Nicolini (Cisis): “Il registro scolastico elettronico è la ‘killer application’ di Spid”
Il registro elettronico ha tutte le caratteristiche per essere una killer application di Spid: permetterebbe di avere una sola credenziale per gli insegnanti per accedere a tutti i registri in qualunque scuola siano; ai genitori di avere una sola credenziale a prescindere dal numero di figli; alle segreterie amministrative di sgravarsi di un compito oggettivamente complesso
2 Marzo 2016
Andrea Nicolini, Cisis
Dopo una lunga serie di annunci, ora il sistema Spid è davvero pronto per il lancio, ormai tutte le attività preliminari sono ultimate o in fase di ultimazione: AgId sta terminando gli ultimi collaudi dei servizi degli identity provider accreditati e gli enti della fase pilota stanno facendo gli ultimi test dei servizi, nel giro di qualche giorno verranno firmate le convenzioni e potrà iniziare il rilascio delle credenziali.
Ma esattamente una identità Spid cos’è o, meglio, cosa sarà? Ma soprattutto, cosa ci si potrà fare?
Possedere una identità Spid significa avere delle credenziali di uno dei tre livelli previsti (username e password per il primo livello, username, password e one time password o equivalente per il secondo livello e una smartcard o equivalente con password per il terzo livello) associate ad una identità fisica, cioè ad una persona riconosciuta visivamente.
Per i cittadini acquisire una identità Spid sarà molto semplice per chi ha già delle credenziali attive tramite CNS (circa 3 milioni di italiani), perché ogni identity provider accreditato fornirà direttamente online le funzionalità per autenticarsi con la CNS e le relative credenziali ed ottenere la nuova identità Spid, per tutti gli altri cittadini sarà sufficiente seguire le indicazioni fornite dall’identity provider scelto, in generale tuttavia si tratterà di seguire un percorso di riconoscimento visivo in uno sportello fisico e relativo rilascio delle credenziali.
Le credenziali così ottenute permetteranno fin da subito di accedere ai servizi di alcune amministrazioni pubbliche coinvolte nella fase pilota, alcune di livello centrale come INPS, Agenzia Entrate e Inail, alcune di livello regionale come Liguria, Piemonte, Emilia-Romagna, Friuli Venezia-Giulia, Toscana e Marche ed altre di livello comunale come Firenze.
In pratica, i cittadini di Firenze avranno da subito servizi comunali, servizi regionali e nazionali cui accedere con le credenziali Spid, i cittadini delle sei Regioni pilota avranno la possibilità di accedere ai servizi della propria Regione e ai servizi nazionali e i restanti cittadini potranno accedere ai servizi nazionali.
L’esperienza fatta fino ad ora sulle identità digitali, fortemente condizionata inizialmente dall’usabilità delle carte con chip, ci evidenzia che i cittadini sono interessati ad accedere ai servizi online tramite identificazione, tuttavia il loro interesse è fortemente condizionato dai servizi messi a disposizione.
Per questo per garantire il pieno successo di Spid è necessario individuare alcuni servizi di interesse generale, frequentemente utilizzati dai cittadini, di natura pubblica e privata e capaci di avviare il circolo virtuoso dell’utilità dello strumento acquisito.
In attesa dei servizi del privato, per quanto riguarda l’ambito pubblico, durante un seminario dell’intergruppo parlamentare dedicato alla scuola, nell’autunno 2014, mi sono permesso di indicare il servizio di accesso al registro elettronico scolastico come la killer application pubblica per Spid.
Il registro elettronico, introdotto fra le misure di innovazione della scuola con le norme sull’agenda digitale del 2012, e tuttora in attesa di un decreto attuativo che lo renda obbligatorio, è comunque già molto diffuso nelle scuole italiane e prevede che gli insegnanti annotino sul registro tutte le informazioni dell’attività scolastica svolta (presenze, assenze, note, voti, argomenti trattati, compiti, ecc.) e che gli studenti e i genitori vi accedano.
In ogni scuola che ad oggi utilizza il registro è compito delle segreterie amministrative gestire le credenziali di accesso (fornire ad insegnanti, genitori e studenti username e password) con tutte le complicazioni del caso, sia nella gestione che nell’utilizzo (i genitori che hanno figli in più scuole o classi hanno più credenziali, una per ogni figlio/a, gli insegnanti che lavorano in diverse scuole o in alcuni casi in classi o indirizzi diversi, hanno diverse credenziali da utilizzare), nonostante le ditte produttrici di soluzioni per i registri scolastici siano in un numero contenuto ed abbiano comunque prodotti di qualità anche in logica cloud.
In pratica l’ambito del registro elettronico ha tutte le caratteristiche per essere una killer application di Spid: permetterebbe di avere una sola credenziale per gli insegnanti per accedere a tutti i registri in qualunque scuola siano, permetterebbe ai genitori di avere una sola credenziale a prescindere dal numero di figli che frequentano le scuole, permetterebbe alle segreterie amministrative scolastiche di sgravarsi di un compito oggettivamente complesso e difficoltoso ed infine necessiterebbe del coinvolgimento di pochi operatori di mercato che potrebbero integrarsi molto facilmente con Spid.
Inoltre sarebbe di interesse nazionale e potrebbe coinvolgere per difetto facilmente almeno una decina di milioni di cittadini (fra insegnanti, studenti e genitori) che utilizzerebbero quotidianamente le credenziali Spid.
In questi giorni durante alcuni incontri con il MIUR è emersa la volontà di procedere nella direzione auspicata. Crediamo sarà facile per il ministero trovare amministrazioni che possano aiutarlo in questo percorso di interesse comune, a cominciare naturalmente dalle Regioni e Province Autonome, molto interessate a facilitare l’utilizzo di Spid nel maggior numero di servizi possibili che possano far crescere la fiducia dei cittadini nei servizi digitali pubblici e privati in una vera logica di crescita digitale e l’obiettivo non può essere che l’integrazione di Spid nel maggior numero di registri elettronici di scuole diverse già dall’inizio del prossimo anno scolastico a settembre 2016.
Sette mesi non sono tanti, ma lavorando in sinergia sono più che sufficienti per raggiungere lo sfidante obiettivo.