Partendo da un suo recente libro, Nello Iacono, esperto di processi di innovazione e coordinatore del programma Repubblica Digitale, spiega perché le amministrazioni hanno bisogno della figura dell’e-leader, un leader consapevole del contesto completamente pervaso dal digitale in cui oggi ci muoviamo e che, quindi, riesce a governare i processi nella dimensione on life, con un assetto mentale tale da poter coordinare il cambiamento necessario all’interno delle organizzazioni a tutti i livelli
4 Maggio 2021
Redazione FPA
Oggi le nostre pubbliche amministrazioni hanno bisogno di “leader” che guidino il cambiamento. Ma con quali caratteristiche? Ne abbiamo parlato con Giuseppe (Nello) Iacono, esperto di processi di innovazione e di competenze digitali, dal 2019 coordinatore del programma Repubblica Digitale del Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei ministri. Iacono ha infatti dedicato a questo tema un libro, edito da poco, intitolato “E-leadership. Come guidare la trasformazione (digitale) della PA”.
Ecco alcuni spunti emersi dall’intervista.
Cos’è l’e-leader?
È una persona pienamente consapevole del contesto in cui ci troviamo ad operare, un contesto completamente pervaso dal digitale, per cui possiamo riprendere la definizione “on life” di Luciano Floridi. È un leader che riesce, quindi, a governare i processi grazie a un mindset, una logica e un assetto mentale tale da poter coordinare il cambiamento e da poter essere da indirizzo all’interno delle organizzazioni ai diversi livelli. Si tratta di un passaggio culturale che deve coinvolgere tutto il personale e che tra qualche anno ci porterà a non parlare più di trasformazione digitale, ma semplicemente di trasformazione (ed ecco il perché delle parentesi nel titolo del libro).
Il cambiamento è sempre possibile
L’esperienza della pandemia ci ha insegnato che è sempre possibile cambiare. Abbiamo capito che anche quello che sembrava più radicato (come l’organizzazione del lavoro) in realtà può essere messo in discussione e modificato anche rapidamente. Lo vediamo anche rispetto al tema del ripopolamento e della valorizzazione delle aree interne, dei piccoli borghi, che sta diventando un tema del futuro anche per il nostro Paese, cosa che non era per nulla scontata anzi sembrava molto lontana. Possiamo quindi dire che c’è una maggiore percezione di fluidità da parte delle persone.
Collaborazione e condivisione come metodo di lavoro
L’e-leader deve riuscire a sviluppare ovviamente la proattività del gruppo e deve fare in modo che il risultato del lavoro arrivi attraverso il massimo contributo di tutti (interni ed esterni all’amministrazione), perché c’è tutto il tema della partecipazione e del coinvolgimento anche degli stakeholder. Si tratta di un processo che in questo momento deve essere ben accompagnato.
Lavoro agile: una leva di cambiamento fondamentale
Il PNRR evidenzia come il rinnovamento del Paese debba passare attraverso la rigenerazione della pubblica amministrazione, attraverso riforme, semplificazione e competenze. E in questo contesto il lavoro agile è une delle leve più importanti del cambiamento.
Le competenze calate nei progetti
L’attività di sviluppo delle competenze deve andare di pari passo con i progetti su cui si sta lavorando, non dobbiamo pensare solo ad attività di formazione (in presenza oppure online), ma al coinvolgimento, alla partecipazione effettiva ai progetti, allo scambio tra amministrazioni. Insomma, ripensare il modo con cui si deve fare formazione. In questo si inserisce il tema dell’analisi dei fabbisogni, particolarmente importante in questo momento in cui si sta lavorando a grandi progetti di cambiamento. Grazie al PNRR si comincia a dare una sistematicità all’approccio, allo sviluppo delle competenze in direzione dell’apprendimento permanente.
Tre raccomandazioni
In chiusura, i tre punti centrali su cui lavorare: accogliere il paradigma dell’amministrazione basata sul cittadino o guidata dal cittadino, come dice l’Ocse, un approccio fondamentale in tutti i processi e progetti di cambiamento; fare in modo che i messaggi che vengono dati all’amministrazione siano coerenti, correlando il tema delle competenze agli obiettivi da raggiungere; mettere il tema della collaborazione al centro dei processi, sia interni alla PA che verso l’esterno (rottura dei silos nelle amministrazioni, ma anche aprendosi a stimoli che possono venire da giovani, da università, dalle imprese nel percorso di progettazione, ideazione e attuazione delle iniziative).