi, in accordo con i due principali riferimenti normativi, il PNRR e il Piano Triennale Agid 2019-2021, i cui principi chiave sono coerenti e in gran parte sovrapponibili:
- supportare la migrazione al Cloud delle amministrazioni centrali e locali verso servizi Cloud qualificati o all’interno del PSN;
- operare secondo il principio “Cloud first”, con l’obiettivo di portare entro il 2026 circa il 75% delle PA italiane a utilizzare servizi in cloud;
- rendere disponibili workflow digital by-design, per aumentare sicurezza e privacy;
- integrare i servizi con sistemi di autenticazione e pagamento di grande sicurezza;
- garantire interoperabilità tra i dati delle amministrazioni.
Transizione al Cloud nella PA, tra percorsi onerosi e rischio lock-in
In assenza di un percorso operativo univoco dettato dalle norme, oggi le amministrazioni pubbliche organizzano la propria transizione al cloud in maniera eterogenea. Secondo la visione personale dei loro System integrator, interni o esterni, e a seconda delle esigenze, gli Enti disegnano la loro strategia digitale integrando le risorse on-premise con quelle esternalizzate, in Cloud pubblico, privato o di community.
In questo momento di cambiamento, in cui è stata appena presentata una strategia architetturale complessiva della PA, restano evidenti alcune criticità:
- la scarsità di figure professionali competenti;
- un concreto rischio di lock-in;
- la condivisione delle risorse su piattaforme Cloud multi-tenant, scelta che limita la personalizzazione delle soluzioni ed espone l’Amministrazione a ingenti costi di gestione e manutenzione e alto rischio in caso di cyber attacco.
Approccio “Cloud-Native” e “Cloud-Neutral”: la proposta di HCL Software
Consentire alle amministrazioni di scegliere sempre quale ambiente Cloud utilizzare, senza problemi di lock-in. È questo il presupposto su cui HCL Software ha elaborato la propria proposta innovativa, secondo un approccio Cloud-Native, ma soprattutto Cloud-Neutral. Sono state quindi sviluppate HCL SoFy e HCL Now, rispettivamente una Factory Cloud Native per lo sviluppo delle soluzioni e una modalità Cloud As Service per poterle mettere a disposizione della PA, nel miglior ambiente per le proprie esigenze, senza preclusioni e senza barriere.
“HCL SoFy è un ricchissimo catalogo di prodotti Cloud nativi. SoFy rende molto facile non solo la ricerca della soluzione ma anche la distribuzione, l’installazione e la gestione – sottolinea Paolo Piccolo, Business Partner Leader Italy per HCL Software -. La piattaforma è stata sviluppata con un approccio multicloud e multiscelta e garantisce una notevole velocità di installazione, costi contenuti di acquisizione e di mantenimento”.
“L’esperienza d’uso di HCL SoFy avvicina chiunque al Cloud molto semplicemente. Questo è il suo grande merito, nell’era della customer experience – prosegue Piccolo -. Grazie a questa caratteristica, infatti, le amministrazioni pubbliche possono costruire un vero e proprio pacchetto personalizzato di servizi digitali, senza richiesta da parte di HCL di una particolare competenza tecnica. Una volta scelti e acquistati, i prodotti HCL Software possono essere distribuiti ed attivati in qualsiasi ambiente Cloud, Cloud privato o on-premise, con la possibilità di trasferire (con tempo di latenza ridotto a zero) la propria piattaforma in un altro Cloud. Difatti i prodotti vantano una piena portabilità, sono sicuri e costantemente aggiornati. In questo modo, riusciamo ad eliminare il problema di vendor lock-in”.
Transizione al Cloud nella PA: l’importanza delle API
HCL è consapevole che le soluzioni si integrano all’interno di sistemi informativi già esistenti e che ovviamente ci possono essere altri operatori. L’importante è rispettare le regole di interoperabilità, che sono definite nelle circolari Agid.
Con il vastissimo catalogo di più di 2000 API (Application Programming Interface) differenti, è possibile costruire la soluzione completa che può essere scaricata su un sistema on-premise oppure su un proprio Kubernetes.
Gestione e manutenzione senza pensieri
Per chiudere, Paolo Piccolo spiega come l’azienda risponde all’aspetto di creazione e mantenimento dell’infrastruttura: “HCL NOW è un vero Cloud Native as-a service dai costi estremamente trasparenti. Creiamo l’infrastruttura nativa e la gestiamo attraverso un servizio di managed-service, in modo che il cliente si possa focalizzare sulla piattaforma senza pensare alla parte tecnica. Il vantaggio di utilizzare HCL NOW rispetto a un tradizionale SaaS è il dedicated-tenant. Difatti, mentre un SaaS è per sua natura multi tenant, con i rischi che ciò comporta, i clienti di HCL NOW hanno a disposizione un single-tenant, costruito secondo le policy e le esigenze dell’amministrazione pubblica”.