New Digital Payment, Italia agli ultimi posti: persi 10 miliardi l’anno

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L’elevato utilizzo
dei pagamenti digitali è correlato alla capacità di sviluppo economico e alla
riduzione del peso dell’economia sommersa. Da quest’ultima in particolare, notoriamente legata al contante che assicura la non tracciabilità dei pagamenti, deriva una perdita di erario di circa 27 miliardi di
euro ogni anno

22 Febbraio 2016

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Valeria Portale, Politecnico di Milano

“Engage your customers” è l’esortazione con cui l’Osservatorio Mobile Payment & Commerce ha presentato la ricerca del 2015: è giunto il momento in cui i principali protagonisti dell’offerta dei pagamenti tramite cellulare – oramai numerosi e dotati delle tecnologie necessarie – attivino finalmente un sano confronto con il mercato (clienti e concorrenti) e lavorino sul consolidamento degli elementi di convenienza e attrattività delle loro soluzioni, anche e soprattutto in area Mobile Proximity Payment dove il divario tra potenzialità e diffusione appare più marcato.

Secondo gli ultimi dati di Banca d’Italia, nel 2014 i pagamenti digitali con carta in Italia hanno raggiunto i 156 miliardi di euro. Stimiamo che nel 2015 siano arrivati a 164 miliardi di euro (+5,6%), pari al 21% [1] dei consumi delle famiglie. Tale crescita è sostenuta dai New Digital Payment — le modalità più innovative di pagamento digitale — che complessivamente raggiungono nel 2015 i 21 miliardi di euro (+22% rispetto al 2014) e valgono il 13% del totale dei pagamenti digitali (nel 2014 erano l’11%), in particolare:

  • eCommerce[2] ed ePayment[3] che valgono 17 miliardi di euro (pari all’81% del valore complessivo dei New Digital Payment);
  • Mobile Payment and Commerce [4] che vale 2,8 miliardi di euro (13%);
  • Contactless Payment[5] che vale 0,7 miliardi di euro (3%);
  • Mobile POS[6] che vale 0,5 miliardi di euro, (2%);
  • Mobile p2p[7] che vale per ora pochi milioni di euro.

I New Digital Payment avranno un ruolo sempre più centrale nel diffondere i pagamenti con carta: stimiamo infatti che nel 2018 raggiungeranno i 50 miliardi di euro (pari al 24% del totale dei pagamenti digitali).

L’Italia gode di un’ottima base infrastrutturale per l’accettazione di pagamenti digitali e di una buona diffusione di carte di pagamento tra la popolazione, in linea o superiore ai paesi europei più sviluppati, segno che il sistema finanziario ha lavorato bene per creare le condizioni necessarie allo sviluppo dei pagamenti digitali. I dati di effettivo utilizzo, tuttavia, collocano il nostro paese agli ultimi posti in Europa: gli italiani continuano a preferire il contante e, al tasso di crescita medio registrato negli ultimi 3 anni (5,6%), l’Italia impiegherebbe 5 anni per raggiungere il valore medio di transato pro capite attualmente registrato nell’area euro e addirittura 14 per raggiungere i top performer (Svezia, Danimarca, Finlandia).

Il persistere di queste condizioni comporta la perdita di opportunità di sviluppo per il nostro paese. Molti studi hanno infatti mostrato che l’elevato utilizzo dei pagamenti digitali è correlato alla capacità di sviluppo economico e alla riduzione del peso dell’economia sommersa. Secondo le nostre stime, la gestione del contante costa [8] all’Italia circa 9,5 miliardi di euro ogni anno, di cui:

  • 4,9 miliardi in capo al sistema bancario per attività di trasporto, conteggio e gestione;
  • 3,4 miliardi in capo agli esercenti per trasporto, gestione, sicurezza e costi opportunità;
  • 1,2 miliardi in capo ai consumatori e relativi a tempi e costi di prelievo e deposito, furti e smarrimenti.

A questi costi va aggiunto il gettito perso per l’erario – circa 27 miliardi di euro ogni anno – derivante dalla fascia di economia sommersa legata all’utilizzo di contante (in quanto non tracciabile).

Colmare questo ritardo deve diventare una priorità. Per educare consumatori ed esercenti a utilizzare i pagamenti digitali è necessario cambiare marcia rispetto al passato, puntando su un piano di incentivi di sistema e su un’offerta attrattiva.

Detrazioni fiscali e lotterie legate ad acquisti fatti con carta potrebbero già nel brevissimo termine contribuire ad avvicinare l’Italia alla media europea, sia in termini di utilizzo del pagamento elettronico, sia di peso dell’economia sommersa.

Riteniamo che sia importante che l’Italia consideri la messa in atto di specifiche azioni di incentivo a consumatori ed esercenti, promosse dal soggetto pubblico, quale leva di accelerazione e modernizzazione del Paese. Con questo spirito, l’Osservatorio ha aperto un tavolo di lavoro dedicato proprio all’analisi di interventi di incentivazione dei pagamenti digitali.

I modelli sviluppati mostrano che due azioni sui consumatori in particolare — detrazioni fiscali legate al transato con carta e lotterie legate ad acquisti fatti con carta — potrebbero essere efficaci, sia in termini di aumento dell’utilizzo del pagamento elettronico, sia di riduzione del peso dell’economia sommersa. Queste azioni sono già adottate con successo in altre esperienze estere e hanno dimostrato, se ben tarate, di sapersi sostenere da sole dal punto di vista economico. È stato in particolare sviluppato un modello in grado di valutare quantitativamente gli impatti dell’adozione di questo insieme di misure. La parola ora passa alla Politica.

A sua volta, il mondo dell’offerta deve lavorare su soluzioni attraenti per “ingaggiare” i propri clienti, sia consumatori sia esercenti.

Il Mobile, in quanto strumento sempre in tasca e interattivo, può avere un ruolo determinante nella diffusione dei pagamenti digitali. Gli attori dell’offerta hanno però davanti un compito non banale dovendo rendere attraente un servizio di pagamento, associato cioè alla fase del processo di acquisto meno apprezzata dai consumatori. Un ruolo chiave è (e sarà sempre più) svolto dalla progettazione del Mobile Wallet, con riferimento in particolare alla facilità di accesso alla soluzione e all’arricchimento dell’esperienza con servizi che rispondano ai bisogni del consumatore. Se da un lato i servizi Remote da inserire nel wallet sono stati individuati chiaramente e gli attori italiani li stanno già inserendo nelle loro soluzioni (ad esempio pagamento di bollettini, ricariche, pagamento del biglietto del trasporto, trasferimenti p2p), dall’altro c’è ancora molto lavoro da fare sul fronte delle soluzioni di pagamento Proximity e ancor di più sulle funzionalità da utilizzare all’interno del negozio (coupon o programmi fedeltà). Spunti e idee interessanti sulle funzionalità da inserire nel wallet possono venire dal mondo delle startup: si vedano ad esempio i progetti sui programmi fedeltà legati al transato con carta (ad esempio Wrapp in Svezia o Clinkle in USA).



[1] Lo strumento preferito dagli italiani continua quindi a essere il contante (430 miliardi di euro), con cui si pagano il 56% dei consumi.

[2] L’eCommerce include gli acquisti online (su PC o Tablet) di prodotti, servizi e contenuti digitali da parte di consumatori italiani, in cui il pagamento è concluso con carta di pagamento o borsellino elettronico (wallet).

[3] L’ePayment include i pagamenti di ricariche (abbonamenti, credito telefonico, borsellini di gioco, etc.), bollette, tasse e multe attraverso sistemi online pagati con carte di pagamento, esclusi i pagamenti veicolati tramite home banking.

[4] Il Mobile Payment & Commerce include l’acquisto di prodotti, servizi e contenuti digitali attraverso il telefono cellulare, il cui pagamento è concluso con carta di pagamento o borsellino elettronico. Sono compresi sia gli acquisti in modalità Remote (attraverso un ordine o pagamento con app, mobile site o sms), sia il pagamento in modalità Proximity (con tecnologie di prossimità come NFC o Qr Code).

[5] I Contactless Payment includono i pagamenti effettuati con carte (di debito, credito o prepagate) dotate di tag RFId in modalità contactless.

[6] I Mobile POS includono i pagamenti effettuati su soluzioni hardware e software che trasformano il cellulare in uno strumento per accettare pagamenti con carta.

[7] Il Mobile p2p include i trasferimenti di denaro tra persone avviati da telefono indicando il numero di cellulare come identificativo del destinatario.

[8] Altri costi opportunità sono più difficili da quantificare: il contante, ad esempio, limita lo sviluppo di alcuni importanti servizi innovativi (basti pensare al car sharing) che potrebbero incidere significativamente sulla qualità della vita e sulla modernità del nostro Paese.

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