Nicita (Agcom): “Analizzare il mercato infrastrutture per regolarlo: i prossimi passi”
La ricerca del punto di equilibrio di mercato attraverso l’impiego di
misure regolamentari – date le situazioni di trade-off – dovrà sempre
più tener conto non solo del diritto ad un accesso alla rete a
condizioni eque e ragionevoli ma anche della promozione di un contesto
favorevole agli investimenti
28 Gennaio 2016
Antonio Nicita, Agcom
Il codice delle comunicazioni elettroniche prevede (a partire dall’art. 7, comma 3) espressamente che le misure delle autorità nazionali perseguano gli obiettivi nel rispetto dei principi di ragionevolezza e proporzionalità. Ciononostante, raramente si osserva un’analisi puntuale a giustificazione della proporzionalità dei singoli obblighi regolamentari imposti, dunque appropriata per stabilire se lo specifico rimedio regolamentare sia eccessivo o carente sotto il profilo della tutela della concorrenza, rispetto ad un problema competitivo individuato in modo circostanziato.
Il codice delle comunicazioni elettroniche infatti prevede un set tipico di obblighi regolamentari (dal 46, al 50-bis) che deve essere imposto all’impresa detentrice di significativo potere di mercato in funzione delle specifiche circostanze di ostacolo alla concorrenza. Il set di obblighi previsto dalla legislazione vigente non ha un ordine casuale bensì crescente in funzione della maggiore onerosità a carico del destinatario delle misure regolamentari. Ciò implica che l’obbligo successivo possa essere imposto solo nel caso in cui sia dimostrato che l’obbligo precedente sia inidoneo a risolvere lo specifico problema competitivo identificato.
E’ noto che la regolazione ex.-ante debba avere efficacia transitoria in attesa che i meccanismi concorrenziali siano maturi e in grado di “autodisciplinare” il mercato verso una maggiore qualità (scelta) dei prodotti offerti, a prezzi competitivi.
In tal senso, la Commissione europea ha adottato negli ultimi 10 anni raccomandazioni volte a ridurre il numero dei mercati rilevanti suscettibili di misure regolamentari ex-ante (da 18 a 4), una volta accertata la potenziale od effettiva contendibilità degli stessi.
Com’è noto il mercato di accesso wholesale alla rete locale è oggetto di importanti investimenti volti all’ammodernamento ed evoluzione della rete (NGA), non solo, da parte dell’incumbent ma, anche, di operatori concorrenti. Il contesto di mercato richiederà sempre più misure regolamentari che, da un lato, non rendano eccessivamente oneroso l’accesso alla rete locale e, dall’altro, non disincentivino gli investimenti in un importante asset del sistema economico quali appunto quelli in reti ottiche. La ricerca del punto di equilibrio di mercato attraverso l’impiego di misure regolamentari – date le situazioni di trade-off – dovrà sempre più tener conto non solo del diritto ad un accesso alla rete a condizioni eque e ragionevoli ma anche della promozione di un contesto favorevole agli investimenti che, nel caso specifico delle reti ottiche, sono soggetti a potenziali fallimenti di mercato (carente informazione sulla profittabilità di lungo periodo, presenza di esternalità di rete non ancora pienamente sviluppate, operatività all’interno di mercati incompleti, presenza di esternalità positive). Considerata l’incertezza delle dinamiche economiche e dei mutevoli assetti del settore dell’ICT, il sistema di misure regolamentari dovrà sempre più tendere a fornire incentivi agli investitori che siano in grado di compensare le aspettative (negative) sui possibili fallimenti di mercato che limiterebbero gli investimenti.
Con la delibera n. 42/15/CONS, AGCOM ha integrato una consultazione pubblica attraverso la quale ha sottoposto all’attenzione degli stakeholders una nuova regolazione, basata su un approccio innovativo, capace di identificare puntualmente i problemi competitivi del più importante mercato di rete fissa (accesso wholesale alla rete locale) e di proporzionare conseguentemente i rimedi regolamentari a carico del soggetto che dispone di significativo potere contrattuale nei confronti degli operatori terzi. In questo ambito, AGCOM aveva proposto uno schema di provvedimento contenente due approcci regolamentari: uno di continuità con il passato (scenario alfa) e impositivo dell’intero set di obblighi regolamentari previsti dal codice delle comunicazioni e, l’altro (scenario beta), evolutivo e capace di modulare gli obblighi in funzione del grado di contendibilità effettiva e potenziale dei servizi offerti dall’operatore storicamente detentore di significativo potere contrattuale.
Il documento di consultazione pubblica proponeva, nello scenario evolutivo, forme di regolazione per incentivi e forme di deregolamentazione per tecnologie emergenti (FTTC) nei casi in cui tali tecnologie fossero impiegate, nelle stesse aree, da più di un operatore. In esito alle osservazioni espresse dall’industria nella consultazione pubblica e al parere reso dall’AGCM, è stato selezionato lo scenario ‘alfa’, ma la Commissione europea ha invitato l’AGCOM a monitorare attentamente gli sviluppi delle reti FTTC e la crescita delle offerte VULA da parte della concorrenza proprio con il fine di introdurre una regolamentazione più adatta ad uno scenario competitivo evolutivo, come quello beta.
In funzione degli sviluppi di mercato e dell’attuazione del piano BUL, il regolatore sarà quindi chiamato alla fine del 2017 a rivedere i remedies proporzionalmente al grado di infrastrutturazione e alle dinamiche concorrenziali che si manifesteranno sul mercato.